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La Lectio Divina e la Via Crucis

 

Lectio Divina

 

Lectio Divina di venerdì 07 ottobre

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Filippesi 4, 12-14. 19-20

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

L’uso dei beni terreni

Per gli Ebrei c’erano nella Bibbia, soprattutto nel Deuteronomio, delle indicazioni chiare sulla condivisione dei beni con io bisognosi, anche stranieri. Ma in genere la credenza popolare vedeva la ricchezza come premio del Signore, e la povertà come punizione per qualche peccato.

Gesù cambia totalmente la prospettiva: i beni della terra sono dell’umanità, ed io ne sono amministratore e non proprietario (Lc. ) e sono chiamato a:

* vivere la libertà di fronte ad essi (se vivo per accumulare ricchezze, sono schiavo!)

* condividerli con i bisognosi, appunto perché sono di tutti, e non miei in modo assoluto

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Fratelli, ho imparato ad essere povero e ho imparato ad essere ricco; sono iniziato a tutto, in ogni maniera: alla sazietà e alla fame, all'abbondanza e all'indigenza: l’equilibrio di Gesù è entrato nelle scelte quotidiane di Paolo. Gesù non insegna come arricchirsi, ma neppure come vivere una povertà eccessiva. Il Suo insegnamento è la libertà dai beni terreni. E questa libertà Paolo la esprime con queste belle parole. L’uomo maturo sa usare quello che ha, e sa farne a meno se non ce l’ha.

Tutto posso in colui che mi dá la forza: per un cristiano poi c’è una motivazione in più per fare questo. Non solo perché sono maturo, ma anche e soprattutto perché il Signore è in me e mi dona la forza di vivere questo equilibrio

Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alla mia tribolazione. Ben sapete proprio voi, Filippesi, che all'inizio della predicazione del vangelo, quando partii dalla Macedonia, nessuna Chiesa aprì con me un conto di dare o di avere, se non voi soli; ed anche a Tessalonica mi avete inviato per due volte il necessario: chiarito questo, Paolo dice di essere contento che i Filippesi lo hanno aiutato nei momenti difficili. Il cristianesimo infatti insegna il distacco dai beni terreni, ma il distacco mio!  Gli altri devo aiutarli affinché li abbiano per vivere in modo dignitoso.

Non è però il vostro dono che io ricerco, ma il frutto che ridonda a vostro vantaggio: Paolo comunque, proprio perché pronto a tutto, anche alla povertà, non ricerca questi doni per sé, ma perché vuole insegnare ai Filippesi a condividere con chi è nel bisogno (il dono fatto a Paolo ha arricchito i Filippesi, non Paolo)

Adesso ho il necessario e anche il superfluo; sono ricolmo dei vostri doni ricevuti da Epafrodìto, che sono un profumo di soave odore, un sacrificio accetto e gradito a Dio. Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza in Cristo Gesù: ora Paolo dice di non aver bisogno di altro, ma approfitta per spiegare che il contraccambio di Dio sarà munifico (i soldi investiti nei poveri danno un interesse più grandi di quelli investiti in affari umani)

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

*   Sono libero di fronte ai beni terreni, o ne sono schiavo?

*   Sono pronto a tutto, a gioire dei beni quando ci sono, come a farne a meno quando non ci sono?

*   So condividere i miei beni con chi ne ha meno di me?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Mi immagino nella comunità di Filippi mentre stiamo leggendo per la prima volta questa lettera. Ed ascolto Paolo che dice proprio a me: “ho imparato ad essere povero e ho imparato ad essere ricco; sono iniziato a tutto, in ogni maniera: alla sazietà e alla fame, all'abbondanza e all'indigenza”. E contemplo la mia vita così libera dai beni terreni, capace di elevarsi a Dio ed alla condivisione con il prossimo senza zavorre che la frenano.

 

7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola) 

Mi impegno a liberarmi da qualche schiavitù da beni terreni che individuo nella mia vita

 

 

Lectio Divina di venerdì 21 ottobre

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: 1 Tessalonicesi 1, 5-10

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

La santità nell’Antico e nel Nuovo Testamento

§         Nell’Antico Testamento per santità si intendeva la separazione tra il puro e l’impuro. La santità era dunque vista non come conseguenza di scelte morali, ma come realtà cultuale: non si è mancato a nessuna legge che rende impuri,e dunque si può partecipare al culto.

§         Nel Nuovo Testamento la santità è invece anzitutto un modo di essere, secondo il modello di Gesù. è poi dunque una conseguenza morale, che sgorga dalle nostre scelte di vita. Tutto il Vangelo è allora un invito alla santità, e tutto il resto del Nuovo Testamento è una spiegazione di come questo si viveva nella prima comunità, e dona della indicazioni concrete per mettere in pratica il grande modello divino

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Fratelli, ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a  voi per il vostro bene: Paolo ha la coscienza a posto; può affermare di essersi sempre comportato in modo irreprensibile, da essere di esempio per tutta la comunità.

E voi siete diventati imitatori nostri e del Signore, avendo accolto  la parola con la gioia dello Spirito Santo anche in mezzo a grande  tribolazione: per accogliere la parola, abbiamo due strumenti, ambedue indispensabili: il primo è l’ascolto (che si manifesta nell’attenzione a quanto si ode e nella meditazione su quanto si è acquisito, per farlo diventare convinzione nel nostro cuore e realtà nella nostra vita), il secondo è il seguire dei modelli (la Parola i  questo caso non entra in me attraverso le orecchie, ma attraverso gli occhi). Paolo vuole essere preso da modello, tanto è sicuro che la sua vita rispecchi il Vangelo alla lettera

così da diventare modello a tutti i credenti che sono  nella Macedonia e nell'Acaia: e vuole che a loro volta i suoi imitatori diventino esempio per gli altri, per diffonder il Vangelo a macchia d’olio, più velocemente che quanto possa fare la sola predicazione

Infatti la parola del Signore riecheggia  per mezzo vostro non soltanto in Macedonia e nell'Acaia, ma la fama  della vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, di modo che non abbiamo più bisogno di parlarne: la fama della fede non è un atto di superbia, ma è il modo stesso di vivere che non può restare nascosto (non si nasconde una città costruita sopra un monte). Al cristiano non deve interessare che parlino di lui, ma che dalla sua vita imparino il Vangelo, come se lo leggessero

Sono loro infatti a parlare di noi, dicendo come noi siamo venuti in mezzo a voi e come vi siete  convertiti a Dio, allontanandovi dagli idoli, per servire al Dio vivo e  vero e attendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai  morti, Gesù, che ci libera dall'ira ventura: e chi segue il Vangelo si converte a Dio, fa cioè dei passi che per Paolo sono ben chiari: allontanarsi dagli idoli (superare i nostri peccarti, soprattutto l’orgoglio e l’egoismo); servire il Dio vivo e vero (avere un serio rapporto con Dio in una vita spirituale profonda, basata sulla sua parola); attendere dai cieli Gesù risorto (vivere perciò nella speranza, per la quale si ha una fiducia incrollabile ed un impegno che nulla può soffocare)

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         So mettermi in ascolto della Parola e alla sequela dei modelli (Gesù; Maria; Santi)?

§         So a mia volta diventare modello per gli altri (chi mi vede, vede il Vangelo vissuto, esattamente come se lo leggesse)?

  

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Immagino di ascoltare Paolo che mi dice: “la fama  della tua fede in Dio si è diffusa dappertutto”. E contemplo come sarebbe la mia vita se questa affermazione fosse vera. Come sarei profondamente sereno e fiducioso, perché intimamente unito al Signore, e come sarei missionario tra i fratelli, perché il bene non può non diffondersi per imitazione.

 

7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola) 

 

 

Lectio Divina di venerdì 04 novembre 

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: 1 Tessalonicesi 4, 13-18

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Il Giudizio Finale

Normalmente pensiamo che il Giudizio universale (o Giudizio finale) avverrà alla fine dei tempi: Dio giudicherà tutti gli uomini in base alle azioni da loro compiute durante la vita, e destinerà ciascuno al Paradiso oppure all'Inferno. Questa dottrina fa riferimento ad una celebre parabola di Gesù (Matteo 25,31-46).  Questa visione non è teologicamente completa, soprattutto nel linguaggio (non è espressa bene) Vediamo come la teologia, soprattutto biblica, ce lo spiega:

·         noi non abbiamo esperienza dell’al di là, perciò ne possiamo parlare solo per immagini. Pensando che ci sarà l’unione con Dio o la lontananza da Lui, a seconda della nostra vita terrena, la nostra esperienza è quella del “processo” che dà una sentenza; si pensa allora ad un Dio “giudice” la cui sentenza è eterna (Paradiso – Inferno).

·         per uscire da questa situazione dobbiamo guardare il Cristo Crocifisso e le parole che ci ha lasciato sul significato del giudizio: non vuole la condanna, ma la salvezza. Per Lui perciò “giudizio” vorrà dire “ricostruire la giustizia”, cioè la situazione che il Padre ha creato (uomo che vive nell’amore e non nell’egoismo).  Lo farà dandoci la possibilità di tornare all’amore, oppure lasciandoci essere lontani da Lui per sempre, se non vogliamo questa “giustizia”

·         non esiste la possibilità di conversione dopo la morte, perché la scelta è legata al nostro essere in questa fase umana della vita, e dopo la morte non lo siamo più. Non esiste neppure l’annientamento del peccatore (come dicono per esempio i Testimoni di Geova), ma, secondo la Parola di Dio, l’eternità con o senza Dio.

L’importante è perciò comprendere bene il significato di “essere giudicati” perché tutto il Vangelo ci parla di Gesù che viene “non per giudicare, ma per salvare l’umanità”, e che “chi non crede è già giudicato”. Il giudizio di Dio non è da vedere secondo il paradigma umano di un processo, ma è la presa di coscienza dell’uomo davanti allo specchio, che è Dio stesso.

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Fratelli, non vogliamo lasciarvi nell'ignoranza, fratelli, circa quelli  che sono morti, perché non continuiate ad affliggervi come gli altri che non hanno speranza: la nostra speranza nasce dall’incontro con Gesù, che ci assicura la conoscenza della verità. Tutti abbiamo un punto su cui vorremmo avere una conoscenza completa: il dopo morte. Gesù è l’unico che ci alza, in modo assolutamente autorevole, il velo che lo copre

Noi crediamo infatti che Gesù è morto e  risuscitato; così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per  mezzo di Gesù insieme con lui: la base della Sua rivelazione è la Sua Resurrezione. Questa ci fa comprendere che anche noi risorgeremo, e come risorgeremo.

Questo vi diciamo sulla parola del  Signore: noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del  Signore, non avremo alcun vantaggio su quelli che sono morti.  Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'arcangelo e al  suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti  insieme con loro tra le nuvole, per andare incontro al Signore  nell'aria, e così saremo sempre con il Signore: Paolo cerca di spiegare questa verità, e lo fa con il linguaggio dell’epoca (per esempio il modo di esprimersi: saremo rapiti sulle nuvole, per andare incontro al Signore nell’aria), e con la sua cultura particolare (per esempio la sua convinzione iniziale che la fine dei tempi fosse estremamente prossima).  Questo ci fa capire che noi non possiamo non esprimere la fede se non nella nostra cultura, e che perciò compito della comunità è quello di riformulare continuamente l’unica fede immutabile, sia per i cambiamenti culturali nel tempo, sia per applicarla alle diverse culture planetarie.

Confortatevi dunque  a vicenda con queste parole: non l’aspetto culturale, ma la verità di Gesù diventa vera consolazione (senso della vita), e questo ce lo dobbiamo trasmettere l’un l’altro, ricordandocelo a vicenda nei momenti difficili, quando serve essere risollevati dalla tristezza.

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         Ho una fede profonda nell’unica vita che il Signore mi dona, e nella Resurrezione dei morti?

§         Ho le idee chiare sul fatto che solo Gesù ha qualcosa da dirmi in proposito, e lo so anche trasmettere agli altri?

 

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Mi metto in ascolto di Paolo che mi invita a non restare nell’ignoranza ma ad avere speranza.  E contemplo la mia vita come sarebbe se avessi una speranza profonda, serena, convinto che la mia unica vita prevede un passaggio, ma non una fine, e che io, proprio con il mio io integrale, continuerò a vivere col Signore.

 

7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola) 

Mi impegno a riflettere sulla Resurrezione, per avere le idee chiare e trovare spranza, tanto da condividerla con i fratelli.

 

 

Lectio Divina di venerdì 18 novembre

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: 1 Corinzi 15, 20-26.28

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

La Resurrezione dei morti

Per evitare incomprensioni nel linguaggio, il Credo non dice "Resurrezione della carne" ma "...dei morti". Non vuole entrare perciò in dibattiti teologici, che non hanno un riscontro chiaro nella Parola di Dio.  Gesù ci assicura che tutti risorgeremo, ma non ci dice come; questo è solo un approfondimento teologico.  Premesso allora che la nostra fede è nella Resurrezione, proviamo però anche a fare un ragionamento per capire il meglio possibile il "come". E' bene chiarire il significato antropologico di “corpo” per i greci (lingua nella quale è scritto il Nuovo Testamento) e l’Ebraico (lingua nella quale Gesù parlava)

Per i greci “soma” (soma) significa la parte materiale dell’uomo, in contrapposizione a “spirito”. in Ebraico non c’ questa contrapposizione: anche lì ci sono due termini, ma con significati sempre unificanti:

“basar”: l’uomo integro, ma espresso dal punto di vista materiale

“nefesh”: l’uomo integro, ma espresso dal punto di vista spirituale

Parlando di Resurrezione, sia di Gesù che nostra, per una persona che ragiona in questa seconda antropologia significa che la persona intera, anche materialmente intesa, è viva con Dio. Questo ci diventa più semplice da accettare. Non è un problema di cellule, ma di personalità: sono “io” nella mia integralità che vivrò con Lui.

Come avverrà la “Resurrezione della carne”

Nel Nuovo Testamento quando si parla di Resurrezione si dice “dei morti” e non “della carne” perché ci si esprime in una antropologia ebraica e non greca (è tutto l’uomo che diventa nuovo in Cristo). Gesù parla di Resurrezione presentandola con equilibrio: contro i Sadducei dice che è una realtà escatologica, e contro i Farisei afferma che non sarà un ritorno alla vita terrena.

Tutta la tradizione cristiana, partendo dal Nuovo Testamento, parla di una immortalità dell'anima, seguita poi in un secondo tempo dalla resurrezione della carne.

Cosa diversa da questa sono le resurrezioni miracolose che, secondo i Vangeli, furono operate da Gesù: quella della figlia di Giairo, quella del figlio della vedova di Naim, quella di Lazzaro. Queste persone, infatti, non entrarono in questa nuova condizione, ma furono richiamate alla loro vita precedente, e a suo tempo morirono una seconda volta.

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Fratelli, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti: Affermazione chiara dal punto di vista dottrinale, e fonte di fiducia nella nostra vita quotidiana, perché ci assicura del fatto storico, e ce lo presenta come garanzia per la nostra personale resurrezione

Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo: il paragone con Adamo corrobora la tesi di Paolo, perché la nostra morte spirituale è dovuta alla perdita della vicinanza con Dio in seguito alla scelta dell’umanità (Adam = uomo) di non voler essere vicini a Lui; e così la nostra vita in Dio (tutta la vita, su questa terra e poi in Paradiso, nella Resurrezione)  è dovuta alla salvezza portataci da Cristo, che ci ha riaperto il rapporto con Dio.

Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo; poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza: la primizia (Cristo) è già risorta, poi, a suo tempòo, toccherà a ciascuno di noi. E conseguenza di questo sarà la vita piena di Dio in ogni uomo, cioè il Suo Regno sarà avverato, e Cristo glielo consegnerà (perché è dalla redenzione operata da Lui che questo Regno, cioè questa presenza di Dio in ogni uomo, si è avverato). E la nascita di questo Regno comporta la fine del Regno di Satana, padrone del mondo fino a quel momento

Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte: conseguenza della vittoria su Satana (i demoni, cioè “tutti i Suoi nemici”) sarà la vittoria sulla morte, frutto di Satana (l’uomo sarebbe morto anche senza il peccato originale, ma la morte sarebbe stata un passaggio indolore, perché capito e desiderato. Col peccato invece l’uomo si è allontanato da Dio, e non desidera incontrarlo, sente perciò il peso e la paura di questo passaggio)

E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti: ed ecco la conclusione e la meta, il Suo essere “tutto in tutti”. È questa la più bella definizione del Regno di Dio, che diventa realtà per noi ogni volta che Lo accogliamo nella nostra vita.

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

La fede nella Resurrezione dei morti illumina di serenità la mia vita?

Ho le idee chiare sul fatto che la meta della vita e fare in modo che Gesù sia tutto in tutti? Al momento posso dire che è “tutto in me”?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Mi fermo a contemplare la potenza del Cristo, Re dell’Universo, che vince non un Impero terreno, ma la morte stessa.  E contemplo l’umanità nella quale Dio sarà tutto in tutti. E lascio che questa gioia riempia il mio cuore, per vivere nella speranza e nell’impegno di collaborare alla venuta di questo Regno.

 

7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola) 

Mi impegno a sentirmi collaboratore del Re dell’Universo perché il Suo Regno di gioia, giustizia e pace venga al più presto.

 

 

Lectio Divina di venerdì 02 dicembre

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: 2 Pietro 3, 8-14

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Il “Giorno del Signore”

È un modo di dire che significa: “Il giorno nel quale il Signore verrà”. Da tutto il Nuovo Testamento però si evince che questo “giorno” non è solo la “fine del mondo”, ma è il momento nel quale il Signore viene nella nostra vita, cioè “oggi”.

Tutto l’Avvento infatti insegna che noi dobbiamo essere vigilanti per attendere questa venuta quotidiana, continua in noi, garanzia poi dell’altra venuta, quella definitiva alla fine della nostra vita (per vivere spiritualmente con Lui in Paradiso) ed alla fine dei tempi (per vivere con Lui personalmente nella Resurrezione)

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Una cosa però non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo: entriamo nella parte filosofica della fede: la concezione dell’eternità. Questo modo di esprimerla è semplice ed incisivo, perché Dio, essendo nell’eternità, è fuori del tempo, e per Lui dunque, non esistendo lo scorrere delle ore, un secondo o mille anno sono la stessa cosa.

Il Signore non ritarda nell'adempiere la sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi: noi vorremmo sempre, istintivamente, “tutto subito”. Il Signore invece dà il giusto quando è giusto.  I Suoi tempi sono ritmati dai nostri bisogni profondi di salvezza spiratale, e non di benessere fisico, per il quale normalmente chiediamo.

Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli con fragore passeranno, gli elementi consumati dal calore si dissolveranno e la terra con quanto c'è in essa sarà distrutta: il “giorno del Signore” visto come venuta alla fine dei tempi. La sua presentazione è secondo il linguaggio ebraico “apocalittico”

Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi così, quali non dovete essere voi, nella santità della condotta e nella pietà, attendendo e affrettando la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli si dissolveranno e gli elementi incendiati si fonderanno!: qui il “giorno del Signore” è visto in ambedue i suoi significati. C’è anche quello profondo e spirituale di accoglienza del Signore che viene nella mia vita oggi, attraverso i Sacramenti, la Parola, i Suoi doni, i fratelli da servire…

E poi, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia: ecco con chiarezza la doppia comprensione: i cieli nuovi sono il Paradiso, nel quale la santità (giustizia) sarà piena per tutti; ma anche la terra nuova, nella quale il Signore viene in noi ogni giorno e ci aiuta a costruire una società rinnovata, basata sulla Sua Parola.

Perciò, carissimi, nell'attesa di questi eventi, cercate d'essere senza macchia e irreprensibili davanti a Dio, in pace: e  “l’Avvento”, cioè la preparazione a questa venuta del duplice “giorno del Signore” si vive così, “senza macchia”, cioè senza peccato, superando l’egoismo che è in noi attraverso la forza della Parola e della presenza sacramentale di Cristo, “irreprensibili”, cioè vivendo in modo tale da non “dover essere ripresi, rimproverati” dal Signore, perché l’amore (che è il Suo unico precetto) è in noi; ed “in pace”, atteggiamento che indica la certezza che non temiamo nulla perché Lui c’è.

  

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

Sono realmente in attesa del “Giorno del Signore” che si manifesta oggi in me, e che devo vivere senza peccato, in modo irreprensibile e nella pace?

Sono realmente in attesa del “Giorno del Signore” che si manifesterà alla fine della mia vita, quando verrà a chiamarmi per essere definitivamente con Lui?

Come manifesto la mia attesa dei cieli nuovi e della terra nuova?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Mi fermo a contemplare i cieli nuovi e la terra nuova che attendo, pregustando il Paradiso, ed anche la mia vita, e la mia società, impostate sull’amore che Gesù ha insegnato, e non sull’egoismo istintivo dell’uomo

 

7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola) 

Mi impegno a riflettere sui cieli nuovi e terra nuova, ed a chiedermi come collaborare per la loro costruzione

 

 

Lectio Divina di venerdì 16 dicembre

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Romani 16, 25-27

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Mistero e conoscenza nel Nuovo Testamento

Il termine “mistero” ha avuto una evoluzione nella Parola di Dio, e poi nel nostro linguaggio quotidiano.

Oggi noi lo interpretiamo come “una verità incomprensibile all’uomo”.  Nella Parola di Dio invece significa “una realtà che io non posso sapere finché Lui non me la riveli. Poi la posso capire”.  Per Paolo, come qui per Pietro, il mistero in assoluto è l’Incarnazione, la venuta di Dio stesso tra noi.

In seguito alla rivelazione noi conosciamo delle verità che non potremmo sapere diversamente. La conoscenza talvolta può non essere completa, perché va oltre la nostra comprensione umana, ma è comunque sufficiente per capire la bellezza di questo dono che il Signore ci fa rivelandoci l’esistenza di quelle realtà.  Questi misteri, solo parzialmente comprensibili, sono soprattutto la Trinità (capisco che Dio è uno, e capisco cosa vuol dire tre persone, ma non capisco come tre persone possano essere un Dio solo), l’Incarnazione (capisco che Gesù è uomo, e posso anche capire che sia Dio, ma non riesco a capire come lo possa essere contemporaneamente, almeno dal punto di vista psichico, per cui sa tutto in questo Dio, e non sa molte cose in quanto uomo) e la libertà umana nonostante la prescienza divina.

La conoscenza d’altra parte non è tutto. Questo sarebbe gnosticismo, cioè pretesa di conoscere dei segreti progressivi, che mi avvicinano a Dio. In Cristo non ci sono segreti, ma solo rivelazione palese per tutti, dell’amore infinito del Padre per l’umanità.

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

A colui che ha il potere di confermarvi secondo il vangelo che io annunzio e il messaggio di Gesù Cristo: Paolo è solo uno strumento, che presenta il Vangelo; solo Dio ci conferma nella fede, cioè ce la fa vivere fino in fondo. Ciò non toglie importanza allo strumento: se non ci fosse l’evangelizzazione non ci sarebbe la possibilità di conoscere, di scegliere e di vivere la fede, se non tramite chiamata miracolosa di Dio, cosa che Lui però non vuole comunemente fare.

secondo la rivelazione del mistero taciuto per secoli eterni, ma rivelato ora: Dio è amore, è Padre, è innamorato dell’uomo tanto da volerlo salvare a tutti i costi. E questo non è comprensibile umanamente, perché umanamente assurdo.  E’ un mistero che ora però ci è rivelato in Gesù: quello che di Dio io perciò non posso capire, ora lo conosco e lo capisco perché Lui me lo ha rivelato.

e annunziato mediante le scritture profetiche, per ordine dell'eterno Dio, a tutte le genti perché obbediscano alla fede: i profeti già l’avevano annunciato, ma non era ancora chiaro, fino a che la Sua presenza personale nell’umanità ha reso chiaro all’uomo questo Suo modo di essere Padre.

a Dio che solo è sapiente, per mezzo di Gesù Cristo, la gloria nei secoli dei secoli: è Dio dunque la sapienza, perché conosce la verità intera (anzi, è Lui la verità) e ce l’ha manifestata in Gesù che è la presenza del Suo amore tra noi.

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         Accolgo con equilibrio la conoscenza della fede tramite la ragione, senza cadere nell’assolutizzare questa conoscenza a discapito dell’incontro di amore con Lui?

§         Comprendo e vivo conseguentemente l’amore assurdo del Padre, che ama i Suoi figli adottivi donando loro la vita del Figlio secondo natura?

 

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Mi metto con stupore di fronte al mistero dell’Incarnazione, che non potrei capire se Lui non me lo avesse rivelato con la Sua stessa venuta tra noi; e riempio la mia vita di gioia convincendomi che il Padre mi ha realmente amato fino a questo punto

 

7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola) 

Mi impegno a fermarmi in riflessione, prima di Natale, sull’amore assurdo del Padre per l’umanità

 

 

Lectio Divina di venerdì 13 gennaio

  

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: 1 Corinzi 6, 13-15. 17-20

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

La sessualità nel Nuovo Testamento

Non è un argomento molto trattato, perché per Gesù rientra nel tema dell’amore. L’unica legge morale del Nuovo Testamento è “amatevi come io ho amato voi”, ed anche la sessualità deve fare riferimento a questa legge.

I brani espliciti sono solo quello che mediteremo oggi, con il suo proseguimento nel capitolo 7°, e liste di peccati (le opere della carne, secondo Paolo, per esempio in Galati 5,19-21 oppure le “intenzioni cattive” di cui parla Gesù in Marco 7,21-22), il ricordo da parte di Gesù del comandamento “non commettere adulterio” al giovane ricco (per esempio Mt. 19,18), l’affermazione alla donna adultera che non condanna, ma alla quale dice esplicitamente che ha peccato (Giovanni 8,11).

La sintesi di tutte queste affermazioni è che la sessualità è un bel dono di Dio, che rende santi gli sposi perché cementa la loro unione e li rende capaci di partecipare alla potenza divina di donare la vita; e d’altra parte che può essere usata male, come ogni istinto, nell’egoismo e non nell’amore costruttivo per l’altro.  Cristo poi vuole santificare questa unione nel Sacramento del Matrimonio, che rende presente Cristo nella coppia e santa la loro unione.

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Fratelli, il corpo non è per l'impudicizia, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo: inizi a trattare questo argomento al positivo, senza presentarlo come tabù o come il peccato assoluto

Dio, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza: e ne mette anche una motivazione teologica, perché il nostro corpo è importante in quanto destinato a risorgere come quello di Gesù, ed a vivere per sempre con Dio.

Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai!: spiegherà in questa stessa lettera che noi siamo un Corpo di cui Gesù è il capo e gli esseri umani le membra. Essere membro di cristo è per noi una gioia, ma anche un impegno, perché questo membro deve comportarsi all’altezza del Suo essere

Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito: è dunque una scelta: unito al Signore oppure vinto dal mio egoismo

Fuggite la fornicazione! Qualsiasi peccato l'uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dá  alla fornicazione, pecca contro il proprio corpo: non assolutezza la sessualità, ma la mette al suo posto; posso usarla in modo sbagliato, e ciò mi rende inadatto ad essere membro di Cristo.

O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!: oltre che membro di Cristo sono anche Tempio dello Spirito, dunque sono di Dio, e non mia esclusiva proprietà; sono salvato dal Sangue di Cristo, che non è giusto disprezzare… tutto ciò mi deve portare a glorificare Dio nella mia vita, e così pure nel mio corpo, attraverso una sessualità vissuta secondo la Sua creazione

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         Ho le idee chiare sugli insegnamenti di Cristo e del Nuovo Testamento (non della Chiesa, che non fa altro che ribadire la Sua Parola) sulla sessualità?

§         Mi impegno a vivere e trasmettere questi valori, o mi lascio incantare dalla moda presentata dai mass media nella molte persone conosciute, e considero “normale” e “attuale” ciò che è egoismo e non amore?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

M immagino Membro di Cristo, Tempio dello Spirito, e contemplo la mia vita vissuta in questo dono di amore a Lui ed alle persone alla luce della Sua Parola, per portare il vero amore, e non l’egoismo dei miei istinti non guidati dalla ragione. Conseguenza della mia contemplazione di questa vita deve essere il desiderio di viverla così, nella santità del dono e non nell’egoismo della ricerca di me stesso.

 

7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola) 

Mi impegno a vedere con gioia questo aspetto della vita, alla luce del Signore ed a presentarlo in quella luce anche quando mi capita di parlarne con altri

 

 

Lectio Divina di venerdì 20 gennaio 

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: 1 Corinzi 7, 29-31

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Lo sguardo del cristiano: su questa terra o sull’al di là?

Un cristiano deve vivere la doppia fedeltà, a Dio ed alla società nella quale vive. Lo sguardo di un cristiano adulto ed equilibrato è perciò rivolto ad ambedue queste realtà, senza lasciarsi condizionare da una solo di esse:

§         guarda il paradiso come meta, e lo attende con gioia perché sa che vivrà per sempre con la Trinità, non lo desidera però a discapito della vita terrena, perché anche questa è dono.

§         guarda questa terra come dono transitorio, perciò la ama, la gusta, ne gioisce, ma non la assolutizza perché sa che è appunto un dono transitorio.

 

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Questo vi dico, fratelli: il tempo ormai si è fatto breve: Paolo continua ancora ad essere convinto che la fine del mondo sarà prossima (questa lettera è scritta intorno al 55), ed i consigli che dà sono perciò legati a questa attesa di un evento che sta per arrivare

d'ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l'avessero: non significa un disprezzo della sessualità (poco prima, proprio all’inizio di questa capitolo, ha invitato gli sposi a stare insieme) ma un superamento della sua assolutizzazione

coloro che piangono, come se non piangessero e quelli che godono come se non godessero: non significa un disprezzo dell’emotività, ma un superamento di essa a favore di scelte più profonde

quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano del mondo, come se non ne usassero appieno: non significa un disprezzo dei beni terreni, ma una libertà di fronte ad essi

perché passa la scena di questo mondo!: e tutto questo con una motivazione chiara, perché questa vita non è un assoluto, ma un dono transitorio

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         Come vivo questo equilibrio di fronte alla sessualità, all’emotività, ai beni terreni?

§         Come vivo l’equilibrio tra lo sguardo al paradiso e lo sguardo a questa terra?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Mi fermo ad immaginare una vita pienamente libera dai legami che la schiavizzano; capace di trovare la gioia nelle cose terrene, e la serenità quando mancano; capace di guardare il paradiso con la serenità dell’attesa di un amico che viene, senza togliere la possibilità di godere di questa vita… e riempio il mio cuore di questa serenità, tanto da decidere di trovare questa libertà più grande

 

7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola) 

Mi impegno a riflettere sui questo equilibrio che Gesù propone, per poterlo vivere in ogni aspetto della mia vita

 

 

Lectio Divina di venerdì 27 gennaio 

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Deuteronomio 18, 15-20  e  1 Corinzi 7, 32-35

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Mosè parlò al popolo dicendo: “ Il Signore tuo Dio susciterà per te, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta pari a me; a lui darete ascolto. Avrai così quanto hai chiesto al Signore tuo Dio, sull'Oreb, il giorno dell'assemblea, dicendo: Che io non oda più la voce del Signore mio Dio e non veda più questo grande fuoco, perché non muoia.

Il Signore mi rispose: Quello che hanno detto, va bene; io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò. Se qualcuno non ascolterà le parole, che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto. Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dei, quel profeta dovrà morire.

 

Fratelli, vorrei che voi foste senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie, e si trova diviso! Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito. Questo poi lo dico per il vostro bene, non per gettarvi un laccio, ma per indirizzarvi a ciò che è degno e vi tiene uniti al Signore senza distrazioni.

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

 

7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola) 

 

 

Lectio Divina di venerdì 03 febbraio

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: 1 Corinzi 9, 16-19.22-23

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Predicazione e testimonianza

La predicazione nella comunità della Chiesa è sempre stata vista come un invito perentorio di Gesù: Lui per primo ha spiegato il Suo messaggio, ed ha chiesto ai Suoi amici di continuare a proporlo a tutti.  I primi Apostoli hanno preso sul serio questo invito, tanto che Pietro potrà affermare che il loro compito era solo quello di pregare e predicare (Atti 6,4).

Si è anche però compreso da subito che la predicazione non poteva essere solo un insieme di proposte verbali, ma doveva essere corroborata da una testimonianza di vita, perché senza di quella non sarebbe stata credibile. Gesù era stato un uomo coerente, ed era stato seguito da molti; loro dovevano essere coerenti per convincere l’umanità della profondità del messaggio di Gesù.

La chiesa attuale deve avere il coraggio di cercare come priorità la santità gioiosa dei suoi membri, se vuole che la nostra società comprenda che vale la pena seguire il Signore.

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Fratelli, non è infatti per me un vanto predicare il vangelo; è un dovere per me: guai a me se non predicassi il vangelo!: per un apostolo (oggi diremmo, per un prete), è questo il primo scopo della vita. Se cerca qualche altra priorità, tradisce il suo mandato!  Ma lo stesso discorso, in modo diverso, vale anche per i cristiani laici. La predicazione del Vangelo è un dovere di ogni discepolo, chiamato a portare la Parola di Gesù nei propri ambienti di vita.

Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato: e non ci si può sentire speciali se si fa questo; ci si deve sentire in difetto se non lo si fa, perché grande è questo incarico che Gesù ci ha donato, e troppo importante è che il Suo messaggi raggiunga il numero più altro di persone

Quale è dunque la mia ricompensa? Quella di predicare gratuitamente il vangelo senza usare del diritto conferitomi dal vangelo: l’istinto umano è fare le cose per ricompensa. La prima ovviamente è il denaro, ma ci possono anche essere ricompense morali, come la gratitudine e la stima delle persone; Paolo invece ci insegna che non si deve cercare nessuna ricompensa, se non la gioia di aver messo in pratica questo mandato di Gesù.

Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero: Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno: Paolo potrebbe anche cercare ricompense umane, come quella di essere mantenuto dalla comunità, ma non lo fa per essere di testimonianza a tutti sulla grandezza della predicazione, che è ricompensa a se stessa. E la testimonianza per Lui è quella di farsi simile a tutti, in modo da comprendere ogni persona ed essere compreso da loro. Il risultato sarà quello di offrire a tutti il messaggio di Gesù, in modo che chi vuole, nella sua libertà, lo possa seguire.

Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro: l’esempio di Paolo ed il suo invito per noi è di mettere il Vangelo sopra ogni cosa, pronti  a fare tutto per vivere personalmente e poi per far conoscere, la Parola.

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         Conosco abbastanza il messaggio di Gesù, da saperne parlare senza timidezza e d’altra parte senza esaltazione?

§         Sono coerente, vivendo prima quello che propongo?

 

 

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Immagino Paolo che mi propone il suo esempio dicendo “Tutto io faccio per il vangelo”, e contemplo la mia vita vissuta così, tutta alla luce del Vangelo, e tutta protesa a trasmetterlo alle persone dei miei ambienti di vita. E lascio che il mio cuore si riempia di queste immagini, perché sia sempre più desideroso di trasformare i quel modo la mia vita.

 

7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola) 

Mi impegno a verificare dove e come posso testimoniare il Vangelo e presentarlo anche a parole

 

 

Lectio Divina di venerdì 17 febbraio

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA:  2 Corinzi 1, 18-22

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Sincerità e coraggio nella predicazione

La predicazione (cioè la proposta della Parola di Dio ai fratelli), deve avere queste caratteristiche:

§         sincerità, perché deve presentare la verità assoluta. Parte dall’esperienza dell’ascoltatore, che si accoglie con affetto, ma non può essere presentata in modo “politicamente corretto” per essere accolta più facilmente, perché deve essere fedele a Cristo, che non è sceso dalla Croce per essere accolto più facilmente!

§         coraggio: perché è difficile accettare il punto di partenza dell’ascoltatore (vorrei che tutti fossero come me, mi piacerebbe dare per scontato che tu conosci già molti aspetti basilari, che tu accogli senza difficoltà le proposte morali del Signore…) ed è difficile essere fedele alla Parola di Cristo in un mondo dove viene derisa, considerata sorpassata ed inutile, se non dannosa alla società…

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Fratelli, Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è "sì" e "no": la non chiarezza porterebbe all’incomprensione del messaggio ed alla superficialità della risposta di vita. Ma Paolo sa di non aver mai tergiversato, di essere sempre stato chiaro, senza paura di non accontentare qualcuno che vorrebbe edulcorare la Parola di Gesù

Il Figlio di Dio, Gesù Cristo che abbiamo predicato tra voi, io, Silvano e Timoteo, non fu "sì" e "no", ma in lui c'è stato il "sì": e Paolo si comporta così perché è Gesù per primo che ha fatto quella scelta. La Sua chiarezza lo porterà addirittura sulla Croce

E in realtà tutte le promesse di Dio in lui sono divenute "sì": Gesù è la sintesi delle profezie, è dunque il Messia, ma non come era atteso dalle persone, bensì come è raccontato dai Profeti, compreso il Servo Sofferente di Isaia.  Solo così appaga tutte le promesse, perché coi dona la salvezza spirituale e la verità di fede

Per questo sempre attraverso lui sale a Dio il nostro Amen per la sua gloria: è proprio attraverso questa chiarezza e profondità di Gesù che noi possiamo ringraziare il Padre, e Gli sappiamo confermare la nostra fede.

E' Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo, e ci ha conferito l'unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito Santo nei nostri cuori: la circolarità della Trinità permette anche questa altra affermazione: è nel Padre che noi possiamo confermare la nostra fede in Cristo. E tutto questo perché lo Spirito Santo, nel quale riceviamo l’unzione (parola biblica, che significa la santificazione, la consacrazione), ci aiuta a vivere inseriti nella stessa Trinità

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         Sono chiaro nel mio parlare di fede, senza confonderlo con miei gusti umani, e senza essere tentennante per paura di non soddisfare l’ascoltatore?

§         Vivo un rapporto di intimità e di gioia con le Tre Persone divine?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

  

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Mi metto in ascolto di Paolo che assicura di essere come Gesù, solo “sì” per l’umanità.  E mi fermo a contemplare come sarebbe la mia vita se anche io fossi sempre così, chiaro nelle idee, sereno e coraggioso nelle scelte di vita.  E lascio che questa immagine riempia la mia vita, per spingermi a decidere a favore di questa scelta.

 

7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola) 

Mi impegno a meditare con profondità la Parola di Dio, per essere sempre chiaro nella mia fede

 

 

Lectio Divina di mercoledì 22 febbraio  -  Le Ceneri

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA:   Marco 2,18-22

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Dio vuole il sacrificio?

L’uomo è convinto di sì, tanto che tute le religioni prevedono dei sacrifici, cioè delle rinunce a qualcosa che potei utilizzare per me, e che invece dono a Dio.

Il cristianesimo ci offre una nuova visione di Dio (Padre, e non padrone) e cambia perciò anche l’idea di sacrificio. Questo esiste nel cristianesimo, ma ha come finalità:

§         tenerci vigilanti per essere pronti ad accogliere il Signore che torna per prenderci con sé (è il tema dell’Avvento)

§         aiutarci a convertirci, cioè a diventare liberi dal male (è il tema della Quaresima)

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Ora i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?»: il digiuno (ogni sacrificio offerto a Dio) è parte integrante di tutte le religioni. Anche nell’Ebraismo è u precetto. Gesù cambia la mentalità, perché ci da la vera immagine di Dio: se questo è un Padre, e non un padrone, allora è ovvio che non servono sacrifici “per tenerlo buono”, ma solo l’amore per restituire l’amore infinito che ha per noi.

Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno: ciò non toglie che Gesù chiede anche il sacrificio, ma con un’altra finalità: è quella di tenerci sempre vigilanti, per essere pronti ad accoglierlo al Suo ritorno.

Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi: è una nuova mentalità che deve essere acquisita, se vogliamo essere veri cristiani. La constatazione purtroppo è quella di vedere dei cristiani (Battezzati) che non hanno però una fede cristiana, ma ancora pagana (o, almeno, ebraica).

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Mi fermo a contemplare il mio rapporto con Dio, come sarebbe bello se fosse sempre profondo come Gesù ce lo ha insegnato. E lascio che la gioia di questa immagine riempia il mio cuore, tanto da spingermi a crescere nella fede e nell’amore vero

 

7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola) 

Mi impegno a liberarmi dal male, anche attraverso il sacrificio, ma visto sempre solo come liberazione e non come mezzo per accaparrarci la benevolenza di Dio

 

 

Lectio Divina di venerdì 02 marzo

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA:  Romani 8, 31-34

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Fiducia ed abbandono in Dio

Il Nuovo Testamento ci insegna un profondo equilibrio anche riguardo alla fiducia in Dio, perché ci insegna a non cadere in nessuno dei due estremi (sfiducia o fatalismo).

L’abbandono in Lui è totale per un cristiano che ha capito in Gesù l’amore infinito ed appassionato del Padre per l’umanità: sappiamo che tutto quello che non dipende da noi lo dobbiamo lasciare nelle Sue mani di Padre, nella certezza che saprà fare in modo che il nostro meglio avverrà sempre.

E quello che dipende invece da noi?  Ecco la negazione del fatalismo, perché in questo caso noi non diciamo “insciallà” come fanno gli arabi, ma diciamo: “Signore, aiutami a prendermi le mie responsabilità”, e facciamo poi come se tutto dipendesse da noi.

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Fratelli, che diremo? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?: ecco la base della nostra fiducia: Dio è con noi.  Lui lo è realmente, l’importante è fare in modo che anche noi siamo con Lui (non si può dire “Got mit uns” e poi discriminare o uccidere!)

Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?: la garanzia della veridicità della Sua presenza nella nostra vita è il fatto che ci ha dato Suo Figlio. E questo comporta la conseguenza che, se ci ha dato l’infinito, non possiamo dubitare che ci dia ciò che è il nostro bene quotidiano

Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica: la paura del giudizio deve essere spazzata da questa affermazione, perché Dio è un Padre per il quale la parola “giudizio” significa “perdono” e “accoglienza”.

Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi?: nel “Giudizio Universale” di Michelangelo vediamo Gesù col braccio alzato come per condannare, e vicino Maria in atteggiamento supplice. Paolo non ci insegna così, ma ci dice che è Gesù in atteggiamento supplice, ed il Padre non ha il braccio alzato per condannare,  proprio perché è Lui che ha mandato Gesù a morire per noi!

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         Ho una fiducia piena in Dio, senza cadere nel fatalismo?

§         Ho paura di un Dio che punisce, o sono diventato cristiano pieno, ed ho fiducia in un Dio che è morto per me?

§         Mi impegno a seguire l’invito all’amore di Gesù per paura, oppure per la gioia di amare Colui che mi ha amato infinitamente?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Mi fermo per un po’ a contemplare la Croce. Immagino poi il Giudizio di Dio, visto però con Gesù Crocifisso vicino, in modo da trovare fiducia e serenità

 

7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola) 

Mi impegno ad aumentare la mia fiducia in Dio, sempre attento a non cadere nel fatalismo

 

 

Lectio Divina di venerdì 16 marzo

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA:  Efesini 2, 4-10

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Umiltà e conversione

L’umiltà è una virtù della quale si parla molto nel Nuovo Testamento, perché orgoglio ed egoismo sono le due radici di ogni male. Significa saper stare al proprio posto, riconoscendoci creature di fronte a Dio (dunque non Suoi creditori), e fratelli davanti al prossimo (dunque non padroni, o centro del mondo)

L’umiltà è alla base di ogni cammino di conversione, perché u orgoglioso non penserà mai di dover cambiare, in quanto si considera già perfetto, o almeno dichiara a parole di non esserlo, però non sa individuare un aspetto nel quale è carente e nel quale debba cambiare.

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Fratelli, Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo: per grazia infatti siete stati salvati: frase che sintetizza la natura del Padre. Ci fa capire infatti che ci ama con amore infinito, che ci salva dai nostri peccati (nostra morte spirituale) ridandoci la vita nel perdono e nella conversione, e tutto questo lo fa “gratis” (per grazia) senza nostro merito. È l’equilibrio che dobbiamo trovare, nella comprensione della giustificazione in dialogo tra la concezione cattolica e quella luterana: non siamo salvi per i nostri meriti, ma per la Sua grazia (come dice Lutero), ma ciò non significa che noi siamo esonerati da fare la nostra parte; non la facciamo per poter vantare davanti a Dio un credito, ma lo facciamo perché è segno del nostro amore riconoscente al Padre (come dice la comunità ecclesiale cattolica)

Con lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù: Paolo parla al presente di una realtà futura; ne è così certo che può affermare che Dio ci ha già resuscitati. Per sempre la Sua grazia e la Sua bontà saranno chiare a tutti, proprio perché Lui ci ha fatto il dono di questa ricchezza spirituale

Per questa grazia infatti siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene: ribadisce il discorso della salvezza che viene da Dio e non dalle nostre opere; questa è la radice della nostra umiltà.

Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone che Dio ha predisposto perché noi le praticassimo: ribadisce però anche che noi dobbiamo fare la nostra parte di opere buone, seguendo quanto il Signore ha proposto nel Suo Vangelo, perché il nostro amore per Dio sia concreto, e non solo a parole

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         Mi metto davanti a Dio come creditore, o con l’umiltà del figlio e della creatura?

§         Mi metto davanti al prossimo come padrone, o come fratello, con gli stessi diritti e stessi doveri?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

  

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Contemplo la grazia di Dio in me, che perdona, rafforza, riempie di gioia e fiducia… e lascio che il mio cuore si riempia della certezza che tutta la mia vita può essere migliore se la vivo in questa umiltà, di non pretendere da Dio, ma di seguire serenamente il Suo amore ricambiandolo con lo stesso amore

 

7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola) 

Cerco di riflettere sulla salvezza che Dio mi ha donato “gratis” per trovare davanti a Lui la vera umiltà

 

 

Lectio Divina di venerdì 23 marzo

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

1.  LETTURA:  Ebrei 5, 7-9

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

L’obbedienza a Dio ed agli uomini

L’obbedienza è una virtù insegnata dal Nuovo Testamento nella duplice valenza di obbedienza a Dio ed obbedienza all’autorità umana.

A Dio è soprattutto Gesù che ce la presenta con il Suo esempio (tutte le tentazioni che ha sono spinte a non obbedire al Padre, non accettando la croce o scendendo da essa). Anche gli Apostoli impareranno presto che questa è la strada maestra per essere certi di vivere bene (Atti 5,29 Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini)

All’autorità umana è una conseguenza. Giuseppe e Maria vanno a fare il censimento in virtù di questa obbedienza; Gesù paga la tassa al Tempio (Mt. 17,24); Paolo insegna questa obbedienza (1 Tim. 2,2); Pietro addirittura invita ad obbedire ai padroni cattivi (1Pt. 2,18 Domestici, state soggetti con profondo rispetto ai vostri padroni, non solo a quelli buoni e miti, ma anche a quelli difficili)

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Cristo, nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà: la lettera agli Ebrei ricorda quanto i Vangeli raccontano del Getzemani. Però afferma che “fu esaudito”. Naturalmente non lo fu nel senso materiale del termine (Il “calice” non passò da Lui), ma nel senso spirituale: il Padre lo ha aiutato a superare la tentazione della paura e dell’abbandono della Sua vocazione, per seguire invece lo strumento che avrebbe portato la nostra salvezza.

pur essendo Figlio, imparò tuttavia l'obbedienza dalle cose che patì: è Figlio, secondo natura, e sa di essere donato all’umanità, fatta di figli per adozione. Ma obbedisce al Padre, ed è proprio la sofferenza che lo aiuta ad imparare l’obbedienza.  La sofferenza non è l’unica strada per la salvezza (lo è solo l’amore), ma è il mezzo migliore per diventare maturi

e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono: questa sofferenza perciò rende Gesù perfetto anche come uomo. E questo è per noi la salvezza: non il sangue (perché il Padre non ha bisogno del sangue per essere spinto al perdono), ma l’obbedienza nel servizio e nel dono di sé.  E quella di Gesù è così perfetta che spinge anche noi ad imitarlo, per essere collaboratori della nostra salvezza

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         So vivere l’obbedienza al Padre, appunto perché “Padre” e non “padrone”?

§         Accolgo la sofferenza come strada per la maturazione, o solo come maledizione davanti alla quale ribellarmi?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Immagino Gesù nel Getrzemani, e constato con l’autore di questa lettere come sia stato esaudito spiritualmente.  Ed immagino poi la mia vita vissuta come la Sua, nella gioia di fare la volontà salvifica del Padre, tanto da riempirmi di gioia vedendola così piena e serena, e da decidere di viverla in questo modo

 

7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola) 

Mi impegno a cercare in quali aspetti della mia vita posso vivere meglio l’obbedienza al Padre

 

 

Lectio Divina di venerdì 13 aprile

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA:  1 Giovanni 5,1-6

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

La coerenza nella fede

È un aspetto particolare del cristianesimo, che è un invito assoluto alla libertà.  Questo significa che nessuno è obbligato a seguire la proposta di Gesù; e se uno non la segue, questo non pregiudica il Suo amore per noi: ci ama comunque, perché siamo figli, e non perché siamo buoni.

La coerenza è la logica conseguenza di una scelta: nella conseguenza non c’è più libertà, non perché Dio ce la toglie, ma perché è razionale mettere in pratica quanto si è deciso.

Un cristiano perciò, dopo che si è informato, ha riflettuto ed ha deciso, vive la propria fede in modo integrale, semplicemente perché è una persona matura.

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Carissimi, chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato: siamo figli, e la nostra figliolanza ci porta ad una fede coerente, che ci fa amare il Padre, ed in Lui anche il Figlio.

Da questo conosciamo di amare i figli di Dio: se amiamo Dio e ne osserviamo i comandamenti, perché in questo consiste l'amore di Dio, nell'osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi: la coerenza nella fede non è a livello di sentimento, ma di scelta operativa, cioè nell’osservanza della volontà di Dio che si manifesta nella Parola di Gesù. e questa volontà non è pesante, perché la volontà di un Padre non può che essere di gioia per il figlio

Tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede: nella teologia giovannea “mondo” significa “Regno di Satana”. E questa presenza è stata vinta da Gesù, non ci fa più paura. Ed ancora viene vinta nel mondo dalla forza più grande, che è la nostra fede che ci fa vivere con Lui ed in Lui, e che perciò ci rende spiritualmente invincibili.

E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio?: ribadisce il soggetto della vittoria su Satana, cioè Gesù (noi vinciamo solo se siamo uniti a Lui)

Questi è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con acqua soltanto, ma con l'acqua e con il sangue: come detto da Giovanni il Battista, Gesù verrà con l’acqua (i Sacramenti, la Sua presenza nell’umanità), ma avvalorata dal Sangue (il Suo dono all’umanità)

Ed è lo Spirito che rende testimonianza, perché lo Spirito è la verità: tutto questo lo sappiamo per mezzo dello Spirito Santo, fonte di verità (ricordiamo quello che Gesù aveva promesso: “quando verrà lo Spirito Santo, vi insegnerà la verità tutta intera”)

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         Vivo la mia fede con coerenza, o solo a parole o in modo sentimentale?

§         Ho una fiducia grande in Gesù, perché unito a Lui so che vincerò il Regno di Satana nel mondo?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

 6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

immagino per un po’ il mondo in balia di Satana (faccio una carrellata di cose brutte che conosco), e poi penso invece a come sarebbe bello se tutti avessimo realmente quella fede profonda che ce lo farebbe vincere.  E riempio il mio cuore di questa bella visione, tanto da decidermi a vivere questa fede completa e coerente

 

7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola) 

Mi impegno a riflettere sulla mia coerenza, ed a raggiungerla se ancora non la vedo completa

 

 

 

Lectio Divina di venerdì 27 aprile

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA:  1 Giovanni 3, 1-2

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Come immaginare l’al di là.

Il dopo morte non è nel nostro orizzonte esperienziale, e dunque non è immaginabile, perché ogni immagine sarebbe una pura supposizione, non una realtà.

E’ per questo che il dopo morte fa parte della fede in Gesù, è uno dei tre aspetti sui quali ci dona la Sua Rivelazione (chi è Dio, qual è il comportamento giusto per l’uomo, cosa mi aspetta dopo la morte) e sui quali possiamo conoscere la verità solo se qualcuno che la conosce realmente ce la comunica. Gesù è Dio, ci ha creati, e perciò sa per quale meta lo ha fatto; Gesù è diventato uomo, è morto ed è tornato in vita, e perciò ci sa dire sperimentalmente cosa c’è dopo la morte.

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!: alla base della nostra fede nel paradiso c’è la consapevolezza di essere figli di Dio. È qui il centro della nostra fede, perché se siamo figli, è logico che il Padre ci voglia con sé, è logico dunque per noi credere nel paradiso

La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto lui: solo se si conosce si può amare. Ciò vale per noi, che mettiamo il Vangelo meditato prima dell’Eucaristia ricevuta (prima cronologicamente, non come importanza); e vale per gli altri che, se non Lo conoscono, è naturale che non possano amarlo e seguirlo

Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato: l’essere figli vale per noi su questa terra, dove siamo già con Lui. Varrà anche nell’al di là, in paradiso, ma questo è un atto di fede appunto perché lo sappiamo in quanto Lui ce lo ha rivelato, ma non lo conosciamo nei dettagli, perché non lo abbiamo ancora sperimentato

Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è: tutto quello che sappiamo è la Sua rivelazione, qui sintetizzata in questa due affermazioni: saremo simili a Lui, cioè risorti, immortali, immersi nell’amore infinito; lo vedremo nella Sua realtà, perché il Paradiso è l’incontro eterno con l’amore della Trinità

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         Ho fede in Gesù che mi rivela l’al di là? Credo soprattutto nella Resurrezione?

§         Accolgo la rivelazione di Gesù sul Paradiso, senza cercare di immaginarlo?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Immagino le varie idee sull’al di là che ho sentito nella mia vita (reincarnazione, nulla eterno, vita spirituale con Dio), e poi ascolto la rivelazione di Gesù, sulla vita da risorti, nell’amore eterno ed infinito della Trinità, e gusto questa realtà così grande, eppure così concreta, alla quale sono chiamato.

 

Lectio Divina di venerdì 04 maggio

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA:  1 Giovanni 3, 18-24

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Siamo “come Dio”?

Siamo figli non per natura, ma per adozione. Ciò comporta che non siamo “dei” nel senso letterale, ma che abbiamo molto dal Padre, che ci considera figli a tutti gli effetti.  Possiamo dire perciò di avere anche dei caratteri somatici divini nel nostro spirito.

Questa ereditarietà consiste in:

§         Immortalità: Lui è eterno (senza principio né fine); io sono immortale (con un principio, ma senza fine, in quanto mi ama tanto da attendermi con sé anche dopo la mia morte fisica)

§         Capacità di amare: l'amore sentimento è umano, ma l'amore capace di donare tutto se stesso an­che all'estraneo, anche nel perdono del nemico, è soprannaturale, ed ha bisogno di connotati divini per essere vissuto.

§         Capacità di essere libero: la libertà vera non è quella sociale (possibilità di fare ciò che voglio), ma quella personale (esenzione dai condizionamenti interiori). L'uomo è naturalmente tendente al­l'egoismo, ed ha bisogno dei caratteri divini per superare questa tendenza.

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità: la lettera di Giovanni insiste molto su questa coerenza di scelte, e non su una fede solo sentimentale

Da questo conosceremo che siamo nati dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa: e proprio per superare il sentimentalismo, insiste anche molto sulla “verità”. È la verità della paternità di Dio, che ci accoglie nonostante i nostri peccati, e ci toglie perciò i sensi di colpa, e ci riempie di fiducia. E lo fa in modo infinito, proprio perché il Suo amore ed il Suo perdono sono più grandi del nostro cuore (cioè dei nostri desideri, della nostra capacità di accoglierlo…)

Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio; e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui: in questa pace del cuore, dovuta non alla nostra perfezione, ma al Suo perdono, noi viviamo con gioia la Sua Parola, e siamo certi di avere il Suo aiuto in tutto ciò che è spirituale

Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato: ribadisce l’osservanza dei comandamenti, spiegandola ulteriormente, perché il comandamento unico di Gesù (amatevi come Io ho amato voi) lo possiamo osservare se prima osserviamo quello sulla fede (chi crede in me ha la vita eterna)

Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E da questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato: l’osservanza dei comandamenti non è un fatto legale (come era visto nell’Antico Testamento) ma è un rapporto personale, perché ci rende Tempio della Trinità.  Infatti la fede in Gesù, l’amore del Padre e la forza dello Spirito Santo sono le realtà presenti in chi vive tutto questo

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         Mi chiedo ancora una volta: come vivo la coerenza della mia fede?

§         Accolgo la verità di Dio, della Sua Paternità, del Suo desiderio di essere sempre in me?

§         Osservo i comandamenti di Gesù, che sono solo quello di credere in Lui e di amare come Lui ama?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Mi fermo ad immaginare la mia vita come Tempio della Trinità. La mia coerenza di fede vissuta nella verità di Cristo e nell’amore per il prossimo sul Suo esempio, mi porta a sentirmi realmente dimora delle Tre Persone, che mi riempiono di gioia, di fiducia, di abbandono…

 

7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola) 

Mi interrogo sulla mia osservanza dei “Comandamenti di Gesù”

 

 

 

Lectio Divina di venerdì 18 maggio

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA:   Efesini 4, 1-13

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

La pazienza e la sopportazione nel Nuovo Testamento

La seconda lettura di oggi ci presenta queste due virtù, come stile di vita di Gesù che lo ha fatto degno di Ascendere al Padre.  Vediamole nella nostra vita:

§         pazienza cristianamente significa “permettere all’altro di essere se stesso”. Il nostro istinto, che ci mette al centro del mondo, fa di noi delle persone che vorrebbero tutti a propria immagine e somiglianza; chi non lo è deve essere punito, e perciò sono impaziente con lui.  Gesù invece ci insegna ad accogliere l’altro così come è, senza manipolarne la libertà (eventualmente correggendolo, ma sempre con il rispetto dovuto alla ricerca del suo bene, e non del mio sfogo).  Ricordiamo che il primo insegnamento morale di Gesù (Mt. 5,21-22) ci invita alla pazienza, ed ugualmente la prima caratteristica dell’amore che Paolo insegna (1Cor. 13,4)

§         se la pazienza è la base del nostro rapporto con gli altri, la sopportazione è la base del nostro rapporto con gli avvenimenti della vita. Non è passività o debolezza, ma è scelta di accogliere tutto ciò che non posso cambiare, in modo da essere sereno nonostante i problemi. Su una cattedrale spagnola c’è scritto: “Se c’è soluzione, perché ti preoccupi? e se non c’è soluzione, perché ti preoccupi?”.  Cristianamente però la sopportazione non è sufficiente: ì una virtù umana. Per un cristiano c’è in più l’offerta a Dio della propria vita, in modo da renderla comunque una benedizione, e non solo una maledizione da accettare

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Fratelli, vi esorto io, il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto: Paolo sta scrivendo dalla prigionia, e sfrutta questa sua situazione per essere più credibile in quanto sta per dire.  Anzitutto ogni avvenimento della nostra vita è “vocazione”, cioè volontà salvifica di Dio che ci chiama ad essere santi in esso

con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace: perché ciò sia possibile è fondamentale che ci sia la pazienza, cioè il rispetto della libertà reciproca, base della pace

Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione: cristianamente poi ci sono degli altri motivi per vivere questo rispetto e questa pace: la certezza che siamo un corpo solo, e dunque abbiamo una unica fede ed un’unica speranza (meta della nostra vita)

un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti: ma soprattutto unico è Dio che ci porta a tutto ciò, essendo il Padre che ci guida, anzi, che è in noi

A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo: questa unità non appiattisce le persone, perché ognuno è se stesso, in quanto quest’unico Padre, proprio perché è Padre ci ama tutti con la stessa quantità di amore, ma in modo personalizzato

Per questo sta scritto: Ascendendo in cielo ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini. Ma che significa la parola “ascese”, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose: Gesù è diventato uomo (è disceso) per portarci i doni del Padre, ed ora è tornato al Padre (è asceso) per portarci definitivamente a Lui

È lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero: e ci porta tutti come figli, e ciascuno con i propri doni che lo rendono unico. Tra questi dono per Paolo emergono quelli che servono per accompagnare i fartelli alla santità (apostolato, evangelizzazione, insegnamento…)

al fine di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo: la meta per tutti è raggiungere Cristo, cioè la perfezione del nostro stato umano e spirituale

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         Vedo tutta la mia vita come risposta ad una vocazione?

§         Percepisco la mia vita come vita da figlio, in unione con tutta la comunità e nello sfruttamento dei miei doni personali?

§         Ho chiara la meta: la maturazione umana e spirituale?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Immagino per un po’ Gesù, uomo maturo e amore infinito. E poi immagino come sarebbe la mia vita se vivessi anche io, con Lui, questa duplice maturità. E lascio che questa gioia riempia il mio cuore, per aiutarmi a decidere di vivere realmente così, con il Suo aiuto

 

7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola) 

Rifletto sulla mia maturità umana e spirituale, per individuare qualche aspetto nel quale posso migliorare

 

 

Lectio Divina di venerdì 25 maggio

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Atti 2, 1-11  e  Galati 5, 16-25

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Fratelli, camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.

Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge.

Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come gia ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio.

Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c'è legge.

Ora quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri. Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

 

7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA’ ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola) 

 

 

Lectio Divina di venerdì 08 giugno

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Ebrei 9, 11-15

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Cristo Sommo Sacerdote e Unico Mediatore

Nell’Antico Testamento il Sacerdote era visto come il mediatore tra Dio e l’uomo: era l’unico che poteva offrire i sacrifici a Dio per il popolo, ed era colui che interpretava la Parola di Dio per le persone. 

Gesù cambia questa visione: Lui è l’unico sacerdote, cioè l’unico mediatore, e nella sua comunità tutti saranno come Lui, capaci di offrire il vero sacrificio, cioè la propria vita. Gli apostoli non sono “sacerdoti”, ma “presbiteri”, con l’incarico di portare (non interpretare) la Sua Parola e di ripetere quanto Lui ha fatto per essere presente nella comunità stessa (Sacramenti).

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Fratelli, Cristo, venuto come sommo sacerdote di beni futuri, attraverso una Tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano di uomo, cioè non appartenente a questa creazione, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrò una volta per sempre nel santuario, procurandoci così una redenzione eterna: la lettera agli Ebrei afferma con chiarezza che Gesù è l’unico sacerdote, l’unico mediatore. Nell’antico Testamento Dio viveva nella tenda (quando guidava il popolo nel deserto)  e poi nel Tempio. Questi erano comunque fatti da mano di uomo. Invece ora Dio vive in Gesù, Suo Figlio divino. E la Sua salvezza non è donata dal sangue di animali, uccisi da uomini (i sacerdoti), ma dal Sangue del Suo Figlio divino, che ci dona perciò la vera e definitiva salvezza.

Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsi su quelli che sono contaminati, li santificano, purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo, che con uno Spirito eterno offrì se stesso senza macchia a Dio, purificherà la nostra coscienza dalla opere morte, per servire il Dio vivente?: gli Ebrei cercavano il perdono con gesti simbolici e sacrificali. Quanto più, spiega questa lettera, il perdono e la salvezza vengono dal Sangue di Cristo?

Per questo egli è mediatore di una nuova alleanza, perché, essendo ormai intervenuta la sua morte per la redenzione delle colpe commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l'eredità eterna che è stata promessa: con il dono di Sé sulla Croce Gesù è diventato il vero salvatore, l’unico mediatore tra noi e Dio, e questa Sua salvezza è eterna, perché la Antica Alleanza, fatta per preparare la salvezza, è conclusa in Colui che la attualizza.

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         Cerco la salvezza in Gesù soltanto, oppure ho anche altre strade per trovare quello che solo l’Unico mediatore mi può dare?

§         Gioisco di questa salvezza, e la vedo come fonte di fiducia e di serenità?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Mi fermo a immaginarmi nell’Antica Alleanza, nella ricerca di una salvezza che è semplicemen-te simboleggiata dal sangue degli animali. E poi guardo alla mia vita salvata realmente dal Sangue di Cristo, e lascio che questa gioia riempia il mio cuore, e lo faccia decidere a cercare in Lui e solo in Lui la salvezza

 


 

Via Crucis

 

       24.02.12 Divento membro del nuovo popolo,prendendo la Croce con Lui.

 

1° STAZIONE: LA CONDANNA DI GESÙ

"Essere Chiesa" è la nostra meta di quest'anno. Si diventa membro della Sua comunità, partecipando alla Sua vita.

 

2° STAZIONE: GESÙ PRENDE LA CROCE

E la vita di Gesù ha questo culmine: Croce e Resurrezione. Intanto, medito sul prendere la croce, che per Gesù è importante, e lo deve essere anche per me.

 

3° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA PRIMA VOLTA

Spesso mi allontana dalla chiesa l'idea che qualcuno nella chiesa si comporta male. Oggi voglio purificare questa mia idea: non sono cristiano perche i cristiani sono buoni, ma perché Gesù mi chiama ad esserlo.

 

4° STAZIONE: GESÙ INCONTRA SUA MADRE

Nella Chiesa ho degli aiuti: il primo è la presenza di Maria...

 

5° STAZIONE: GESÙ E' AIUTATO DAL CIRENEO

...il secondo sono i fratelli che mi aiutano a portare la mia croce. ..

 

6° STAZIONE: LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESÙ

...il terzo è la possibilità di conoscere il vero volto di Gesù, non come pare a me, ma , come é oggettivamente.

 

7° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA

Nella Chiesa sono chiamato ad avvicinarmi a chi cade moralmente, a non giudicare, ma a dare una mano per rialzarsi.

 

8° STAZIONE: GESÙ INCONTRA LE PIE DONNE

Nella Chiesa sono chiamato all'ottimismo: non a piangere sulle brutture del mondo, ma a lavorare per affrontare le brutture del mondo.

 

9° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA

Nella Chiesa sono chiamato ad avvicinarmi anche a chi cade spiritualmente, a chi non accetta Cristo perché non lo sa o non lo vuole conoscere. Anche queste persone non le devo giudicare, ma sono chiamato a dar loro una mano per rialzarsi.

 

10° STAZIONE: GESÙ SPOGLIATO DELLE VESTI

Nella Chiesa sono chiamato alla vera libertà. Come Gesù, che si libera di tutto per amarci, sono invitato a trovare la libertà nei 1 superamento di tutti i miei limiti, che mi condizionano nei 1 mio progresso spirituale.

 

11° STAZIONE: GESÙ VIENE INCHIODATO ALLA CROCE

Nella Chiesa trovo il modo di offrirmi in servizio ai fratelli, perché il mio servizio, vissuto in modo comunitario, sarà un dono più grande per tutti, come organizzazione e soprattutto come testimonianza.

 

12° STAZIONE: GESÙ MUORE SULLA CROCE

Nella Chiesa ho il Sangue di Gesù in dono, nei i Sacramenti.

 

13° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO DALLA CROCE

Gesù torna alla terra, ed io nella comunità ho modo di vedere meglio le realtà terrene, con l'equilibrio di chi le vede con uno sguardo comunitario, reso migliore dal filtro del Vangelo

 

14° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Nella Chiesa non tutto è perfetto, ci sono dei problemi come i ogni comunità. Talvolta si soffre, ci si sente soli.

 

15° STAZIONE: LA RESURREZIONE DI GESÙ

...ma nella comunità si ha la gioia di incontrare Cristo vivo, risorto, che rimane vivo proprio nella Sua Chiesa.

 

 

02.03.12 VIVO DA BATTEZZATO,  PRENDENDO LA CROCE CON LUI.

 

1° STAZIONE: LA CONDANNA DI GESÙ

Il Battesimo è stato per noi una scelta, anche se non è stata presa personalmente. Una scelta che prevede un impegno di tutta la vita.

 

2° STAZIONE: GESÙ PRENDE LA CROCE

Il Battesimo ci fa partecipare alla vita di Cristo, ci fa diventare come Lui. Anche la croce, che è stata nella Sua vita, diventerà importante per noi, come via, come mezzo, non come fine.

 

3° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA PRIMA VOLTA

Vivere da battezzati significa impegnarsi a non cadere nel peccato, ma soprattutto sapersi rialzare, con l'aiuto del Signore.

 

4° STAZIONE: GESÙ INCONTRA SUA MADRE

Vivere da battezzati significa vivere le stesse gioie del Signore, e tra queste c'è l'incontro con Sua madre, che ci ha lasciato anche come Madre nostra.

 

5° STAZIONE: GESÙ E' AIUTATO DAL CIRENEO

Vivere da battezzati significa prendere coscienza che la croce è una realtà da condividere con i fratelli, ai quali si chiede e si offre aiuto.

 

6° STAZIONE: LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESÙ

Vivere da battezzati significa riconoscere Cristo nei i fratelli, ed amarlo in loro come 10 si amerebbe se 10 si incontrasse nelle strade della Palestina.

 

7° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA

Vivere da battezzati significa non cadere nella sfiducia. Non siamo soli, siamo depositarlo della grande promessa di Gesù: Sarò con voi sempre, fino alla fine del mondo.

 

8° STAZIONE: GESÙ INCONTRA LE PIE DONNE

Vivere da battezzati significa avere la gioia in se anche in mezzo ai problemi, perché la presenza reale di Cristo nella nostra vita ci aiuta a vivere al di sopra dell'ansia quotidiana.

 

9° STAZIONE: GESU CADE PER LA TERZA VOLTA

Vivere da battezzati significa accogliere chi cade nei I peccato, e, senza giudicare, dargli una mano per risollevarsi.

 

10° STAZIONE: GESÙ SPOGLIATO DELLE VESTI Vivere da battezzati significa vivere nella libertà dei figli di Dio, scoprire cioè che Gesù è vissuto senza condizionamenti ed imitarlo col Suo aiuto e con la nostra volontà

 

11° STAZIONE: GESÙ VIENE INCHIODA TO ALLA CROCE

Vivere da battezzati significa saper perdonare come Gesù ha perdonato.

 

12° STAZIONE: GESÙ MUORE SULLA CROCE

Vivere da battezzati significa gioire dell'incontro con l'amore di Gesù nei Sacramenti, in particolare nel Suo perdono e nella Sua presenza personale tra noi.

 

13° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO DALLA CROCE

Vivere da battezzati significa saper guardare la conclusione della propria vita con la fiducia di sapere che si va all'incontro con Lui.

 

14° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Vivere da battezzati significa saper attendere: attendere il Signore, nei momenti di aridità; attendere i tempi dei fratelli, per aiutarli a modo loro, e non a modo nostro.

 

15° STAZIONE: LA RESURREZIONE DI GESÙ

Vivere da battezzati significa avere la grande gioia che si può avere solo essendo discepoli di chi ha vinto persino la morte.

 

09.03.12 DIVENTO UOMO DELLE BEATITUDINI,PRENDENDO LA CROCE CON LUI.

 

1° STAZIONE: LA CONDANNA DI GESÙ

Gesù mi propone le beatitudini, e mi chiede di viverle come strada per essere suoi discepoli. Invitano alla felicità, però prevedono anche la croce.

 

2° STAZIONE: GESÙ PRENDE LA CROCE

Ed infatti ogni beatitudine ha in se una componente di croce. Ma non si può immaginare una vita diversa, ed allora è meglio accettarla per quello che è: strada per la gioia

 

3° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA PRIMA VOLTA Beati i miti, perché erediteranno la terra: Vivere da uomo/donna delle beatitudini significa vivere la mitezza, e guardare alla vita senza rancore, anche quando ci presente dei problemi che ci fanno cadere, sempre con l'aiuto del Signore per rialzarci

 

4° STAZIONE: GESÙ INCONTRA SUA MADRE

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio: Vivere da uomo/donna delle beatitudini significa portare la pace, come fa Maria, avvicinandosi ad ogni persona col cuore di mamma.

 

5° STAZIONE: GESÙ E' AIUTATO DAL CIRENEO

Beati gli afflitti, perché saranno consolati: Vivere da uomo/donna delle beatitudini significa vivere nella certezza che non posso essere felice da solo.

 

6° STAZIONE: LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESÙ

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio: Vivere da uomo/donna delle beatitudini significa avere il cuore limpido, per poter vedere il volto di Cristo nella Parola, nei i Sacramenti ed in ogni persona

 

7° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA SECONDA VOL T A

Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia: Vivere da uomo/donna delle beatitudini significa guardare gli altri, anche i cattivi, con gli occhi di Cristo, Dio che diventa uomo per la Sua misericordia verso di noi.

 

8° STAZIONE: GESÙ INCONTRA LE PIE DONNE Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei i cieli: Vivere da uomo/donna delle beatitudini significa avere in noi la gioia anche in mezzo ai problemi, un ottimismo che nasce solo dalla Sua presenza.

 

9° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati: Vivere da uomo/ donna delle beatitudini significa cercare sempre la giustizia, che è il rispetto della dignità dell'uomo sempre, anche se non nei sembra degno.

 

10° STAZIONE: GESÙ SPOGLIATO DELLE VESTI

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli: Vivere da uomo/donna delle beatitudini significa vivere il distacco equilibrato che ha avuto Gesù dalle cose materiali.

 

11° STAZIONE: GESÙ VIENE INCHIODATO ALLA CROCE

Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia: Vivere da uomo/donna delle beatitudini significa saper perdonare con gioia, come ha fatto Lui.

 

12° STAZIONE: GESÙ MUORE SULLA CROCE

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli: Vivere da uomo/donna delle beatitudini significa essere distaccati anche dalla stessa vita, che si ama, si gode, ma non si vede come un assoluto.

 

13° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO DALLA CROCE

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio: Vivere da uomo/donna delle beatitudini significa portare pace al mondo, come ha fatto Gesù per mezzo del Suo Sangue.

 

14° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Beati gli afflitti, perché saranno consolati: Vivere da uomo/donna delle beatitudini significa saper dare un senso anche alle proprie sofferenze.

 

15° STAZIONE: LA RESURREZIONE DI GESÙ

Vivere da uomo/donna delle beatitudini significa vivere la gioia proposta in tutte le beatitudini.

 

16.03.12 DIVENTO CAPACE DI VIVERE IL COMANDAMENTO NUOVO,

PRENDENDO LA CROCE CON LUI.

 

1° STAZIONE: LA CONDANNA DI GESÙ

Gesù non è tenero con i Suoi discepoli: dona tutta la verità, anche se questa è impegnativa. Il Comandamento Nuovo è forse la più difficile delle Sue novità.

 

2° STAZIONE: GESÙ PRENDE LA CROCE

Può essere una croce per noi, ma se vogliamo essere Suo i discepoli dobbiamo saperla abbracciare con coraggio e gioia.

 

3° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA PRIMA VOLTA

Vivere il Comandamento Nuovo significa saper amare tutti, anche chi cade facendoci del male

 

4° STAZIONE: GESÙ INCONTRA SUA MADRE

Vivere il Comandamento Nuovo significa amare tutti col cuore di una mamma

 

5° STAZIONE: GESÙ E' AIUTATO DAL CIRENEO

Vivere il Comandamento Nuovo significa portare la croce dei fratelli, senza chiederci chi porterà la nostra

 

6° STAZIONE: LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESÙ

Vivere il Comandamento Nuovo significa amare tutti guardandoli con la certezza che in essi Gesù ha impresso il Suo volto.

 

7° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA

Vivere il Comandamento Nuovo significa saper amare tutti, anche chi cade spiritualmente, abbandonando e tradendo Gesù.

 

8° STAZIONE: GESÙ INCONTRA LE PIE DONNE

Vivere il Comandamento Nuovo significa portare la gioia a tutti, anche quando noi stessi siamo tristi o stanchi, e vorremmo essere lasciati in pace

 

9° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA

Vivere il Comandamento Nuovo significa saper amare tutti, anche chi cade materialmente, e ci risulta difficile aiutarlo perché ci provoca ribrezzo.

 

10° STAZIONE: GESÙ SPOGLIATO DELLE VESTI

Vivere il Comandamento Nuovo significa liberarci da tutto ciò che ci rende difficile aprire il nostro cuore: pigrizia, orgoglio, egoismo. ..

 

11° STAZIONE: GESÙ VIENE INCHIODATO ALLA CROCE

Vivere il Comandamento Nuovo significa raggiungere questa perfezione di Gesù: amare fino al perdono, fino alla giustificazione.

 

12° STAZIONE: GESÙ MUORE SULLA CROCE

Vivere il Comandamento Nuovo significa amare come Lui ha amato, cioè essere pronti a contemplare il Suo dono, per donare altrettanto.

 

13° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO DALLA CROCE

Vivere il Comandamento Nuovo significa saper tornare alla terra quando si è stati con Lui: la preghiera ci serve per vivere, perche la nostra vita è la somma di questi due amori: Dio ed il prossimo

 

14° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO nei L SEPOLCRO

Vivere il Comandamento Nuovo significa saper tacere, saper attendere, saper amare non come mi piacerebbe, ma secondo il bene degli altri.

 

15° STAZIONE: LA RESURREZIONE DI GESÙ

Vivere il Comandamento Nuovo significa vivere nella gioia perché solo nella gioia doneremo ai fratelli ciò di cui hanno bisogno.

 

                    23.03.12 DIVENTO UOMO DELLA RESURREZIONE,

                                PRENDENDO LA CROCE CON LUI.

 

1° STAZIONE: LA CONDANNA DI GESÙ

Gesù è condannato a morte, ma per Lui questa è una condanna alla Resurrezione. Anche per noi è importante vedere la vita così: la morte come un passaggio, la resurrezione come una meta.

 

2° STAZIONE: GESÙ PRENDE LA CROCE

La croce c'è sempre, in ogni vita. L 'insegnamento di Gesù è di guardarla con ogni nuovi: se la guardo come un passaggio, ne vedo la giusta dimensione (studio/promozione)

 

3° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA PRIMA VOLTA

Diventare uomo/donna della Resurrezione significa saperci rialzare dopo ogni caduta morale e spirituale: il cristiano non è il perfetto, ma il convertito.

 

4° STAZIONE: GESÙ INCONTRA SUA MADRE

Diventare uomo/donna della Resurrezione significa avere la gioia di cercare gli esempi giusti nella nostra vita: Maria è il primo di questi.

 

5° STAZIONE: GESÙ E' AIUTATO DAL CIRENEO

Diventare uomo/donna della Resurrezione significa saper prendere la croce dei fratelli con gioia, sapendo che la croce porta alla Resurrezione.

 

6° STAZIONE: LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESÙ

Diventare uomo/donna della Resurrezione significa saper cedere Gesù nel volto dei fratelli, e Gesù che passa negli avvenimenti della vita.

 

7° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA

Diventare uomo/donna della Resurrezione significa saperci accostare con un sorriso a chi cade, senza giudicarlo e senza sentirsi migliori, ma aiutandolo a rialzarsi come ci rialziamo noi.

 

8° STAZIONE: GESÙ INCONTRA, LE PIE DONNE

Diventare uomo/donna della Resurrezione significa avere sempre la gioia e l'ottimismo di Gesù, anche in mezzo alle croci.

 

9° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA

Diventare uomo/donna della Resurrezione significa accogliere l'aridità spirituale come un dono, e non come una punizione, traducendola subito in preghiera comunque gioiosa.

 

10° STAZIONE: GESÙ SPOGLIATO DELLE VESTI

Diventare uomo/donna della Resurrezione significa diventare uomo/donna libero a ogni condizionamento, capace del bene anche in mezzo a chi fa il male, capace della gioia anche in mezzo ai depressi. ..

 

11° STAZIONE: GESÙ VIENE INCHIODATO ALLA CROCE Diventare uomo/donna della Resurrezione significa perdonare, senza l'orgoglio di sentirci feriti, ma con la gioia di collaborare a portare Cristo anche a chi ci fa del male.

 

12° STAZIONE: GESÙ MUORE SULLA CROCE

Diventare uomo/donna della Resurrezione significa accogliere e contemplare la morte di Gesù come dono salvifico per noi, senza la tristezza che nasce dal pensiero della morte, ma con la gioia che nasce dal sapere che questa morte è strada per la Resurrezione.

 

13° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO DALLA CROCE

Diventare uomo/donna della Resurrezione significa guardare alla terra, al mondo, con fiducia: come Gesù torna al mondo che ha salvato,così noi 10 guardiamo con la certezza che non è brutto come sembra, ma che è oggetto di amore di Dio e dunque deve essere oggetto del nostro amore.

 

14° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Diventare uomo/donna della Resurrezione significa non aver paura del silenzio e dell'attesa, ma saper mantenere la serenità anche in queste circostanze difficili e che potrebbero portare ansia.

 

15° STAZIONE: LA RESURREZIONE DI GESÙ

Diventare uomo/donna della Resurrezione significa vivere e gioire della resurrezione di Gesù, pregustando la nostra.

 

 

Gli Esercizi Spirituali della comunità

(Prof. Bruna Costacurta - 2 e 3 aprile 2012 ore 19)

 

Maria modello del credente

Maria come figura di riferimento per riflettere su ciò che costituisce il credente.
Lc 11,28: «una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: “Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte”. Ma egli disse: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la custodiscono”»; cfr. anche 8,20-21: «Gli fu annunziato: “Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti”. Ma egli rispose: “Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”».
Cosa vuol dire ascoltare: cfr. testo classico dello Shema Israel:
«Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua forza. Queste parole che io oggi ti comando, siano sul tuo cuore; le ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua e quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te le legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi; e le scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte» (Dt 6,4-9).
L’ascolto è ciò che fonda la vita di fede. Ascolto fatto con il cuore, ascolto obbediente, che accoglie e custodisce la Parola e la trasforma in vita. Dio va amato e le sue parole vanno conservate nel cuore, anzi devono stare «sul» cuore. Custodite (cfr. Lc 11,28) e messe in pratica (cfr. Lc 8,21).
Maria è figura paradigmatica e punto di riferimento di tutto questo: «Maria serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19); «Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore» (Lc 2,51).
All’annunciazione, Maria, la vergine, accetta la meraviglia impossibile e si fa disponibile, in un’obbedienza senza repliche: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38).
Alla presentazione al tempio, accetta le parole enigmatiche e inquietanti di Simeone: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori» (Lc 2,34-35).
A Gerusalemme, dove la Santa Famiglia era salita per la festa di Pasqua, comincerà a sperimentare il senso di quella spada quando ritroverà Gesù dodicenne nel Tempio, e capirà di doverlo perdere: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?» (Lc 2,49).
Maria vive in pienezza il suo cammino di obbedienza, portando così a compimento una maternità spirituale che diventa dono per ogni credente.

 

 

La morte di Gesù, fonte di vita
 

Gv 19,25-27 Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Gesù muore donandosi e così entrando nel mistero della risurrezione. Vita nuova che è vita nuova anche per Maria, sua madre. Gesù non lascia Maria senza figli, ma dona alla madre una nuova maternità e nuovi figli, una nuova, impensata fecondità (cf. Is 49,20-22; 54,1-3; 66,7-11).

Gv 19,28-30 Dopo questo, sapendo Gesù che ormai tutto era compiuto affinché si compisse la Scrittura disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
Problema del rapporto sintattico della prima frase, da leggere nel doppio senso. Il “sapere” rimanda a Gv 13,1.3: lavanda dei piedi come gesto simbolico del dono totale di sé. È l’amore “fino alla fine”, concetto che in 19,30 viene ripreso con il verbo “è compiuto”. Il compimento: “Ho sete”. Cfr. incontro con la Samaritana (4,6ss) e le parole nella festa dei Tabernacoli (7,37-39). Gesù è la sorgente di acqua viva. Ma è una sorgente assetata: “dammi da bere”, dice alla Samaritana; e ora, nella morte, “ho sete”. Chiede, ma è per dare.
E a lui danno aceto: cfr. Sal 69,22 («mi hanno messo veleno nel cibo, e quando avevo sete mi hanno dato aceto») ma anche Rut 2,14 («mangia un po’ di pane e intingi il boccone nell’aceto»). Lo sfregio, il non capire, il supplizio (cf. soprattutto Lc 23,36), ma anche il gesto dell’accoglienza e dell’alleanza. Doppio livello di lettura che dice la complessità del mistero.
Allora, reclinato il capo, Gesù dà lo Spirito. Ora è glorificato, ora lo Spirito può essere effuso. La sorgente assetata è diventata definitivamente fiume di acqua che dà la vita, vita risorta, vita risanata (cf. Ez 47: il fiume dal Tempio), vita che non muore più.
A questo mistero di amore e di salvezza ci stiamo avvicinando in questa conclusione di quaresima; è il mistero della Pasqua che ci stiamo preparando a vivere.

 

 

 

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Ultimo aggiornamento: 20-02-14