Archivio documenti ed attività per  la
Spiritualità familiare

 

 

1° incontro

 

L’Annunciazione: la coppia si apre a Gesù

 

Luca 1,26-38 Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Gioisci, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.

 

Cosa dice questo brano?

L’Annunciazione è compimento della promessa. Il Vangelo di Luca era iniziato con l’Annunciazione della nascita di Giovanni il Battista, avvenuta nel Tempio; ora invece avviene ma in una donna, che diventa Tempio di Dio. La figura di Maria è immagine di ognuno di noi, persona con cui Dio vuole interagire, e che Gli risponde “eccomi”. Vedendolo dal punto di vista di Dio, vediamo che il Suo sogno eterno si attua. Maria è nostra Madre (della Chiesa), dunque è nostro modello, prototipo del discepolo, che ascolta e dice di sì. Serve da introduzione a tutto il Vangelo, perché è lo schema di tutti i brani. Si danno le coordinate di tempo (6° mese) e di luogo (Nazaret). Il 6° mese è segno di un non compimento (Giovanni Battista è segno dell’Antico Testamento, non ancora completo). La promessa di Dio si attua anche nel non completamento, perché è Lui che fa il completamento (la Sua promessa si copie ora, dunque non dobbiamo cercare un momento propizio, ma accogliere sempre la Parola). Nazaret è il luogo della vita quotidiana (non nel Tempio, luogo dello straordinario). La Parola potente di Dio si rivolge ad una Vergine (prima era una coppia sterile), segno dell’accoglienza completa. La proposta di Dio è “gioisci”, che è un comando perché è tutto il desiderio di Dio per noi. Maria è “piena di grazia”, questa è la vera identità di Maria, l’identità di colei che è amata in modo infinito. Dio è “con te”, dunque Dio è relazione, e tutto il Vangelo mi insegnerà a capire questa relazione. Maria è turbata, perché ogni cosa nuova sconvolge, e ci si chiede il significato esatto. La risposta è “non temere” frase presente molte volte nella Parola di Dio, con la motivazione: perché Dio è con te. Dio si mette nelle nostre mani (nelle mani di Maria c’è in senso pieno il Figlio steso del Padre). Gesù è presentato come Messia, con caratteristiche opposte a quelle dell’idolo, perché l’uomo cerca un Messia che comandi in modo assoluto; invece Gesù è presentato come Messia umile, mite, non arrogante. Maria chiede, si informa, perché umanamente ci si chiede sempre: “Come?”. Dio risponde: “Non devi fare nulla, faccio io”. Lo Spirito Santo è dono della Parola di Dio, che ci apre alla vita di Dio in noi. Maria risponde con una parola da capire: “schiava”. È lo stesso termine che usa Paolo quando ci parla della libertà come “farci schiavi l’uno dell’altro nell’amore”, perché la libertà è appartenere all’amore, cioè all’altro. Il sì di Maria è modello del sì che ogni persona è chiamata a dire a Dio.

 

Cosa dice questo brano alle coppie?

La vita di coppia è una relazione umana particolare, che nasce e si sviluppa tanto quanto ognuno dei due sa come costruire e non distruggere l’amore, l’attenzione, l’ascolto…

Questo brano ci insegna le coordinate di questo cammino:

§         la coppia nasce in un “non compimento”, camminando con il Signore, sarà Lui stesso che ci aiuterà a completare il cammino

§         la vita di coppia si svolge nella quotidianità, non nella straordinarietà; all’inizio si sognano tante cose particolari, poi ci si rende conto che per vivere bene bisogna restare con i piedi ben ancorati alla terra

§         la vita di coppia, nella proposta di Dio, è fonte di  gioia, ed è vissuta in modo cristiano se tutto in essa contribuisce a creare questa gioia

§         nella vita di coppia non mancano i momenti di turbamento, ma il Signore ci dice: “non temere perché io sono con te”

§         Dio si mette nelle mani degli uomini, ed in particolare nelle mani della coppia mette la testimonianza del Suo amore per la Chiesa, ed il futuro dell’umanità attraverso l’educazione dei figli

§         un cristiano intelligente si fa delle domande, ragiona, e poi vive quanto ha maturato nelle sue motivazioni profonde. Sa anche che lo Spirito Santo, che si dona in particolare nella Parola di Dio, gli apre la possibilità di avere in sé la vita di Dio.

§         come Maria, in una coppia cristiana ci si sa fare “schiavi l’uno dell’altro nell’amore”, perché si sa che la libertà è appartenere all’amore, cioè all’altro.

 

Cosa dice questo brano alla nostra coppia?

Questa parte è solo per il dialogo in coppia, per avere un’opportunità di confronto costruttivo alla luce della Parola di Dio:

§         nella nostra coppia c’è ancora la gioia dei primi tempi? Quanto sappiamo rinnovare questa gioia nell’incontro con Cristo?

§         davanti alle inevitabili difficoltà, come sappiamo incoraggiarci e sorreggerci l’un l’altro?

§         sappiamo riflettere insieme sulla Parola di Dio, aiutandoci a comprendere la Sua volontà nelle nostra scelte quotidiane, ed eventualmente sapendo chiedere aiuto a qualcuno per essere illuminati in queste scelte?

§         continuiamo ad essere realmente uno al servizio dell’altro, o questo spirito va scemando negli anni?

 

Domande per il dialogo in gruppo

§         Quali impressioni crea in me questa riflessione sul brano conosciutissimo dell’Annuncia-zione?

§         La quotidianità, la routine, intacca la nostra intesa di coppia, la nostra voglia di crescere insieme e di essere nella gioia?

§         Quanto la fede ci aiuta ad essere fiduciosi, anche in mezzo alle difficoltà quotidiane?

§         La frase “essere schiavi l’uno dell’altro nell’amore” mi sembra un pio modo di dire, oppure sono convinto che è la chiave della felicità di ogni coppia?

 

2° incontro  

 La nascita di Gesù: la coppia cerca un modello nella S. Famiglia

 

Luca 2,1-35 In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.

C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:  «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama».  Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.

Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.   Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio:  «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele».  Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima».

 

Cosa dice questo brano?

Questo brano parla di un fatto storico, annunciato e di cui si fa esperienza (tutto il Vangelo vuole portare all’annuncio e poi all’esperienza personale). Avviene durante un censimento, segno del potere di una persona sul popolo, che lo vuole contare e governare in modo assoluto. Dio si presenta come piccolo, non come il potere umano. Il male dell’Imperatore, che vuole opprimere il mondo intero col censimento, è indirizzato al bene di portare Giuseppe e Maria a Betlemme, dove Gesù deve nascere. Giuseppe e Maria obbediscono alla legge umana, con lealtà. E a Betlemme Maria compie la sua esperienza del dono, partorisce il primogenito, cioè il tutto, lo fascia, perché Dio vuole essere piccolo, aver bisogno di noi. Questa scena è vista dalla parte di Maria, che può tenere Dio, il piccolo ed il servo, nelle sue mani. È nella mangiatoia, luogo dove le bestie mangiano, perché non c’è altro posto per Lui, che vuole essere mangiato dagli uomini.

Il fatto è importante, ma per Luca è più importante il modo di accedere al fatto da parte della sua terza generazione cristiana. È l’annuncio del fatto, che si sintetizza nella presentazione di Dio in un bambino piccolo, indifeso, bisognoso.  I pastori sono la categoria infima della società dell’epoca: il piccolo si rivela ai piccoli. E lo fa tramite l’angelo, l’annunciatore: tutti abbiamo qualcuno che ci ha trasmesso la Parola, perché da soli cercheremmo in luogo sbagliato, per esempio, cercando il potente, lo cercheremo nei palazzi dei potenti, cercando il Re, lo cercheremmo nei luoghi del potere… e non dove è realmente, in una stalla, come bambino. E questa gioia è concreta, è “oggi” (presente 7 volte in Luca, perché vuole insegnarci questa concretezza della Parola): chi accoglie concretamente la Parola, fa nascere Cristo in sé. L’annuncio ci fa contemporanei al fatto, perché anche per noi si manifesta “oggi”.

Dopo l’annuncio c’è la decisione di usare questa parola per metterla in pratica, e questa decisione è libera. I pastori vanno a vedere, per capire se quella Parola è vera, e questo è lo scopo della Parola.  E trovano il Bambino, e scoprono quello che Dio è, il Bambino indifeso, che vuole solo essere amato. È il contrario di tutti gli idoli che ci creiamo, è Dio che si consegna nelle nostre mani.

Gesù entra nel Tempio, come il dominatore (cioè il piccolo, il servo). Offrire il primogenito significa riconoscere Dio come sorgente della vita (gli Ebrei non uccidono il primogenito come facevano altri popoli mediorientali, perché Dio è il Dio della vita, e non della morte). Simeone ed Anna sono il modello di tutta l’umanità che accoglie Gesù. Simeone è guidato dallo Spirito Santo (lo si dice tre volte). Simeone (Dio ha ascoltato) vede la sua attesa appagata. Di lui non si dice l’età, perché è l’umanità di sempre che desidera avere Dio tra le braccia. La sua reazione è di preghiera, la quarta preghiera del Vangelo, che noi usiamo nella Compieta perché è la preghiera della conclusione di tutto. Conclusione però non nel senso umano (fine) ma di scioglimento degli ormeggi per andare verso la vera vita. Questa salvezza che Simeone ha tra le braccia, la proclama luce per tutta l’umanità. Anche se questa piccolezza sarà scandalo e difficoltà per credere. Questa difficoltà la vede anche in Maria, e questa è la spada che le trapassa l’anima. 

 

Cosa dice questo brano alle coppie?

§         Insegna anzitutto a guardare all’esempio di Gesù, che si presenta piccolo, non come il potere umano, ed a quello di Maria e Giuseppe, che obbediscono alla legge dell’Imperatore, anche se considerata ingiusta.

§         Insegna poi a ripetere l’esperienza di Maria, che dona Gesù, ed ha la gioia di poterlo tenere nelle sue mani.

§         Ci fa poi mettere in ascolto dell’annuncio fatto dai testimoni (Vangelo, comunità viva).

§         Ci fa sentire questa gioia “oggi” sapendo che Gesù nasce in noi anzitutto attraverso la Sua Parola.

§         Ci insegna ad offrire il primogenito, cioè tutto, perché solo il don oa Lui rende piena la nostra vita.

 

Cosa dice questo brano alla nostra coppia?

Questa parte è solo per il dialogo in coppia, per avere un’opportunità di confronto costruttivo alla luce della Parola di Dio:

§         Sappiamo vivere l’umiltà di Gesù nel nostro rapporto di coppia?  Ci facciamo piccoli davanti all’altro, o volgiamo dominarlo con le nostre idee, i nostri gusti…?

§         Ci sappiamo mettere in ascolto della Parola, in coppia, per capire cosa il signore ci offre e cosa ci chiede?

§         Abbiamo una fiducia tale da vedere la presenza di Dio nella nostra vita in ogni “oggi”?

 

Domande per il dialogo in gruppo

§         L’umiltà e l’obbedienza, virtù non di moda. Come le vediamo nella nostra società e nella nostra vita da cristiani?

§         La speranza, che ci fa vedere l’ “oggi” come presenza di Dio, come è vissuta nella nostra società e nella nostra vita da cristiani?

§         Come viviamo la gioia spirituale di poter avere Gesù nelle nostre mani (Parola ed Eucaristia)?

 

 

2° Incontro solo per coppie senza figli

Giuseppe: modello di silenzio ed obbedienza

 

Matteo 1,18-25 Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:  Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi.

Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù.

 

Cosa dice questo brano?

Matteo guarda il concepimento ed il parto di Gesù con gli occhi di Giuseppe. 

È un uomo giusto, cioè santo. Sa vivere alla luce della Parola che conosce e capisce con chiarezza e semplicità.

Si raccontano più sogni di Giuseppe, simboli della Parola di Dio espressa in modo esplicito e nello stesso tempo libero, non oppressivo (il sogno lo posso accettare o meno, capire o meno…)

Matteo parla di Spirito Santo senza spiegare chi è: la Sua comunità ne aveva esperienza, oltre che conoscenza.

Gesù viene così concepito per opera dello Spirito Santo, ed accolto con impegno da Giuseppe, che si abbandona nelle mani di Dio, nonostante la straordinarietà della rivelazione

 

 

Cosa dice questo brano alle coppie?

§         Le invita anzitutto ad aprirsi alla comprensione della Parola di Dio. Da soli non abbiamo la chiarezza della strada da seguire: è come camminare al buoi, oppure in un luogo sconosciuto senza cartelli stradali.  La Parola è proprio come un cartello stradale: chiaro, e nello stesso tempo libero, perché non sono obbligato a seguirlo

§         Le invita ad avere un rapporto chiaro con lo Spirito Santo: la luce, il coraggio, la comprensione del senso della vita… sono opera dello Spirito; è Lui che le fa “concepire” nella nostra mente e nel nostro cuore

§         Le invita infine ad un vero abbandono “cristiano” nelle mani del Padre.  La volontà di Dio non è il nostro male, non è Lui che ci manda i problemi. Lui ci invita a vivere bene la nostra vita “oggi”, così com’è, senza sognare una vita che non esiste… La provvidenza è la presenza di Dio che ci aiuta a vivere quello che la vita ci presenta, come strada per la nostra santità.  L’abbandono allora è questa certezza, questa fiducia che il Signore ci aiuta, non che fa tutto Lui (è Padre, ma Padre di un figlio adulto, che si sa prendere le Sue responsabilità)

 

Cosa dice questo brano alla nostra coppia?

Questa parte è solo per il dialogo in coppia, per avere un’opportunità di confronto costruttivo alla luce della Parola di Dio:

§         Quale rapporto abbiamo con la Parola di Dio?  Ci lasciamo illuminare da essa nelle nostre scelte personali e di coppia?

§         Ci sappiamo abbandonare nelle mani del Padre, con fiducia, ma senza delegargli le nostre responsabilità?

 

Domande per il dialogo in gruppo

§         Abbiamo dei problemi nella preghiera in coppia, soprattutto con la Parola di Dio?

§         Sappiamo “sognare” in modo equilibrato (avere cioè dei desideri, delle speranze, dei progetti, ma senza esserne schiavi, senza ridurre tutta la nostra vita matrimoniale all’attuazione di quei “sogni”)?

§         Sappiamo abbandonarci nelle mani del Signore con l’equilibrio che Lui ci insegna (senza delegargli le nostre responsabilità e d’altra parte senza sentirci soli ed abbandonati dal Suo amore di Padre?

 

3° incontro

 

Gesù bambino ed adolescente: la coppia cresce guardando il modello di Gesù

 

Luca 2,39-52  Maria, Giuseppe ed il bambino fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret.  Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero le sue parole.

Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

 

Cosa dice questo brano?

Questa scena avvenuta a Gerusalemme è lo schema di tutta la vita di Gesù: parte e torna a Nazaret (vita quotidiana); si ferma a Gerusalemme 3 giorni (resurrezione); spiega ed interroga; vive sempre con il Padre. Con Gesù è compiuta la promessa; in Lui incontriamo il Padre. In tre frasette c’è tutta la vita di Gesù fino all’inizio della predicazione: cresce come uomo e dunque come Figlio. Accetta il suo limite umano, e lo vede come luogo della relazione. Il viaggio a Gerusalemme è in mezzo a questa quotidianità. Va a 12 anni, cioè l’anno prima dell’obbligo di partecipare (a 13 anni si è adulti, perché si è considerati in grado di capire la Parola ed i precetti di Dio: bar mizvà). A Gerusalemme Gesù rimane per tre giorni, senza che i genitori lo sappiano: scandalizza i Suoi genitori come i tre giorni prima della resurrezione scandalizzeranno tutti i discepoli. A Gerusalemme parla, interroga e risponde con intelligenza. I genitori lo cercano (c’è 4 volte questo verbo, perché è fondamentale questo atteggiamento), e Maria Gli chiede perché si è comportato così. La risposta spiega tutta la vita di Gesù, che deve essere sempre unito al Padre, lavorare per Lui. Si torna poi a Nazaret, dove continua a crescere; e con Lui cresce Maria nell’ascolto e nella meditazione della Parola.

 

Cosa dice questo brano alle coppie?

§         Gesù accetta il Suo limite umano (cresce come ogni bambino, cresce addirittura nel rapporto con il Padre). Ci insegna ad accettare i nostri limiti (personali, di coppia, educativi)

§         Maria e Giuseppe insegnano a Gesù la “Libertà dei figli di Dio” che non è fare ciò che si vuole, ma fare anche ciò che non è obbligatorio (va a Gerusalemme prima di quanto la legge Gli impone). Ci insegna a vivere questa bella libertà, che fa di noi dei discepoli gioiosi, e non delle persone che agiscono solo per dovere

§         Maria e Giuseppe cercano Gesù. Noi siamo chiamati a cercare Gesù in ogni nostra azione, in ogni nostra scelta quotidiana

§         Gesù afferma di essere sempre con il Padre. Ci insegna che la nostra vita acquista un vero senso per noi e per i figli tanto quanto siamo uniti al Signore ed agiamo alla Sua luce

 

Cosa dice questo brano alla nostra coppia?

Questa parte è solo per il dialogo in coppia, per avere un’opportunità di confronto costruttivo alla luce della Parola di Dio:

§         nel dialogo tra di noi accettiamo di essere “fallibili” o imponiamo il nostro punto di vista?  Se lo facciamo succede sempre, o solo su qualche argomento particolare?

§         Quale rapporto c’è nelle nostre scelte personali e di coppia tra gioia del dono ed obbligo del dovere?

§         Sappiamo essere uniti al Signore?  Lo facciamo anche riflettendo insieme alla Sua luce?

 

Domande per il dialogo in gruppo

§         Riusciamo ad essere sempre aperti all’ascolto ed elastici nelle decisioni, o ci sono degli aspetti nei quali proviamo più difficoltà? Cosa fare per aiutarci a vicenda in questo cammino di dialogo proficuo?

§         Come possiamo insieme (in coppia ed in gruppo) cercare la volontà di Dio nella riflessione e nel dialogo?

§         Vediamo nei nostri figli quanto il Vangelo dice di Gesù?  Sappiamo aiutarli ad arrivare a questa meta?  Di quali aiuti ci sembra di avere bisogno per arrivarci?

 

 

4° incontro

 

Le nozze di Cana: la coppia incontra Gesù che la santifica

 

Giovanni 2,1-11   Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà».  Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: «Riempite d'acqua le giare»; e le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po' brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono».  Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

 

 

Cosa dice questo brano?

§         Gesù deve essere invitato: non si impone contro la nostra volontà.

§         Maria interviene a difesa dei piccoli e bisognosi, e lo fa con la più bella frase che ha pronunciato: “Fate quello che vi dirà”. 

§         Gesù collega i miracoli alla Sua ora, cioè alla Sua Passione e Resurrezione, perché sa che nel momento in cui si presenterà come Messia, sarà accolto come condottiero politico-militare, oppure combattuto fino alla morte.

§         Fa il miracolo in modo “super” (il vino più buono) perché Gesù ci vuole solo offrire il meglio, ci vuole aiutare a costruire una gerarchia dei valori che dia veramente senso alla nostra vita

§         Questo miracolo è reale, ed anche simbolico: con lui la vita acquista gusto, acquista gioia (il vino è visto dagli Ebrei come fonte di gioia)

 

Cosa dice questo brano alle coppie?

§         Nella vita di coppia serve la forza per affrontare i momenti più impegnativi: la coppia cristiana sa che deve invitare Gesù nella preghiera quotidiana

§         Nella vita di coppia servono modelli: la coppia cristiana sa che Maria è il primo e più bel modello che abbiamo

§         Anche nella vita di coppia non dobbiamo cercare Gesù come forza materiale, ma Lo dobbiamo avere in noi come forza spirituale, per affrontare i problemi, e non per togliere i problemi

§         Noi volgiamo la gioia, e Gesù ci propone quella più profonda, quella che non si appassisce: la gioia del senso della vita (nel dono e non nella sopraffazione), del sapere che stiamo costruendo qualcosa di bello per qualcuno, e non solo per noi stessi.

 

Cosa dice questo brano alla nostra coppia?

Questa parte è solo per il dialogo in coppia, per avere un’opportunità di confronto costruttivo alla luce della Parola di Dio:

§         sappiamo utilizzare la presenza di Gesù ed il modello di Maria, o pensiamo di riuscire a fare tutto da soli?

§         Nella nostra gerarchia dei valori quale posto occupano le realtà materiali? E quelle spirituali? Il messaggio di Gesù entra nella costruzione della nostra gerarchia dei valori?

§         Nella nostra quotidianità prevale la gioia o lo stress, la rabbia, l’indifferenza?

 

Domande per il dialogo in gruppo

§         La gerarchia dei valori è un aspetto fondamentale per decidere le nostre scelte quotidiane: tutto si fa per ciò che si considera più importante; non ci si sforza troppo per ciò che si considera di scarso valore. Quali sono per noi, come coppia, i valori più importanti?

§         Quando ci si dedica agli altri (coniuge, figli), c’è pericolo di cadere nel “burn out”. La soluzione del problema è nell’avere degli sfoghi sufficienti, per cui lo stress non si sedimenti in noi.  Quali sfoghi abbiamo individuato? (amicizie, divertimenti, fede…)

 

 

5° incontro

 

Donna, ecco Tuo figlio: la coppia guarda anche il modello di Maria

 

Giovanni 19,25-27   Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco  tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

 

Cosa dice questo brano?

§         Le donne sono le più vicine a Gesù nei momenti difficili. Ci insegna a valorizzare le qualità femminili per la ricchezza dell’umanità

§         Gesù dona a Maria un figlio: più che dono è un impegno, perché Maria sa chi rappresenta quel nuovo figlio, cioè l’umanità intera, l’umanità che ha ucciso Gesù. Le chiede dunque di accogliere ed amare come figlio l’assassino stesso del suo Figlio naturale. E Maria lo fa, diventando nostro modello anche in questo amore che si fa perdono ed accoglienza del peccatore

§         Anche il discepolo diventa nostro modello, prendendo Maria con sé, ed insegnandoci a metterla come guida umana (dopo Gesù che è la guida divina) della nostra vita

 

Cosa dice questo brano alle coppie?

§         Se la storia ci parla di coppie “maschiliste”, il Vangelo ci insegna invece a vedere le coppie “alla pari”, nelle quali ognuno porta quanto ha di ricchezza naturale, e mette a servizio dell’altro queste sue doti

§         Il perdono, anche nella coppia, è fondamentale. Vediamolo anzitutto come “pazienza quotidiana” cioè il permettere all’altro di essere diverso da me. Vediamolo poi come soluzione di alcuni problemi più seri che potrebbero diventare dirompenti, e che invece vengono bloccati così alla radice

§         Il modello di Maria è offerto a tutti, ed in particolare alle coppie, perché Maria è soprattutto “Madre”. Ci insegna l’ascolto, l’umiltà, il dono di sé, il saper mettere l’altro al centro delle proprie scelte…

 

Cosa dice questo brano alla nostra coppia?

Questa parte è solo per il dialogo in coppia, per avere un’opportunità di confronto costruttivo alla luce della Parola di Dio:

§         il rapporto uomo-donna è paritetico, oppure tra noi c’è la superiorità di uno sull’altro?

§         Siamo capaci di perdonarci? Pensiamo a qualche esperienza del passato prossimo, nella quale c’è stata incapacità di accettare l’atro nella sua diversità (impazienza, o addirittura vera mancanza di perdono)

§         Quale atteggiamento di Maria aiuta di più la nostra coppia, e quale facciamo più difficoltà a vivere?

 

Domande per il dialogo in gruppo

§         Quali ci sembrano le difficoltà ancora presenti nella nostra società per poter formare una coppia nella quale il rapporto uomo-donna sia realmente paritetico, nel rispetto delle diversità naturali e di ruolo? 

§         Cosa pensiamo della pazienza, non come sottostima, ma come accoglienza dell’altro?

§         Il modello di Maria: quali esempi concreti possiamo ricevere da questa mamma?

 

 

 

6° incontro

  

Gesù proclama l’indissolubilità:la coppia guarda a Cristo come alla via ed alla verità

 

Matteo 19,3-12   Gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?».  Ed egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse:  Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola?  Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi». Gli obiettarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via?».  Rispose loro Gesù: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così.  Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio». Gli dissero i discepoli: «Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi».  Egli rispose loro: «Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso.  Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

 

Cosa dice questo brano?

L’Antico Testamento permette il ripudio (divorzio), ma non spiega in quali circostanze è lecito. Ci sono allora delle correnti diverse di pensiero tra gli Ebrei al tempo di Gesù: una diceva che si può ripudiare solo una moglie che ha commesso adulterio, l’atra che la si può ripudiare per qualsiasi motivo. Chiedono a Gesù a quale delle due correnti appartenga, e Lui risponde: “né all’una né all’atra, perché Dio fin dalla creazione ci ha chiamati all’indissolubilità.  Ed a chi Gli chiede come conciliare questa frase con il permesso di Mosè, Gesù afferma, mettendo in gioco la Sua divinità (“Ma io vi dico…”): “chiunque ripudia la propria moglie, e ne sposa un’altra, commette adulterio”; afferma perciò che il male non è nel ripudio in sé, ma nella conseguenza, cioè nell’esercitare poi la propria sessualità con un’altra persona. Chiamandolo “adulterio” Gesù afferma con chiarezza che il ripudio non è valido, ma che il matrimonio sussiste ancora.  Matteo ha un inciso, tradotto: “eccetto il caso di concubinato”. Il testo greco ha la parola “porneia” che significa un qualunque errore in campo sessuale. Non può significare qui “adulterio” perché se no non avrebbe senso la frase iniziale, sulle “correnti di pensiero”, e perché il termine usato subito dopo per indicare l’adulterio è un altro (moikatai).

E quando gli Apostoli stessi si ribellano, chiedendo perché Lui vuole imporre una moglie sola, Gesù parla del celibato come possibilità per qualcuno di vivere il proprio discepolato nel celibato assoluto, cioè non avendo alcuna moglie.

 

Cosa dice questo brano alle coppie?

§         Gesù ci insegna una novità, che novità non è, perché la basa addirittura sulla Creazione, dicendoci perciò che eventualmente la novità l’ha portata chi ha introdotto il divorzio

§         Pensiamo poi che quando Gesù ha detto questa frase, il ripudio era codificato in Israele da almeno 1300 anni. Noi talvolta consideriamo questa proposta non attuale, perché in Italia il divorzio è codificato da 40 anni.  Gesù non ha paura di proporre la verità, e non dobbiamo avere paura noi

§         Insegna perciò alle coppie a mettere in atto tutto ciò che serve per evitare che questa tentazione diventi realtà (fidanzamento serio, con molto dialogo; spirito di adattamento, per il quale so accettarti nelle tue diversità; scelta di mettermi al tuo servizio, non volendo che tutta la vita matrimoniale sia incentrata sui miei gusti, i miei desideri, i miei punti di vista…)

§         Insegna a dare per scontato che la scelta che ho fatto, da persona adulta e consapevole, è “per tutta la vita” e non solo fino a che mi va. Insegna perciò a capire che non posso dire “sono cose che succedono”, se non ti sopporto più, se mi innamoro di un altro – un’altra. Queste cose succedono ai bambini, che non sanno governare la propria vita, ma non possono succedere ad un adulto che sa di aver preso un impegno, e lo mantiene con coraggio e con la gioia di sapere che è maturo proprio perché sa mantenere la propria parola

 

Cosa dice questo brano alla nostra coppia?

Questa parte è solo per il dialogo in coppia, per avere un’opportunità di confronto costruttivo alla luce della Parola di Dio:

§         sappiamo dare per scontato che ci siamo sposati per la vita, e che vogliamo vivere così il nostro amore non per obbligo, ma per scelta matura e gioiosa?

§         Sappiamo dialogare su tutto, affrontando alla radice ogni problema che potrebbe mettere in difficoltà la coppia?

§         Ci sono dei “buchi neri” nel nostro dialogo, cioè degli aspetti della vita sui quali non accettiamo di parlare con il coniuge, ma ci chiudiamo a riccio?

§         So essere “paziente”, accettando cioè la tua diversità da me?

 

Domande per il dialogo in gruppo

§         Cosa pensiamo dell’indissolubilità del Matrimonio, alla luce sia del Vangelo che delle proposte della nostra società?

§         Riteniamo possibile oggi vivere questa proposta di Gesù?

§         Quali caratteristiche ha secondo noi un dialogo che metta la nostra coppia al sicuro dai pericoli di una frattura insanabile?

§         Cosa può significare oggi vivere la pazienza, cioè l’accettazione delle diversità dell’altro?

 

 

 

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Ultimo aggiornamento: 20-02-14