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La Lectio Divina e la Via Crucis

 

Domenica 4 ottobre 2009  -  XXVI del Tempo Ordinario

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Mc. 10,2-16

 

2. COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Il Matrimonio nel Nuovo Testamento                                                 

Gesù mette i principi su cui si basa la riflessione teologica sul Matrimonio come Sacramento, istituito da Gesù per santificare gli sposi e renderli capaci di santificare l’altro.  Santifica infatti le nozze di una coppia Cana di Galilea (Gv. 2,1-11) e soprattutto ne spiega la santità ribadendone l’indissolubilità presente nella creazione, e rovinata dall’incapacità dell’uomo di vivere il dono di sé, spiegando l’indissolubilità.

Paolo offre una riflessione teologica, basandola sulla partecipazione alla realtà di Cristo che ama la Chiesa (Ef. 5,25 E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, 26 per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola, 27 al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. 28 Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso. 29 Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, 30 poiché siamo membra del suo corpo. 31 Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. 32 Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!).  Usa il termine “Mysterion” tradotto in latino “Sacramentum”.  Non da certo il significato giuridico che diamo noi, però sottolinea l’importanza che questo gesto ha nel rendere santi gli sposi.  Anche se la concezione chiara del Matrimonio come uno dei sette Sacramenti è nata più tardi, è per noi importante capire che per Gesù è un segno di santificazione così grande che nulla lo può intaccare.

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: «È lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?»: non vogliono sapere la risposta, vogliono metterlo in difficoltà. Ma Gesù approfitta di questa “trappola” per darci una delle Sue grandi e belle novità.

Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma: parte dall’esistente, cioè dalla Parola di Dio nella Bibbia, che permette il divorzio, ma spiega subito che non è questa la volontà del Padre: la Sua volontà è avere dei figli “adulti” mentre il divorzio è proposto da figli “dal cuore duro”, cioè non ancora maturi.

Ma all'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne. L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto»: e lo spiega partendo dal Libro della Genesi, che ci parla di questa volontà del Padre come emerge dalla creazione, da cui risulta che per Lui la coppia è una “nuova persona”

Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio»: il discorso non è semplice: da 1300 anni gli Ebrei sanno che possono ripudiare le mogli; pensare ora che questo non è più vero, naturalmente destabilizza. Ma anche questa domanda dei discepoli lo porta a completare il Suo insegnamento, con la frase centrale di tutto questo discorso: non nega la separazione, ma non accetta l’adulterio, cioè la vita sessuale con un’altra persona, dichiarando così eterno il matrimonio.

Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano: cambia scenario, ma è lo stesso spirito che anima questo altro insegnamento di Gesù. Le persone sentono che Gesù è accogliente, e Gli portano i bambini, anche se nella cultura ebraica erano considerati ancora non uomini, perciò senza molti diritti, e dunque non potevano disturbare i “grandi”.

Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio: accoglie tutti, anche i bambini, ed approfitta per insegnare che bisogna essere umili e semplici, appunto come loro

In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso». E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva: ed aggiunge anche che il Regno di Dio, cioè Lui stesso (la presenza di Dio nell’umanità) deve essere accolto con la stessa semplicità che hanno i bambini, cioè con la capacità di stupirsi, di non voler capire per forza tutto, di essere aperti allo straordinario…

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

*   So accogliere le novità di Gesù, o sono legato alla tradizione umana, o anche religiosa, ma non cristiana?

*   So fare i sacrifici che la Parola di Dio comporta, come quando mi chiede di non commettere adulterio, anche se sono stato abbandonato dal coniuge?

*   So accogliere il Regno di Dio come un bambino, con semplicità e apertura?

 

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Immagino Gesù che accoglie i bambini, e penso che stia accogliendo anche me con lo stesso amore.  E lascio che questo Suo abbraccio mi riempia di gioia, in modo da portarmi a decidere di vivere tutta la mia vita alla luce della Sua Parola

 

7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola) 

Mi impegno ad accogliere la Parola di Gesù anche quando mi sembra contraria al mio bene egoistico, comprendendo che c’è sempre un bene più grande che mi propone.

 

 

 

domenica 18 ottobre 2009  -  XXIX del Tempo Ordinario

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Mc. 10,35-45

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Il potere nel Vangelo: Gesù considera il potere come una delle massime tentazioni dell’uomo, e come fonte di egoismo ed orgoglio. Vediamolo per esempio in Mt. 20,25-28 (Gesù, chiamatili a sé, disse: «I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti) Mt. 23,8-12 (Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato)  Lc. 22,24-27 (Sorse anche una discussione, chi di loro poteva esser considerato il più grande. Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve)  Mt. 4,8-9 (Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai»)

D’altra parte Gesù invita delle persone ad usare il potere, purché sia visto come servizio, perché la società ha bisogno di autorità autorevoli.  Lo vediamo per esempio in Mt. 16,17-19 (E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli») Gv. 20, 21-23 (Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi»)

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo».  Egli disse loro: «Cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero:  «Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra»: Gesù è disponibile, ma la domanda è troppo anche per Lui, perché non è secondo il Suo messaggio, né secondo quello per cui è venuto sulla terra.

Gesù disse loro: «Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo».  E Gesù disse: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete.  Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato»: li aiuta infatti a capire che la loro richiesta è assurda. In Lui possono bere il Suo calice (cioè accettare con Lui la croce), ma non possono cercare in Lui il potere, perché Lui non è venuto per il potere umano.  Essere con Lui nella passione è un dono, è solo per dei privilegiati (tutti coloro che accettano il Suo messaggio: Lui non fa distinzioni; le facciamo noi con le nostre risposte…)

All'udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro «Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere: non solo Giacomo e Giovanni, ma tutti sono ancora schiavi di questa tentazione del potere. Ed a tutti Gesù offre il Suo insegnamento amoroso, e senza rimproveri aspri.

Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti»: infatti non dà insegnamenti astrusi, ma mette se stesso come modello di servizio, cosa di cui gli Apostoli hanno già, ed avranno sempre più, esperienza personale.

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         Se Gesù mi chiedesse “Cosa vuoi che faccia per te?” cosa Gli risponderei?

§         Quale concezione ho del potere? Sono orgoglioso nel rapporto con le persone più deboli?

§         Come intendo il “servizio” di cui parla Gesù?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Immagino Gesù “servo” (lavanda dei piedi, crocifissione, disponibilità a verso i peccatori…) e lascio che questa immagine riempia il mio cuore, tanto da convincermi che io sarò realmente grande come Lui, se mi metterò nello stesso modo a servizio dei fratelli.

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno a decidere quali forme di servizio posso offrire alle persone che mi circondano

 

 

domenica 8 novembre 2009  -  XXXII del Tempo Ordinario

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Mc. 12,38-44

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Chi vale di più davanti a Dio?

Gesù è rivoluzionario in questa rivelazione, perché cambia quella che è la prospettiva umana (rivolta anche alla divinità, vista come garante di una gerarchia con valenza naturali).  Già l’Antico Testamento proponeva delle belle considerazioni (Sir. 3,18 Quanto più sei grande, tanto più umìliati; così troverai grazia davanti al Signore) che prevedono l’impegno dell’uomo di fronte agli altri uomini per non valorizzare solo l’apparenza. 

Gesù invece mette questo concetto anche nei riguardi di Dio: la grandezza non è nelle realtà umane, ma nella capacità di amare.  Lo vediamo per esempio in Mt. 18,1 (In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?». Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli) Gv. 14,12 (In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi) Mt. 11,11 (In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui)

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Diceva loro mentre insegnava: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere; essi riceveranno una condanna più grave»: l’apparire è sempre stata una grande tentazione per l’uomo; in tutte le culture si cercano ornamenti per distinguersi.  Gesù constata questo, e lo condanna se è legato a pretese religiose.

E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte: un modo per apparire è anche quello di essere “buoni” (= fare azioni buone, o fare elemosine cospicue).

Ma venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un quattrino. Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: «In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere»: a Gesù non interessa invece né l’azione esteriore, né la quantità di elemosina.  Gli interessa il cuore, e questo non è legato alla quantità, ma alla “percentuale”: l’amore pieno dona tutto.  Lui per primo lo farà in modo assoluto, e ci chiede di imitarlo (e di imitare questa vedova che lo rappresenta)

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         Quale equilibrio ho tra “essere” e “apparire”?

§         So offrire “tutto” al Signore, senza fare paragoni con gli altri, senza invidiarli o senza giudicarli male?

 

 

 Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Mi metto nel Tempio con Gesù, e lo guardo mentre osserva quella donna con affetto, e parla bene di lei.  Immagino Gesù che parla bene d ime, perché sono convinto che Gli devo donare tutto me stesso, senza tenere nulla per me.

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno a trovare l’equilibrio tra l’essere e l’apparire nelle mie azioni quotidiane.

 

domenica 22 novembre 2009  -  Cristo, Re dell'universo

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Gv. 18,33-37

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Il Regno in Israele e nel Vangelo: nella storia di Israele ci sono varie fasi nella concezione del Regno.

All’inizio si pensava che unico Re di Israele fosse Dio, non si voleva perciò un Re politico.  Ad un certo punto (poco prima del 1000 a.C.) ci si rende conto che serviva una guida forte e costante per valorizzare il popolo di fronte ai nemici, ed allora nasce il Regno con Saul, ed il Re è visto come manifestazione di Dio nella storia. 

Dopo la Deportazione in Babilonia si vede che il Re era diventato solo una figura politica, mentre quella religiosa l’avevano presa progressivamente i Sacerdoti del Tempio.

Nel Vangelo invece Re è solo Dio, senza valenza politica. Il Re politico serve, è stimato ed obbedito, ma non c’entra con il Regno predicato da Gesù.

Il “Regno di Dio” (o “Regno dei Cieli”) significa la presenza di Dio tra gli uomini (vedi per esempio: Marco 4,30: Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? - Luca 18,17: In verità vi dico: “Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà” - Matteo 10,7: E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino - Matteo 13,31: Un'altra parabola espose loro: “Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo). 

Gesù si proclama Re ma nel senso di “servo dell’umanità”, “manifestazione della Paternità di Dio che vuole il bene dell’uomo” (per esempio Giovanni 18,37: Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce» - Giovanni 19,19:  Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei»)

 

La verità secondo Gesù: la verità per Gesù è una via importante per raggiungere Dio e per vivere bene. Lo vediamo in Gv. 18,38 (Gli dice Pilato: «Che cos'è la verità?»), in Gv. 3,21 (Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio), in Lc. 11,36 (Se il tuo corpo è tutto luminoso senza avere alcuna parte nelle tenebre, tutto sarà luminoso, come quando la lucerna ti illumina con il suo bagliore); oppure in Gv. 8,32 (conoscerete la verità e la verità vi farà liberi). 

La verità è Lui stesso, secondo Gv. 14,6: Gli disse Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita”

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Tu sei il re dei Giudei?»: a Pilato interessa l’aspetto politico, è lì che porta l’interrogatorio

Gesù rispose: «Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?»: a Gesù interessa la parte spirituale, vuole allora far ragionare Pilato sulla Sua vita, e non sulla politica

Pilato rispose: «Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?»: Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù»: Pilato insiste, ed allora Gesù è chiaro, e rivela l’origine divina della Sua Persona e del Suo Regno

Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce»: e la rivelazione diventa piena quando spiega anche il fine della Sua venuta: “rendere testimonianza alla verità”.  Gesù stesso è la verità, e si presenta così all’umanità, con tutte le conseguenze (unicità del Suo messaggio teologico, unicità del Suo messaggio morale)

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§      Conosco Gesù personalmente (attraverso il Vangelo), oppure mi lascio condizionare da ciò che altri dicono sul suo conto?

§      Cerco un Re sociale, politico, che aggiusta le cose del mondo, oppure un Re “che non è d quaggiù”?

§      Cerco la verità attraverso la riflessione, o mi lascio guidare in modo acritico dalle idee della maggioranza, dal “così fan tutti”?

 

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Immagino di essere nel Pretorio, e di ascoltare Gesù che risponde a Pilato: “Per questo sono venuto nel mondo…” e lascio che questa verità, cioè la Sua venuta per portarmi la verità e la salvezza, riempiano il mio cuore e la mia vita.

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno a cercare sempre la verità, non dando nulla per scontato, a livello spirituale, ma approfondendo la mia riflessione.

 

Domenica 06 dicembre 2009  -  II di Avvento

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Lc. 3,1-6

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

La teologia della storia

Tutte le religioni mediorientali al tempo della Rivelazione divina al popolo Ebraico erano “cicliche” e “naturali”, avevano cioè i miti della nascita – morte – resurrezione legate al ciclo della natura (stagioni agricole).

La grande novità della rivelazione è la “storicità”: la Pasqua ebraica, pur essendo ricordata ogni anno in primavera, non è la rinascita continua della natura, ma è il ricordo di un fatto ben preciso, avvenuto in un tempo ed in un luogo determinati.  Tutta la fede ebraica farà poi riferimento a quel momento, dicendo: Dio è il nostro liberatore. Ci ha liberati in quell’occasione, ci libererà anche ora ed in futuro.

Il cristianesimo è altrettanto una fede storica: Tutto fa riferimento all’incarnazione di Dio, che porta così tutta la pienezza della Sua Rivelazione all’umanità.

Partendo da queste riflessioni, possiamo capire la “teologia della storia”:

*   Dio fa irruzione nell’umanità: entra cioè nella vita dell’uomo con la Sua Parola, con il Suo dono di amore, con il Suo modello di vita…

*   Dio guida la storia: con la Sua provvidenza, non togliendo la libertà all’uomo, ma sapendo tirar fuori anche dal male dell’uomo, un cammino verso il bene che Lui vuole offrire

*  Dio è la meta della storia: perché tutta l’umanità comunque è destinata a vivere con Lui in paradiso, dopo l’avventura terrena

Tutto questo è ben spiegato, anche se in modo simbolico, nell’Apocalisse (5,6-19): Poi vidi ritto in mezzo al trono circondato dai quattro esseri viventi e dai vegliardi un Agnello, come immolato. Egli aveva sette corna e sette occhi, simbolo dei sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra. E l'Agnello giunse e prese il libro dalla destra di Colui che era seduto sul trono. E quando l'ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro vegliardi si prostrarono davanti all'Agnello, avendo ciascuno un'arpa e coppe d'oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi. Cantavano un canto nuovo: «Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai riscattato per Dio con il tuo sangue uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione e li hai costituiti per il nostro Dio un regno di sacerdoti e regneranno sopra la terra»”

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Nell'anno decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell'Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa: Luca vuole far capire che tutto quello che racconta è storico in senso pieno, lo inquadra perciò nella storia universale dell’epoca

la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto: dopo l’introduzione altisonante, la conseguenza sembra umanamente irrilevante. Dopo aver parlato di Tiberio, di Ponzio Pilato, di Erode, parla di un oscuro personaggio ebraico, che vive nel deserto. Eppure proprio qui è la manifestazione della vera divinità: non appare nella grandezza umana, ma nella grandezza del messaggio

Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sia riempito, ogni monte e ogni colle sia abbassato; i passi tortuosi siano diritti; i luoghi impervi spianati. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!: ed il messaggio è questo: sta per arrivare il Signore. Nostro compito è prepararci ad accoglierlo degnamente.  Luca ripresenterà l’inquadramento storico al momento del racconto della nascita di Gesù, cioè alla manifestazione di questa profezia.

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

Sono convinto della “realtà storica” della mia fede? Ho coscienza che Dio ha voluto realmente far irruzione nella mia vita?

Accolgo la Parola di Dio nella Sua piccolezza, vista umanamente, cioè senza ricercare cose straordinarie (miracoli, apparizioni…) perché Dio agisce così; è l’uomo nel suo orgoglio che cerca le cose appariscenti!

Mi preparo all’arrivo del Signore nella mia vita?  Gli “faccio posto” togliendo quello che occupa spazio e non Gli permette di entrare (egoismo, orgoglio, materialismo, pigrizia…)?

 

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Mi metto davanti alla “storia umana”: immagino la grandezza dell’Impero Romano, e la piccolezza di Giovanni, povero ed umile, che predica la venuta del Signore. E lascio che questa differenza entri nella mia vita, per illuminarla dall’interno, ed insegnarmi a vivere in modo divino (umile e nascosto) e non in modo appariscente.

 

7. IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno a vivere in modo divino (nell’umiltà) e non in modo umano (nell’appariscenza)

 

Venerdì 18 dicembre 2009 -  Vangelo della Notte di Natale

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA:  Lc. 2,1-14

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Scopriamo due consigli evangelici, cioè aspetti che Gesù non propone a tutti come scelta radicale, ma solo come scelta vocazionale, mentre a tutti chiede solo una parte di queste realtà

Obbedienza cristiana.

L’aspetto vocazionale è l’invito a rinunciare totalmente alla propria volontà per trovare quella del Signore nelle parole di un superiore che si accetta di seguire (il voto di obbedienza di un religioso)

L’aspetto richiesto a tutti è invece quello di vedere la volontà di Dio nelle realtà quotidiane della vita, che non ha causato Lui direttamente, ma che permette e che vuole che per noi diventino occasione di santità.

Povertà cristiana.

L’aspetto vocazionale è l’invito a rinunciare all’uso di tutti i beni terreni, usando solo di ciò che serve per vivere, organizzato dal superiore che si accetta di seguire (il voto di povertà di un religioso)

L’aspetto richiesto a tutti è invece quello di essere distaccati dai beni della terra, usandoli per sé e per la propria famiglia, per vivere, ed anche per vivere bene, però con queste due caratteristiche:

§     non esserne schiavi

§     saperli condividere

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta: Giuseppe obbedisce all’autorità civile, e questo atto di obbedienza è la causa della nascita di Gesù lì dove deve nascere secondo tutte le profezie, cioè a Betlemme, in Giudea

Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo: grande semplicità nel fatto e nel linguaggio che lo racconta. Non c’è posto altrove, e li alloggiano nella stalla. Non è una povertà straordinaria, ma una situazione ordinaria della popolazione medio bassa della Palestina. Gesù nasce nell’ordinarietà più completa, e questo è il Suo insegnamento principale dei primi 30 anni di vita.

C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce: i pastori, persone emarginate dalla popolazione, ma amate dal Signore. Ad essi è offerta per primi la luce, cioè la rivelazione della verità divina.

Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: “Non temete: davanti alla grandezza di Dio, è naturale lo spavento, ma è anche naturale per un padre quello di invitare a “non temere”. È un invito comune nel Vangelo, perché il Padre vuole offrirci la gioia e la pace del cuore.

ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: ed infatti l’offerta è quella della gioia. Questa parola è ripetuta più volte nel Vangelo, soprattutto di Luca, perché è il dono del Padre Misericordioso che cerca il Figlio disperso, attraverso Gesù.

oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore: la gioia è questa, l’avere un salvatore, una persona che toglie i miei limiti e mi dona un nuovo senso della vita, dall’egoismo all’amore.

Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”: il segno della gioia è piccolo, difficile da individuare, non tale da obbligare a credere. Solo la fede lo potrà vedere

E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”: la gioia data ai pastori, viene ora proclamata all’umanità intera. Nessuno è lì ad ascoltare personalmente, ma tutti possiamo sentire e capire attraverso la Parola del Vangelo.

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§      so obbedire a Dio ed anche all’autorità civile, vedendo in questo il modo di permettere che “sia fatta la Sua volontà sulla terra come in cielo”?

§      so vivere l’ordinarietà e la quotidianità come il modo più importante per fare la volontà del Signore?

§       il Natale è festa di gioia; ma questa gioia è il mio stile di vita di tutto l’anno?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Immagino di essere a Betlemme, e di sentire gli angeli che mi invitano alla gioia.  Guardo il Bambino, e lascio che la gioia riempia il mio cuore.

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Vivo questo Natale nella gioia, e faccio il possibile per condividere la gioia di Gesù con qualcuno che non ce l’ha.

 

 

Domenica 10 gennaio 2010 -  II Domenica del Tempo Ordinario

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Gv. 2,1-12

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA SCRITTURA E

      DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

L’ora di Gesù: la parola “ora” in greco ha due versioni: wra - cairos.  

Il primo termine riguarda il tempo come scandire delle ore

Il secondo invece riguarda il tempo come momento di salvezza.  Nel Nuovo Testamento è comune l’uso del secondo termine, e soprattutto Giovanni propone una teologia del cairos.  Vediamo alcune espressioni:

Gv. 7,30: Allora cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora.   Gv. 12,23: Gesù rispose: «È giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo. Gv. 13,1: Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine (e poi lava loro i piedi)  Gv. 16,4: Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato. Non ve le ho dette dal principio, perché ero con voi.  Gv. 17,1:  Così parlò Gesù. Quindi, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te.

Vediamo che parla sempre dell’ “ora di Gesù”, cioè del mistero Pasquale, nel quale offre la salvezza all’umanità  Una volta parla dell’ “ora del male”, come momento passeggero nel quale sembra che le tenebre vincano sulla luce.

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli: invitare anche Gesù nelle realtà della propria vita è una garanzia. Il brano ci insegna il perché.

Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino»: Maria si accorge di questo problema, e lo fa presenta a Gesù, con fiducia che Lui possa fare qualcosa

E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora»: Gesù sposta il discorso sulla spiritualità.  L’ora di Gesù è il Mistero Pasquale, ed è lì che ci sarà la Sua piena manifestazione.

La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà»: Maria insiste, pur non sapendo esattamente cosa sarebbe successo. Questa è l’ultima parola di Maria nel Vangelo. Ed è per noi un testamento importante.

Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: «Riempite d'acqua le giare»; e le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po' brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono»: il miracolo che Gesù compie è particolare, perché non è importante come una guarigione, ma è un segno importante della Sua ora, cioè del passaggi oda una vita naturale ad una soprannaturale, da una vita di sofferenza ad una vita di gioia (il vino era considerato il simbolo della gioia)

Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui: la fede nasce dal segno visto, ed anche dalla comprensione che li attende una vita di gioia, dunque sono motivati nel seguirlo nonostante le richieste di abbandono di barche, reti, familiari…

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         io “invito Gesù” nelle realtà importanti della mia vita?

§         accolgo l’invito di Maria, facendo tutto quello che Gesù mi dice?

§         credo in Gesù anche senza vedere altri miracoli oltre quelli del Vangelo?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Mi metto tra i servi delle nozze di Cana, ed ascolto Maria che mi invita a fare tutto quello che Gesù mi dice.  E gusto la mia vita rinnovata da questa scelta di ascoltare e seguire Gesù.

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno a seguire Gesù in tute le sue richieste espresse dal Vangelo

 

 

Sabato 23 gennaio 2010 -  Festa di S. Emerenziana

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita

 

1.  LETTURA: Mt. 10,28-33

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Il martirio cristiano

§         Dio è il Dio della vita, e non della morte, e dunque vuole la nostra felicità. Ma non ci illude: sa che nella vita la felicità si conquista, e che non sempre coincide con la felicità sensibile, fisica… per questo si mette come nostro modello nella Croce (segno della Sua divinità, della Sua regalità, del Suo dono all’uomo)

§         ci invita a seguirlo (Mt. 16,24: Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua).

§         insegnandoci che non c’è altra strada per essere discepoli (Gv. 15,20 Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra),

§         né per testimoniare la fede ai fratelli: (Mt. 10,16-20: Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi)

§         La storia della chiesa ci insegna che “il sangue dei martiri è seme di Cristiani” (Tertulliano)

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

In quel tempo, Gesù disse: “non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna: Gesù ci insegna l’equilibrio nelle varie realtà della nostra vita. Sa che l’uomo ha paura della morte, soprattutto della morte violenta; ma ci invita a prendere coscienza che c’è qualcosa di più grave, dunque, se proprio dobbiamo temere qualcosa, è bene che temiamo ciò che è un pericolo più grave. E questo è anche comprensibile umanamente: la morte violenta mette fine ad una vita passeggera,  un peccato voluto definitivamente mette fine ad una vita eterna

Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia: aggiunge anche un’altra riflessione umana, anche questa basata sull’equilibrio: ciò che vale di più è più amato da Dio. Noi siamo più amati dei passeri, eppure Dio ama anche quelli. Quanto più noi!

Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!: ancora un’altra riflessione simile: io valgo più dei miei capelli, eppure Dio sa anche quanti capelli ho!

Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli”: ed ecc allora la frase “divina”, quella che è la Sua vera rivelazione, dopo tante riflessioni umane: riconoscere Gesù significa dichiarare con la vita che per noi è il centro di tutto, che nulla è più importante di Lui… e qui è la base del martirio cristiano.  Il suo opposto però non è una vita tranquilla, ma è una vita non cristiana, perché per un Cristiano Cristo è per definizione il centro di tutto. Se non lo è, non si è cristiani!

 

 4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         Tra le mie paure, quella di “tradire Cristo” è al primo posto o ad un posto inferiore?

§         Ho fiducia che Dio mi pensa e mi ama realmente?

§         Cristo per me è il centro di tutto, o al centro ci sono io, con i miei desideri, i miei interessi, il mio comodo?…

  

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Immagino di avere davanti a me Gesù che mi chiede di riconoscerlo davanti agli uomini in un momento difficile, quando ciò può voler dire “martirio”.   Quali sono i miei sentimenti?  Immagino poi di la scena dei tanti martiri che con serenità hanno preferito Cristo alla vita, come S. Emerenziana, e lascio che il mio cuore si riempia della certezza che ciò è possibile, se sono convinto che Gesù è il centro della mia vita.

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno a vivere da “martire”, cioè con coraggio in ogni scelta della vita che comporta il mettermi davanti agli altri in situazione difficili.

 

Domenica 7 febbraio 2010 -  V domenica del Tempo Ordinario

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Lc. 5,1-11

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

La teologia del lavoro umano.

La Parola di Dio entra anche nella realtà del lavoro umano, perché Dio è venuto sulla terra per santificare tutta la nostra vita che, come spiega il Concilio Vaticano II, è fatta di “famiglia, lavoro e rapporti sociali”.

§         Insegna che è importante lavorare per costruire la società e per mantenere se stessi (2 Tess. 3,7-12) “Sapete infatti come dovete imitarci: poiché noi non abbiamo vissuto oziosamente fra voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato con fatica e sforzo notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi. Non che non ne avessimo diritto, ma per darvi noi stessi come esempio da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi demmo questa regola: chi non vuol lavorare neppure mangi. Sentiamo infatti che alcuni fra di voi vivono disordinatamente, senza far nulla e in continua agitazione. A questi tali ordiniamo, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, di mangiare il proprio pane lavorando in pace

§         Lui stesso passa buona parte della vita facendo un lavoro manuale umile (Mc. 6,2-3) “Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: «Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?»”

§         Quando parla in parabole, porta spesso esempi tratti dal lavoro umano (Lc. 8,5) “Il seminatore uscì a seminare la sua semente

§         Chiama i Suoi Apostoli prevalentemente mentre lavorano: i pescatori di questo brano, oppure Matteo, al banco delle imposte (Matteo 9,9 “Andando via di là, Gesù vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì”)

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

In quel tempo, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio: Gesù ha una sola meta: quella di predicare la Parola del Padre. Tutto quello che fa è indirizzato a questo scopo

vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti entra nella vita concreta, lavorativa, di questi uomini, per dar loro un senso nuovo della vita

Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca: la barca di Simone è sempre vista dai Padri della Chiesa come immagine della comunità ecclesiale, che Gesù usa come strumento privilegiato per raggiungere l’umanità

Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e calate le reti per la pesca”: Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”: prima predica, poi lascia un segno per avvalorare quanto ha detto. È la normale politica di Gesù: spiega, e per far capire che Lui è veritiero, lascia un “segno” cioè un miracolo, che nel Vangelo ha sempre questa valenza: segno per far capire la veridicità di quanto dice.

E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano: Gesù fa sempre in abbondanza, per insegnarci che l’amore del Padre è un amore senza misura

Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: “Signore, allontanati da me che sono un peccatore”. Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone: davanti a questo segni l’uomo si sente inadeguato, e la reazione di Pietro è quella naturale, comune anche alla mentalità ebraica: non sono degno di Dio, ho paura di Lui.

Gesù disse a Simone: “Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini”: Gesù invece ci rivela una nuova faccia della divinità, quella vera, non quella immaginata dall’uomo: Dio è vicino a noi; non ci vuole fare paura, ma si vuole mettere al nostro servizio; ha fiducia in noi tanto che ci chiede di collaborare con Lui.

Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono: ed a questo punto l’uomo non può che cedere, e seguire questo amore infinito che lo chiama a collaborare

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         So vedere e vivere il mio lavoro come strada per la mia santità?

§         Accolgo i doni sovrabbondati del Signore, oppure ho paura di Lui?

§         So collaborare col Signore da “figlio”, o mi sento “servo” senza il coraggio di prendere le mie responsabilità”

 

 Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Mi immagino sul Lago di Genezaret, ascolto Gesù che mi invita a buttare le reti, guardo il Suo segno sovrabbondante, e mi metto in osservazione dei miei sentimenti: prevale la gioia, lo stupore, la paura, l’ansia…?  Ascolto poi le Sue Parole dette a Pietro, che ripete anche a me, chiamando mi a collaborare con Lui, e lascio che questo invito penetri nel mio cuore, e mi aiuti a scegliere di essere sempre con Lui e ad essere sempre testimone del Suo messaggio di amore

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno a collaborare con Gesù con fiducia, sapendo che Lui ha fiducia in me e mi chiama

 

 

Mercoledì 17 febbraio 2010 -  Le Ceneri

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Ef. 6,10-24

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

La verità: Gesù è “verità” nella sua essenza divina: (Gv. 1,14 E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità)

Gesù si proclama “verità”: (Gv. 14,6 Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.   Gv. 18,37-38  Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos'è la verità?». E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui nessuna colpa)

Gesù è riconosciuto come uno che “insegna secondo verità”:  (Mt. 12,14  E venuti, quelli gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non ti curi di nessuno; infatti non guardi in faccia agli uomini, ma secondo verità insegni la via di Dio. È lecito o no dare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no?»)

Gesù ci insegna la verità:  (Gv. 8,32 conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».   Gv. 17,17-19 Consacrali nella verità. La tua parola è verità….. per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità)

Gesù ci dona lo Spirito Santo, che è Spirito di verità: (Gv. 14,17  lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi.   Gv. 15,16  Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza.   Gv. 16,13  Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future.

Ricordiamo che la lettera agli Efesini ci ha insegnato a fare la verità nella carità:  (Ef. 4,15 Al contrario, vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo)

 

La preghiera incessante: La contemplazione nell'azione è vivere continuamente uniti al Signore, durante tutte le azioni eseguite con Lui e per Lui.

Vediamo allora alcuni principi integratori perché contemplazione ed azione possano convivere in noi:

·         Avere in noi lo Spirito e saper essere docili alla Sua azione

·         Saper leggere i segni delle presenza di Dio in ogni avvenimento della nostra vita.

·         Saper essere uniti a Dio in tutte le attività, facendo esperienza della sua presenza in noi in un momento quotidiano di preghiera del cuore.

Tutto questo è possibile in ogni attività, perché non prevede tempo particolare, né capacità partico­lari.

È Gesù stesso che la propone: Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: L'invito è di Gesù stesso, purché per preghiera non intendiamo solo il dire qualcosa (non si può chiacchierare in con­tinuazione con Dio!), ma intendiamo stare con Lui. L'ascolto allora diventa preghiera del cuore, e questo atteggiamento, che viviamo in qualche momento della giornata, diventa poi per noi uno stile continuo di vita.

Vi dico che farà loro giustizia prontamente: Questa parabola, che sembra invitarci a chiedere delle grazie, ci parla invece della giustizia, cioè della santità (questo è il significato biblico di giustizia). Non chiediamo allora grazie materiali, ma chiediamogli di saper essere sempre con Lui, ed Egli certamente ci ascolterà, e ci ascolterà presto. Questo passaggio allora dalla preghiera del cuore alla preghiera continua diventa non solo possibile, ma anche veloce.

 

La preghiera di domanda e di intercessione: Nell’esperienza di preghiera biblica di oggi, posso capire che il Signore mi permette di chiedere al Padre dei doni, ma con alcune condizioni:

·         mi invita infatti ad avere fiducia assoluta nel Padre. Mancare di fiducia in Lui è per un cristiano l’atteggiamento peggiore che possa avere

·         mi invita poi a non pretendere tutto subito. Se Dio è Padre, sa quando è bene per me avere quel dono

·         ed infine mi invita a non chiedere pensando di sapere in modo assoluto quello che è il meglio per me o per gli altri. E’ Lui che sa quello che è il vero bene.

 

Conseguenze nella vita:

·         so che prima di chiedere devo ascoltare il Signore. Se no cado nell’assurdo di sentirmi in diritto di dire a Dio ciò che deve fare, quasi che io ne sapessi più di Lui. E’ invece Lui che deve dire a me ciò che devo fare!

·         ho capito che posso chiedere, non per dire a Dio ciò che deve fare, ma per sentirmi coinvolto nei doni che il Signore mi vuole offrire. Chiedendo, sono portato a riflettere sul bene mio o della persona per cui chiedo, ed allora capisco che Dio vuole agire non senza di me, ma insieme a me.

·         devo capire che la preghiera di intercessione (cioè per un’altra persona), è bella, perché fa parte della missionarietà che Gesù stesso mi chiede (devo collaborare con Lui nel portare il Vangelo ai fratelli, e ciò lo faccio sia testimoniando, che parlando con i fratelli, che pregando per loro)

 

Alcune indicazioni per vivere bene la preghiera di domanda:

·         ricordo che non può essere la prima forma di preghiera: prima lascio parlare il Signore, ed io Lo ascolto

·         quando prego in questo modo, lo faccio sempre come ha fatto Gesù nel giardino degli Olivi, terminando cioè con  queste parole “Sia fatta però la Tua Volontà”

·         prego per gli altri, per la loro vita spirituale, perché questo è un modo bello di vivere quanto il Vangelo mi chiede nel campo missionario..

 

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

10 Per il resto, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza: Vivere la morale cristiana è soprannaturale, c’è bisogno perciò della forza del Signore, se no si vive solo l’aspetto naturale, ma non si sa fare il salto di qualità (per esempio, so amare chi mi ama, ma non chi non mi ama).

11 Rivestitevi dell'armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo: paragona il combattimento spirituale a quello militare, e parla allora dell’armamentario dell’epoca.  L’armatura serve per la difesa, e noi dobbiamo difenderci da Satana.

12 La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti: ed approfondisce il significato di “Diavolo”. Spiega che le forze spirituali dominano il mondo di tenebra (ricordiamo l’invito ad essere figli della luce, perché istintivamente siamo figli del dominatore di questo mondo, che ci fa credere che ciò che è oggettivamente un male – l’egoismo – sia un bene).

13 Prendete perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove: e questa potenza spirituale rende malvagia la nostra vita (il nostro giorno). Noi però possiamo resistere e superarla tramite la forza (l’armatura) di Dio.

14 State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità: la verità è come una cintura che tiene salda l’armatura.  La verità per Paolo (come per il Vangelo), è un modo di essere all’interno del quale si può vivere l’amore.  Se non lo vivo nella verità, imbroglio me stesso, sono schiavo del principe di questo mondo (il Diavolo, appunto)

rivestiti con la corazza della giustizia: la giustizia (= santità, nel linguaggio ebraico) è come una corazza; se sono santo, non temo gli assalti del Demonio.

15 e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace: con i piedi cammino, e porto il messaggio di cristo (Paolo pensa a se stresso, ed alle sue peripezie apostoliche). Ho bisogno di scarpe buone, e per lui sono rappresentate dal desiderio di evangelizzare (che gli fa dire in altro contesto: guai a me se non evangelizzo!)

16 Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno: la fede serve anche per difenderci dal demonio, come uno scudo dalle frecce. I dardi del maligno sono le tentazioni, che supero facilmente se mi comporto come Gesù di fronte ad esse: con la Parola di Dio che alimenta la mia fede, e che mi permette di rimanere saldo.

17 prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio: la Parola di Dio è ancora come elmo che mi difende la testa (la mia intelligenza, aiutata dalla Parola nella comprensione della verità) e come spada (anche altrove si dice che la Parola è come spada affilata, che penetra fino alle giunture delle ossa)

18 Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito; vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi: un invito alla preghiera. Questa ha per Paolo alcune caratteristiche:

·         è incessante e perseverante (come chiede Gesù: pregate incessantemente, senza stancarvi. Lc. 18,1); è originata in noi dallo Spirito Santo (lo Spirito grida in noi: Abbà, Padre

·         è aperta all’intercessione (Abramo che prega per Sodoma e Gomorra, Mosè che prega per la vittoria del suo popolo, Gesù che prega per i Suoi discepoli…)

19 e anche per me, perché quando apro la bocca mi sia data una parola franca, per far conoscere il mistero del vangelo, 20 del quale sono ambasciatore in catene: la preghiera la chiede anche per sé, non per motivi fisici o comunque personali, ma per avere la forza di continuare ad evangelizzare nonostante le difficoltà.

e io possa annunziarlo con franchezza come è mio dovere: questo per lui è un dovere, un impegno conseguente alla chiamata che ha avuto fin dalla via di Damasco. L’annuncio deve essere franco, cioè completo, senza fare sconti, senza basarsi sulle proprie idee, ma sulle Sue.

21 Desidero che anche voi sappiate come sto e ciò che faccio; di tutto vi informerà Tìchico, fratello carissimo e fedele ministro nel Signore. 22 Ve lo mando proprio allo scopo di farvi conoscere mie notizie e per confortare i vostri cuori: il latore della lettera è questo fratello nella fede, che porterà notizie personali di Paolo (la lettera non si dilunga su queste notizie, perché ha scopi più spirituali)

23 Pace ai fratelli, e carità e fede da parte di Dio Padre e del Signore Gesù Cristo: il saluto è secondo la mentalità ebraica (Shalòm, pace), ma aggiunge anche un saluto cristiano: l’augurio di vivere nell’amore e nella fede nella Trinità.

24 La grazia sia con tutti quelli che amano il Signore nostro Gesù Cristo, con amore incorruttibile: e questo amore senza fine lo augura a tutti i fratelli nella fede.

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         Cerco sempre la verità, senza lasciarmi influenzare dalle proposte menzognere della società?

§         Vivo la giustizia (santità) seguendo tutte le parole del Signore?

§         La mia fede si basa sulla preghiera continua, così come il Vangelo propone?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Immaginiamo Paolo che saluta tutti noi qui presenti, e ci dice: “Pace ai fratelli, e carità e fede da parte di Dio Padre e del Signore Gesù Cristo”. Ripenso ancora brevemente a cosa vuol dire nella mia vita questo saluto, a come sarebbe la mia vita se in me realmente ci fossero in misura abbon-dante la pace, la carità e la fede.  Mi fermo poi a contemplare il Signore che è fonte di quei doni, ed a contemplare la mia vita rinnovata da questa intimità con Lui, e lascio che il mio cuore gioisca di questa vita nuova.

 

 

Domenica 21 febbraio 2010  -  I Domenica di Quaresima

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Lc. 4,1-13

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Il diavolo: simbolo o realtà?: nell’Antico Testamento si parla del diavolo nel racconto del peccato originale (chiamandolo “serpente”), e poi, a parte una volta nel libro delle Cronache (21:1: Satana insorse contro Israele. Egli spinse Davide a censire gli Israeliti), lo si nomina molte volte nei romanzi (Tobia e Giobbe) e una volta nel libro della sapienza e due nel Profeta Zaccaria.

Nel Nuovo Testamento invece se ne parla di più: a parte i testi sinottici delle tentazioni, ci sono

le liberazioni dalle possessioni diaboliche (sappiamo che per gli Ebrei ogni malattia era frutto del peccato, dunque comunque ogni miracolo è anche un atto di esorcismo di Gesù. Vedi per es. Lc. 13,16:  questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata diciott'anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?».)

delle discussioni con gli Ebrei che lo accusano di essere posseduto da un Demonio (per es. Gv. 10,20: Molti di essi dicevano: «Ha un demonio ed è fuori di sé; perché lo state ad ascoltare?»).  

Gesù parla del tentatore che vuole togliere la Parola dal cuore dell’uomo (per es. Marco 4:15 Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l'ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro), chiama Pietro “Satana” perché lo tenta, spingendolo a scelte che non sono quelle del Padre (Per es. Mc. 8,33: Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini») e così pure Giuda, perché lo tradisce (ha in sé il demonio) (Vedi  Gv. 6,70: Rispose Gesù: «Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!». Egli parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: questi infatti stava per tradirlo, uno dei Dodici).

Negli Atti e nelle Lettere invece Satana è visto sempre come il tentatore dell’uomo (più dal punto di vista morale).

Nell’Apocalisse infine Satana è visto come il padrone di questo mondo, fino a che la potenza di Cristo lo caccerà. (Per es. 12,9: Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli)

Da queste affermazioni possiamo dedurre che la Parola di Dio ci presenta il diavolo come una realtà personale, spirituale, creata da Dio (dunque non un “Dio alternativo del male”) che ci tenta per farci allontanare dal Dio dal quale per primo si è allontanato.

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame: le tentazioni si innestano sempre su situazioni oggettive. Non sono inviti del tutto irrazionali, ma inviti “falsi”, che cioè ci propongono la realtà in modo errato (la fame di Gesù è oggettiva, la soluzione proposta sarà falsa)

Allora il diavolo gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane”: è la tentazione materiale, che mi dice: “hai questo istinto? Appagalo!”

Gesù gli rispose: “Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo”: Gesù supera la tentazione portando il discorso sulla verità dell’uomo, che ha una parte materiale da appagare, ma non a discapito della sua propria realtà (cioè togliendo quella spirituale). Ogni nostra tentazione sugli istinti è così: non ci propone una cosa brutta in sé, ma vissuta in modo sbagliato.

Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: “Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo”: la seconda tentazione è quella del potere, più forte degli istinti materiali. Per il potere l’uomo è pronto a tutto, e la tentazione si innesta su questa debolezza, invitandolo appunto a fare il male per questo scopo, presentato falsamente come un bene.

Gesù gli rispose: “Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai”: la risposta è ancora nel cambiamento del contesto, da materiale a spirituale

Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordine per te, perché essi ti custodiscano; e anche: essi ti sosterranno con le mani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra”: la terza tentazione è la superbia, che mi porta ad apparire.  Per Gesù è la tentazione d importare a termine la Sua missione non con la croce (salvezza dell’uomo), ma presentandosi come Messia attraverso giochi di prestigio (incantando l’uomo, ma senza salvarlo).

Gesù gli rispose: “è stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo”: spiritualmente, Gesù supera anche questa tentazione

Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato: ed il diavolo tornerà, proprio quando Gesù sarà più debole (come adesso, che ha fame): tornerà quando Gesù sarà sulla croce, presentandogli delle alternative sullo stile della terza tentazione vista in questa occasione.

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         come affronto le tentazioni materiali, dei miei istinti?

§         come affronto la tentazione della superbia e del potere?

§         come affronto la tentazione dell’apparire?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

immagino di essere nel deserto, e d contemplare Gesù che vince le tentazioni. Questa vittoria mi deve riempire di fiducia perché anch’io potrò vincere il diavolo come lo ha vinto Lui.

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno ad individuare le tentazioni ed a superarle imitando Gesù vittorioso del male.

 

Domenica 07 marzo 2010  -  III Domenica di Quaresima

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Lc. 13,1-9

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Le cause del male nel mondo: l’Antico Testamento ci insegna che il male spirituale è entrato nel mondo a causa del peccato originale. Vedi Gen. 3,1-13: Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture. Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino.  Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto».  Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?».  Rispose l'uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato» (la disobbedienza a Dio rende l’uomo incapace di costruire un retto rapporto con Lui, con il prossimo e con la natura).

Il Nuovo Testamento riprende questa dottrina rivelata, e la amplia presentando Satana come “principe di questo mondo”, ma Gesù come vincitore finale (vedi per es. Gv. 14,30-31 Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato)

Se vediamo invece il male materiale (malattia, eventi naturali…) vediamo che l’Antico Testamento li mette come effetto del peccato originale (Vedi le punizione che Dio dà ai protagonisti in Gen. 3,14-19 Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita.  Alla donna disse: «Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà».  All'uomo disse: «Poiché hai  ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare, maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l'erba campestre.  Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!».), mentre Gesù cambia prospettiva: il male non è causato da Dio, né direttamente dal peccato, ma è una realtà naturale, nella quale la Provvidenza divina si immette per renderla evento salvifico (Vedi Gv. 9,1-3: Passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio)

 

 

 

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete he quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo»: Gesù ci insegna la teologia della storia. Ci dice anzitutto che il male c’è nel mondo e che Lui non è venuto per toglierlo in modo miracoloso; che il male non è punizione divina e che nostro compito è convertirci non per evitare il male terreno, ma per evitare la morte eterna.

Disse anche questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno?: e ribadisce questo concetto con una parabola. L’albero che non porta frutti è inutile, e viene voglia di tagliarlo.  Il contadino propone di continuare a lavorargli intorno perché gli dispiace perdere un albero sul quale ha già investito tempo e fatica.  Dio è il padrone del campo, e Gesù è il contadino che è venuto sulla terra per salvare l’uomo, per offrire se stesso per tutti, ed è chiaro che il Suo desiderio è salvare tutti.

Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest'anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai»: ecco allora la Sua preghiera per l’uomo, perché lo lasci “ancora un anno”, cioè l’anno di grazia che è venuto a predicare (vedi Lc. 4,19)

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         mi impegno nella mi a conversione, o cerco delle scuse come “ma lui è peggiore di me, si converta prima!”?

§         guardo Gesù come salvatore, e gli permetto d salvarmi dai miei difetti concreti?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Contemplo Gesù che “zappa e concima intorno a me”.  Lascio che questa immagine riempia il mio cuore di fiducia, tanto da essere certo della Sua salvezza, ma anche del bisogno di vivere gioiosamente con Lui

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno a riflettere sulla mia conversione senza fare paragoni con altre persone.

 

 

Domenica 21 marzo 2010  -  V Domenica di Quaresima

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Gv. 8,1-11

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Perdono e punizione del peccato nell’Antico e nel Nuovo Testamento: nell’Antico Testamento si parla del perdono del peccato da parte di Dio, come frutto della Sua misericordia (vedi per es. Ger. 3,22: «Ritornate, figli traviati, io risanerò le vostre ribellioni». «Ecco, noi veniamo a te perché tu sei il Signore nostro Dio).

Però, nonostante la Sua misericordia, il Signore continua a punire. Lo si vede per es. in  Num. 14,18 (Il Signore è lento all'ira e grande in bontà, perdona la colpa e la ribellione, ma non lascia senza punizione; castiga la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione) o meglio ancora nella storia di Davide:   (2Sam. 12,13-14: Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il Signore!». Natan rispose a Davide: «Il Signore ha perdonato il tuo peccato; tu non morirai. Tuttavia, poiché in questa cosa tu hai insultato il Signore (l'insulto sia sui nemici suoi), il figlio che ti è nato dovrà morire»).  Il perdono è soprattutto donato al popolo nel giorno dell’espiazione (Yom Kippur) (Lev. 16,21: Aronne poserà le mani sul capo del capro vivo, confesserà sopra di esso tutte le iniquità degli Israeliti, tutte le loro trasgressioni, tutti i loro peccati e li riverserà sulla testa del capro; poi, per mano di un uomo incaricato di ciò, lo manderà via nel deserto)

Nella cultura Ebraica extra biblica c’è l’usanza dell’espulsione dalla sinagoga (attestata anche nel Vangelo, per es. Gv. 9,22: Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga)

Nel Nuovo Testamento Gesù rivela una caratteristica di Dio che è rivoluzionaria: Dio ama il peccatore, tanto da diventare uomo personalmente per lui (vedi per es. Mt. 9,13: non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori), lo cerca e lo accoglie in festa (le parabole di Lc. 15), lo perdona (cosa di cui aveva coscienza anche la chiesa primitiva, come dice per es. 1Gv. 2,1-2: Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo)

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?»: è vero che l’adulterio prevede la lapidazione secondo la Bibbia, ma a loro non interessa questo, quanto il mettere in difficoltà Gesù.

Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra: e Gesù non accoglie la provocazione, anzi, assume un atteggiamento che spiazza gli interlocutori, li mette in difficoltà, e dunque li prepara a ricevere l’insegnamento che offrirà loro, per la loro conversione

E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei»: e l’insegnamento è questo: prima di pensare agli altri, pensa a te stesso (quello che Matteo 7,3  esprime così: “Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio?”)

E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi: comprendono così bene l’insegnamento, che hanno paura di essere scoperti, ed allora lasciano il campo.

Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più»: e Gesù allora offre alla donna, agli Apostoli e dunque a noi (gli interlocutori non c’erano più per ascoltarlo) il vero insegnamento divino, che comprende due passi: anzitutto l’affermazione: “non ti condanno, perché io sono amore e non punizione”,  e poi l’affermazione “và, e non peccare più”, cioè l’aiuto a comprendere che l’importante non è l’essere o meno condannati, ma l’essere o meno perfetti come Lui ci vuole.

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         seguo la lettera o lo spirito della Parola?

§         so giudicare le azioni, e dunque riconoscere il peccato in me o negli altri?

§         riesco a non giudicare le persone, e conseguentemente e non condannarle?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

immagino di essere nel Tempio, e di ascoltare Gesù che non condanna, ma aiuta quella donna a prendere coscienza del proprio peccato.  E lascio che questo equilibrio di Gesù riempia la mia vita, spingendomi alla conversione e a questi stesso atteggiamento verso gli altri.

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno a rapportami con chi sbaglia con lo stesso equilibrio di Gesù, stimmatizzando il peccato, ma non giudicando né tanto meno condannando la persona.

 

Lectio Divina di venerdì 09 aprile -  II di Pasqua

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Gv. 20,19-31

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

Come si è vissuta la Confessione nella Chiesa?: la comunità cristiana ha avuto coscienza che Gesù le ha lasciato l’incarico di trasmettere il Suo perdono (Gv. 20,22-23: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi»), ma il modo con cui lo ha vissuto ha subito una profonda evoluzione (più che gli altri Sacramenti).

Nei primi secoli era amministrata dal Vescovo, solo per i peccati gravi, ed era possibile riceverla solo una volta nella vita.  Si confessava la Vescovo la colpa, si riceveva una penitenza (magari un anno di digiuno), fatta la quale si tornava dal Vescovo per ottenere il perdono.  Verso il VI secolo inizia la coscienza che Gesù aveva detto di perdonare sempre (vedi Mt. 18,22: Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette) e si comprende che anche il perdono del Signore non è da lesinare.  Nel frattempo aumentano i cristiani ed i sacerdoti che hanno l’incarico di dare questo perdono. Poiché non c’è una grande preparazione per il clero, nascono dei “tariffari” delle penitenze (per ogni peccato è scritta la penitenza da dare, in genere lunghe e pesanti). 

Dopo il Concilio di Trento questo Sacramento assume la forma attuale, senza pesantezza nelle penitenze e con attenzione alle condizioni spirituali della persona che si confessa, in particolare al pentimento ed al proposito.

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!»: è il giorno di Pasqua. È domenica, giorno dell’Eucaristia per gli ascoltatori di Giovanni nel 100. E tutto questo brano è Eucaristico (i cristiani sanno di incontrare Gesù risorto in questa occasione).  Primo dono del risorto è la pace del cuore (gioia, fiducia, serenità di fronte alle difficoltà)

Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi»: secondo dono del risorto è il perdono, ed un perdono non solo adombrato, ma offerto nel modo più pieno che Gesù abbia lasciato, cioè un Sacramento.

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò»: Tommaso è “Didimo”, cioè gemello.  È gemello di tutti noi, perché la sua poca fede è la nostra poca fede.  Manca di fiducia nelle Parole di Gesù (io risorgerò, aveva detto più volte), lui invece non si fida, e vuole verificare di persona.

Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!»: Gesù gli va incontro, lo accontenta, perché sa che la fede non è una cosa facile.  La scena avviene otto giorni dopo, cioè nella domenica seguente, un altro giorno Eucaristico per la comunità, che sente propria questa esperienza

Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!»: la risposta di Tommaso allora diventa piena. Da una fede scarsa, passa alla fede più completa di tutto il Vangelo (è l’unica volta nella quale Gesù è chiamato Dio)

Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!»: e il suo salto di qualità diventa per noi un insegnamento straordinario: l’invito ad una fede, ad una fiducia, senza limiti, basandoci soltanto sull’esperienza degli Apostoli, e senza vedere e toccare personalmente.

Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome: scopo del Vangelo è “avere la vita nel nome di Gesù”, sia il senso della vita, la gioia della vita su questa terra, sia la vita eterna i paradiso.

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         come mi metto di fronte al perdono di Gesù nella Confessione?

§         credo anche senza vedere?

§         riconosco Gesù come Dio e Signore della mia vita?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Ascolto Gesù che mi invita a credere anche senza vedere, e riempio la mia vita di gioia vedendolo risorto, e sapendo che è vicino a me nell’Eucaristia e nella Confessione

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno a vivere la confessione come dono di Cristo Risorto nello Spirito

 

Lectio Divina di venerdì 23 aprile -  IV di Pasqua

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Gv. 10,27-30

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

La Trinità: quale rapporto tra le Persone Divine?: Sappiamo che non c’è risposta diretta nella Parola di Dio, ma solo indicazioni che devono poi essere sviluppate dalla riflessione della comunità. Eccone le principali:

Dio è Padre, e questa è la Sua essenza, non solo un nome (Mt. 6,6: Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.  Mt. 6,9: Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli.  Oppure Gv. 6,32: Rispose loro Gesù: In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero. Gv. 6,40: Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno).

Il Figlio è Dio come lo è il Padre:  Gv. 1,1   In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.

Tra il Padre e il Figlio c’è un rapporto particolare (Gv. 5,22-23: il Padre infatti non giudica nessuno ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. Oppure Gv. 10,15: come il Padre conosce me e io conosco il Padre). 

Lo Spirito Santo è Dio come lo sono il Padre e il Figlio, perché è visto come persona separata dal Padre e dal Figlio, in quanto ha una volontà propria (1Cor. 12,11: Ma tutte queste cose è l'unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole)

Lo Spirito Santo ha un rapporto col Padre e con il Figlio (Vedi soprattutto Gal. 4,6: E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre!)

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono: il rapporto con Gesù è di conoscenza (la verità della Sua Persona divina) e di ascolto (riflessione sulla Sua Parola del Vangelo)

Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano: e conseguenza di questo rapporto è la vita eterna (= essere con lui in questa vita e poi in paradiso).  Gesù la spiega dicendo che questa unione con Lui è per sempre, e senza pericoli (da parte Sua, perché da parte nostra il pericolo dell’infedeltà è sempre presente)

Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. Io e il Padre siamo una cosa sola»: la motivazione della fedeltà di Gesù è che è Figlio di un Padre fedele in modo infinito, figliolanza particolare (solo per analogia noi la chiamiamo così, ma è diversa dalla nostra perché, mente il figlio umano è distinto dal genitore, Lui è una cosa sola col Padre, cioè una sola natura)

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         ascolto Gesù nel Vangelo e Lo seguo nelle scelte morali?

§         faccio in modo di non farmi rapire dalle mani di Gesù (sono attento alle tentazioni)?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Ascolto Gesù che mi racconta la Sua intimità trinitaria, e resto il contemplazione di questa realtà divina, tanto da riempire il mio cuore di gioia per essere stato scelto a conoscerlo così profondamente.

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno a seguire Gesù nel Vangelo e nelle scelte quotidiane

 

Lectio Divina di venerdì 07 maggio -  VI di Pasqua

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Gv. 14,23-29

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

La pace nelle culture e nel Vangelo: la parola pace in tutte le culture ha come primo significato quello di assenza di guerra. Con questo senso nella S. Scrittura è presente più di 80 volte (un esempio: 1Re 2,33 … su Davide e sulla sua discendenza, sul suo casato e sul suo trono si riversi per sempre la pace da parte del Signore)

Ha poi il significato di tranquillità di vita (vivere serenamente, essere lasciato in pace).  Con questo senso è presente anche nell’Antico Testamento (un esempio tra i più di 150: Es. 4,18 Mosè partì, tornò da Ietro suo suocero e gli disse: «Lascia che io parta e torni dai miei fratelli che sono in Egitto, per vedere se sono ancora vivi!». Ietro disse a Mosè: «Va' pure in pace!»)

Nella Parola di Dio acquista però un significato particolare: nell’Antico Testamento è vista come dono del tempo Messianico (per es. Is. 9,5: Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace)

Gesù la presente a come Suo proprio dono (oltre che nel brano di oggi, vedi per es. Mt. 5,9: Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Gv. 16,33: Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo) e Paolo la presenta anche come dono dello Spirito (Gal. 5,22: Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé)

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui: tutto il Vangelo è la rivelazione dell’amore di Dio per noi, in Gesù. Ora Gesù aggiunge l’altra faccia della medaglia: noi siamo invitati ad amare Lui.  E presenta anche le conseguenze di questo amore: una scelta di vita concreta a favore del Vangelo; una presa di coscienza migliore dell’amore del Padre per noi, ed il diventare Tempio della Trinità

Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato: c’è anche possibilità di vivere l’opposto: non fare una scelta a favore del Vangelo. E Gesù spiega che questa scelta è contro il Padre, perché la Parola è Sua (Gesù è la Parola del Padre)

Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto: per aiutarci a credere, vivere ed avere questa vita della Trinità in noi, ecco l’opera dello Spirito Santo, che ci “ricorderà” la Parola detta da Gesù, cioè ci metterà in condizione di capire con il cuore, con la vita, quanto Gesù ha espresso a parole

Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi: un’altra conseguenza dell’amore della Trinità per noi e viceversa: la pace che Gesù ha portato. E’ un concetto nuovo, non secondo il significato umano. Equivale di più a “pace del cuore”, perché è una pace che si conquista con il combattimento spirituale, e che non esclude il combattimento spirituale.

Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate: il “cuore non turbato” è appunto quanto questa pace di Gesù assicura. Gesù dice che sta per morire, ma che il nostro cuore deve rimanere in pace perché Lui tornerà (la Resurrezione) e poi salirà al Padre (visto come centro della Trinità, dunque più grande del Figlio).  La rivelazione di Gesù ha come scopo la nostra fede, che vuole rinvigorire prima che accada il Mistero Pasquale.

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

*  sono convinto di essere Tempio della Trinità, e vivo di conseguenza?

*  cerco la pace di Gesù, o mi accontento di quella del mondo?

*  il mio cuore è turbato o sereno?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

ascolto Gesù che mi promette la Sua pace, e lascio che questa riempia il mio cuore, in modo da vivere sempre in questa situazione

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno a vivere nella pace di Gesù, nella serenità del cuore, anche di fronte ai problemi della vita

 

Lectio Divina di venerdì 21 maggio -  Pentecoste

 

Prima parte:  ricerca attenta sulle Scritture, sulla Tradizione, sulla vita.

 

1.  LETTURA: Gv. 14,16-16 e 23b-26

 

2.  COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA LUCE DEI BRANI PARALLELI DELLA

     SCRITTURA E DELLA TRADIZIONE DELLA CHIESA  (Cosa dice la Parola in sé)

La Pentecoste nella vita della Chiesa: la Chiesa nasce con la Pentecoste, ed ha qui il suo nucleo propulsore.  Lo Spirito la rende viva e vitale, capace di attuare e testimoniare quanto Gesù ha detto e fatto.  Lo Spirito infatti:

insegna la verità: Gv. 16,13: Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future

ci dona i carismi per la vita della Chiesa: 1Cor. 12,1-11 Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio che restiate nell'ignoranza. Voi sapete infatti che, quando eravate pagani, vi lasciavate trascinare verso gli idoli muti secondo l'impulso del momento. Ebbene, io vi dichiaro: come nessuno che parli sotto l'azione dello Spirito di Dio può dire «Gesù è anàtema», così nessuno può dire «Gesù è Signore» se non sotto l'azione dello Spirito Santo.    Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.  E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune: a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell'unico Spirito; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro le varietà delle lingue; a un altro infine l'interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose è l'unico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole.

dona la forza dell’amore: 1Cor. 12,31-3,4seg.  Aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte.     La carità è paziente, ….   Rom. 5,5: La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

ci fa vivere una vita nuova (aiutandoci a vivere i Suoi frutti): Gal. 5,18-22: Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge. Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé

Dello Spirito di Dio si parla già nell’Antico Testamento, e nei profeti in modo molto bello (per es. Is. 32,15: Ma infine in noi sarà infuso uno spirito dall'alto; allora il deserto diventerà un giardino e il giardino sarà considerato una selva. Oppure Ez. 2,2: Ciò detto, uno spirito entrò in me, mi fece alzare in piedi e io ascoltai colui che mi parlava), ma naturalmente non come Persona divina, bensì colo come Sua forza o Sua presenza.

 

3.  MEDITAZIONE PER PERSONALIZZARE LA PAROLA  (Cosa dice la Parola oggi a me)

Se mi amate, osserverete i miei comandamenti: per Gesù l’amore non è mai un sentimento, ma è un modo di essere, uno stile di vita. È dunque un’adesione alla Persona di Gesù, vista come nostro modello (sappiamo che “I comandamenti” di Gesù si riducono ad uno solo, che non è un “comandamento” nel senso veterotestamentario, ma è un modello di vita.

Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre: Gesù se ne va fisicamente, ma sarà sempre tra noi nelle Sue presenze (Vangelo – Sacramenti – fratelli), e ci dona anche lo Spirito perché sia il nostro “consolatore”

Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui: altra conseguenza dell’amore di Gesù per noi e del dono dello Spirito è “l’inabitazione della Trinità”, la presenza reale della Trinità in noi che ci fa persone nuove, membra della Trinità stessa e capaci dunque di vivere “divinamente”

Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato: lo stesso concetto, espresso al negativo, ci fa comprendere come questa accoglienza della Trinità in noi sia realmente una scelta di fondo, dalla quale dipende il nostro essere o non essere Suoi discepoli.

Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto: altra caratteristica dello Spirito che ci dona è quella d insegnarci la verità, cioè di aiutarci a comprendere come la verità detta da Gesù entri realmente nella nostra vita (è quanto nella Lectio Divina cerchiamo di fare con la “contemplazione”, frutto dello Spirito che ci aiuta a far passare la Parola dalla mente al cuore e poi nelle scelte quotidiane.

 

 

4.  ILLUMINAZIONE DELLA VITA CON LA PAROLA  (Cosa mi invita a fare la Parola)

§         amo Gesù in modo sentimentale o reale?

§         accolgo in me la Trinità, e mi sento Suo Tempio?

§         Vivo con lo Spirito Santo il passaggio della Parola dalla mente al cuore e poi alla vita?

 

Seconda parte:  risposta autentica alla Parola.

 

5.  PREGHIERA COME RISPOSTA AL SIGNORE  (Cosa mi fa dire la Parola)

Parlo un po’ al Signore, raccontandogli quanto ho capito in questa meditazione.

 

6.  CONTEMPLAZIONE DI DIO COL CUORE  (Come gusto la Parola)

Immagino di ascoltare personalmente Gesù che mio propone la Sua venuta in me, con il Padre e lo Spirito Santo, se io li accolgo. Ed immagino la mia vita con la Trinità, che agisce in me, prega in me, ama in me, fa ogni scelta quotidiana in me… e gioisco di questa presenza e di questo cambiamento radicale della mia vita.

 

7.  IMPEGNO DI FARE SCELTE IN CONFORMITA' ALLA PAROLA  (Cosa decido di fare alla luce della Parola)    

Mi impegno a convertirmi accogliendo in me la Trinità

 

 

La Via Crucis di venerdì 19 febbraio

Per vivere la “Vita nuova del risorto”, prendo la croce con Gesù

 

1° STAZIONE: LA CONDANNA DI GESÙ

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo saper vivere una vita nuova, che significa saper affrontare la vita con umiltà.  Incontreremo sempre dei Barabba che ci passeranno avanti: chi vive da risorto accetta anche l’umiliazione

 

2° STAZIONE: GESÙ PRENDE LA CROCE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo saper vivere una vita nuova, che significa saper prendere la croce come ha fatto Lui, con coraggio.  Viviamo infatti nella gioia non perché non abbiamo problemi, ma nonostante i nostri problemi

 

3° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA PRIMA VOLTA

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo saper vivere una vita nuova, che significa accogliere coloro che non sanno affrontare la loro croce, e si sentono schiacciati dalla depressione, dall’ansia, dalla paura…

 

4° STAZIONE: GESÙ INCONTRA SUA MADRE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo saper vivere una vita nuova, che significa accettare gli aiuti che Gesù ci lascia. Tra questi c’è Sua madre, presente nella nostra vita come modello e come avvocata (collaboratrice nel pregare per noi)

 

5° STAZIONE: GESÙ E' AIUTATO DAL CIRENEO

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo saper vivere una vita nuova, che significa saper prendere non solo la nostra croce, ma anche accollarci quella degli altri, come ha fatto Simeone.

 

6° STAZIONE: LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESÙ

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo saper vivere una vita nuova, che significa saper riconoscere il volto di Gesù nella nostra vita: saperlo vedere nei fratelli, negli avvenimenti della vita, nelle ispirazioni che abbiano per compiere il bene…

 

7° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo saper vivere una vita nuova, che significa saper essere vicini a coloro che cadono mettendo al centro della loro vita l’egoismo. Impariamo a non imitarli, e a testimoniare una vita di dono e di amore

 

8° STAZIONE: GESÙ INCONTRA LE PIE DONNE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo saper vivere una vita nuova, che significa gioia ed ottimismo. Sul male non si piange, ma si agisce. Davanti al male non ci si abbatte, ma si prende la croce con Lui

 

9° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo saper vivere una vita nuova, che significa aiutare coloro che cadono mettendo al centro della loro vita l’orgoglio. Impariamo a non imitarli, e a testimoniare una vita di umiltà e disponibilità all’attenzione agli altri

 

10° STAZIONE: GESÙ SPOGLIATO DELLE VESTI

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo saper vivere una vita nuova, che significa una vita nella libertà.  Impariamo a vedere la libertà come capacità di non essere schiavi dei nostri difetti e dei nostri istinti

 

11° STAZIONE: GESÙ VIENE INCHIODATO ALLA CROCE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo saper vivere una vita nuova, che significa imparare ad amare come Lui ama, fino al perdono

 

12° STAZIONE: GESÙ MUORE SULLA CROCE

            Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo saper vivere una vita nuova,

            che significa saper accogliere il Suo amore infinito, e rispondere con il nostro amore più

            grande possibile per Lui e per i fratelli

 

13° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO DALLA CROCE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo saper vivere una vita nuova, che significa saper comprendere Gesù che si offre nelle nostre mani. Lo accogliamo nell’Eucaristia, con l’impegno di rispettare il Suo Corpo che viene in noi

 

14° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo saper vivere una vita nuova, che significa acquisire la pazienza di Gesù, che attende nel Sepolcro per entrare nei ritmi di comprensione dei Su i discepoli

 

15° STAZIONE: LA RESURREZIONE DI GESÙ

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo saper vivere una vita nuova, che significa riempirci della certezza e della fiducia che nasce dalla Sua Resurrezione

 

 

Via Crucis di venerdì 26 febbraio

Per far entrare Gesù nelle mie scelte quotidiane, prendo la croce con Lui

 

1° STAZIONE: LA CONDANNA DI GESÙ

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo far entrare Gesù nelle scelte quotidiane, il che significa saper accettare la nostra vita così com’è, come Gesù ha accettato la volontà del Padre manifestata dalla condanna di Pilato

 

2° STAZIONE: GESÙ PRENDE LA CROCE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo far entrare Gesù nelle scelte quotidiane, il che significa saper accettare la croce quando non possiamo toglierla dalla nostra vita

 

3° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA PRIMA VOLTA

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo far entrare Gesù nelle scelte quotidiane, il che significa saper aiutare coloro che cadono nella tristezza, che non accettano la vita e la sognano diversa senza impegnarsi giorno per giorno

 

4° STAZIONE: GESÙ INCONTRA SUA MADRE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo far entrare Gesù nelle scelte quotidiane, il che significa fare come Maria, che è stata sempre attenta alla volontà del Padre, nell’annunciazione, nella visita ad Elisabetta, quando ha perso Gesù nel Tempio, a Cana, sotto la Croce…

 

5° STAZIONE: GESÙ E' AIUTATO DAL CIRENEO

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo far entrare Gesù nelle scelte quotidiane, il che significa saper non solo accettare la nostra croce, ma anche aiutare gli altri a portare la loro come ha fatto il Cireneo

 

6° STAZIONE: LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESÙ

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo far entrare Gesù nelle scelte quotidiane, il che significa riconoscerlo quando passa nella nostra vita, vedendo il Suo volto in noi e nei fratelli

 

7° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo far entrare Gesù nelle scelte quotidiane, il che significa saper aiutare coloro che cadono nella visione errata della vita, vista come puro divertimento egoistico

 

8° STAZIONE: GESÙ INCONTRA LE PIE DONNE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo far entrare Gesù nelle scelte quotidiane, il che significa saper trovare l’ottimismo cristiano, che ci aiuta a vedere i problemi, senza però lasciarci abbattere da essi, ma anzi essendo pronti ad affrontarli con coraggio

 

9° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo far entrare Gesù nelle scelte quotidiane, il che significa saper aiutare coloro che cadono nell’orgoglio spirituale di voler fare a meno di Dio, dando alla vita un senso puramente personale

 

10° STAZIONE: GESÙ SPOGLIATO DELLE VESTI

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo far entrare Gesù nelle scelte quotidiane, il che significa imparare a vivere nella libertà, vista come il modo di scegliere sempre il bene, senza condizionamenti di istinti o difetti

 

11° STAZIONE: GESÙ VIENE INCHIODATO ALLA CROCE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo far entrare Gesù nelle scelte quotidiane, il che significa saper perdonare come Lui ha perdonato, togliendo dalla nostra vita il peso di ogni astio o rancore verso ogni persona

 

12° STAZIONE: GESÙ MUORE SULLA CROCE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo far entrare Gesù nelle scelte quotidiane, il che significa saper donare tutta la nostra vita, così come Gesù è morto per noi

 

13° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO DALLA CROCE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo far entrare Gesù nelle scelte quotidiane, il che significa accoglierlo nelle nostre braccia, nei Sacramenti, così come Maria lo ha accolto nelle sue braccia quando è stato deposto dalla croce

 

14° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo far entrare Gesù nelle scelte quotidiane, il che significa saper imparare a vivere sempre nella pazienza, attendendo i tempi degli altri, e non imponendo i nostri

 

15° STAZIONE: LA RESURREZIONE DI GESÙ

            Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo far entrare Gesù nelle

            scelte quotidiane, il che significa vivere la Pasqua in ogni azione, nella gioia e

            nella fiducia.

 

Via Crucis venerdì 5 marzo 2010

Per riconoscere Gesù come Dio e Maestro, prendo la croce con Lui

 

1° STAZIONE: LA CONDANNA DI GESÙ

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo riconoscere Gesù come Dio e come Maestro, il che significa imparare da Lui che insegna offrendoci la verità assoluta, divina

 

2° STAZIONE: GESÙ PRENDE LA CROCE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo riconoscere Gesù come Dio e come Maestro, il che significa accettare la Croce, quando non possiamo toglierla, perché Dio stesso ci ha fatto vedere che questa è la Sua strada

 

3° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA PRIMA VOLTA

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo riconoscere Gesù come Dio e come Maestro, il che significa che dobbiamo essere attenti a non cadere nelle tentazioni di mancanza di fede nella Sua Persona

 

4° STAZIONE: GESÙ INCONTRA SUA MADRE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo riconoscere Gesù come Dio e come Maestro, il che significa accogliere gli insegnamenti di Sua madre, che lo ha aiutato, come uomo, ad affrontare la vita, e che aiuterà anche noi

 

5° STAZIONE: GESÙ E' AIUTATO DAL CIRENEO

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo riconoscere Gesù come Dio e come Maestro, il che significa saper prendere la croce anche dei fratelli, perché dobbiamo imparare ad amare come Lui, Dio diventato uomo, ha amato

 

6° STAZIONE: LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESÙ

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo riconoscere Gesù come Dio e come Maestro, il che significa che dobbiamo rispettare il Suo volto in noi, senza macchiarlo con il peccato

 

7° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo riconoscere Gesù come Dio e come Maestro, il che significa che dobbiamo essere attenti a non cadere nelle tentazioni di orgoglio spirituale, vivendo a modo nostro e non a modo Suo

 

8° STAZIONE: GESÙ INCONTRA LE PIE DONNE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo riconoscere Gesù come Dio e come Maestro, il che significa trovare la gioia e la fiducia, perché Dio è con noi, è vivo ed ha vinto anche la morte

 

9° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo riconoscere Gesù come Dio e come Maestro, il che significa che dobbiamo essere attenti a non cadere nelle tentazioni del sincretismo, cercando dappertutto la salvezza che invece ci viene solo da Lui

 

10° STAZIONE: GESÙ SPOGLIATO DELLE VESTI

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo riconoscere Gesù come Dio e come Maestro, il che significa saper vivere la libertà come ce la insegna il Maestro divino, libertà dal peccato, dal male, dal non senso della vita

 

11° STAZIONE: GESÙ VIENE INCHIODATO ALLA CROCE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo riconoscere Gesù come Dio e come Maestro, il che significa imparare ad amare il nemico come Lui lo ha amato, fino al perdono dei crocifissori e dei mandati, cioè dell’umanità

 

12° STAZIONE: GESÙ MUORE SULLA CROCE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo riconoscere Gesù come Dio e come Maestro, Dio che muore per l’uomo e Maestro che insegna con la Sua morte che la vita è un dono di amore

 

13° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO DALLA CROCE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo riconoscere Gesù come Dio e come Maestro, che si dona a noi nei Sacramenti, che si mette nelle nostre mani, lasciandosi fare ciò che vogliamo, pur di offrirsi a noi

 

14° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo riconoscere Gesù come Dio e come Maestro, il che significa saper attendere i Suoi tempi, i tempi della vita, come Lui ha atteso i tempi del Padre per risorgere

 

15° STAZIONE: LA RESURREZIONE DI GESÙ

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo riconoscere Gesù come Dio e come Maestro, che vince la morte e conseguentemente ci insegna la gioia della vita

 

La Via Crucis di venerdì 12 marzo

Per accogliere l’Amore del Risorto, prendo la croce con Lui

 

1° STAZIONE: LA CONDANNA DI GESÙ

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo accogliere l’amore del Risorto, il che significa aprire il nostro cuore perché Lui, che ha dato la Sua vita per noi, ci riempia della Sua vita

 

2° STAZIONE: GESÙ PRENDE LA CROCE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo accogliere l’amore del Risorto, il che significa comprendere che anche la croce diventa strada per l’amore, da quando Lui l’ha presa per amore

 

3° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA PRIMA VOLTA

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo accogliere l’amore del Risorto, il che significa saper vincere la tentazione di una vita nell’egoismo, pensando solo al proprio bene, ai propri diritti, e non agli altri

 

4° STAZIONE: GESÙ INCONTRA SUA MADRE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo accogliere l’amore del Risorto, il che significa accettare i Suoi doni, tra i quali c’è quello della Madre, lasciataci come modello e come intercessore

 

5° STAZIONE: GESÙ E' AIUTATO DAL CIRENEO

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo accogliere l’amore del Risorto, il che significa riempirci di Lui per amare come Lui per primo ha amato, sapendo prendere la Croce degli altri su di noi, come il Cireneo ha fatto con Lui, e Lui ha fatto con tutti noi

 

6° STAZIONE: LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESÙ

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo accogliere l’amore del Risorto, il che significa accogliere la Sua persona nella nostra vita, tanto da diventare Tempio della Trinità

 

7° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo accogliere l’amore del Risorto, il che significa saper vincere la tentazione di una vita vissuta nell’orgoglio, che ci porta a credere dio essere il centro del mondo, e che tutto debba gravitare intorno a noi

 

8° STAZIONE: GESÙ INCONTRA LE PIE DONNE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo accogliere l’amore del Risorto, il che significa vivere nella gioia, e non nel pessimismo e nelle lamentele

 

9° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo accogliere l’amore del Risorto, il che significa saper vincere la tentazione di una vita vissuta nell’apatia, senza impegni a favore di qualcuno

 

10° STAZIONE: GESÙ SPOGLIATO DELLE VESTI

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo accogliere l’amore del Risorto, il che significa aprire il nostro cuore alla Sua libertà, quella vera, che ci dona in quanto uomini, e ci insegna i quanto Suoi discepoli

 

11° STAZIONE: GESÙ VIENE INCHIODATO ALLA CROCE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo accogliere l’amore del Risorto, il che significa andare oltre il non fare del male, cosa che ogni brava persona è chiamata a fare, per diventare capaci di giungere al perdono dei nemici

 

12° STAZIONE: GESÙ MUORE SULLA CROCE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo accogliere l’amore del Risorto, che ci dona tutto se stesso. Apriamo il nostro cuore a Lui per vivere sempre con Lui

 

13° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO DALLA CROCE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo accogliere l’amore del Risorto, che si manifesta nei Sacramenti, soprattutto nell’Eucaristia. Gesù viene nelle nostre mani, e vuole restarci per sempre

 

14° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo accogliere l’amore del Risorto, il che significa saperlo attendere. I discepoli non Lo attendevano perché non credevano nella Resurrezione, A noi Gesù chiede d attendere che passi nella nostra vita, pronti ad accoglierlo.

 

15° STAZIONE: LA RESURREZIONE DI GESÙ

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo accogliere l’amore del Risorto, il che significa crede nella Sua Resurrezione, saperne gioire e metterla come base di tutta la nostra vita.

 

Via Crucis di venerdì 19 marzo 2010

Per imparare a vivere in intimità col risorto, prendo la Croce con Lui

 

1° STAZIONE: LA CONDANNA DI GESÙ

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo imparare a vivere in intimità col Risorto, il che significa saperci riempire di Lui attraverso gli strumenti che ci ha lasciato, per poter poi amare come Lui ha amato

 

2° STAZIONE: GESÙ PRENDE LA CROCE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo imparare a vivere in intimità col Risorto, il che significa che dobbiamo avere la Sua forza, che nasce dal Battesimo, per prendere la croce quando si affaccia nella nostra vita

 

3° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA PRIMA VOLTA

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo imparare a vivere in intimità col Risorto, il che significa che, come Lui ci alza dai nostri peccati attraverso la Confessione, così dobbiamo imparare ad accogliere i fratelli che sbagliano

 

4° STAZIONE: GESÙ INCONTRA SUA MADRE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo imparare a vivere in intimità col Risorto, il che significa vivere anche in intimità con Maria, che ci insegna come vivere con Gesù, amarlo ed imitarlo

 

5° STAZIONE: GESÙ E' AIUTATO DAL CIRENEO

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo imparare a vivere in intimità col Risorto, il che significa avere la Sua forza, che ci dona nell’Eucaristia, per prendere su di noi la croce dei fratelli

 

6° STAZIONE: LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESÙ

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo imparare a vivere in intimità col Risorto, il che significa che dobbiamo permettere a Cristi di vivere in noi attraverso un incontro frequente e consapevole con l’Eucaristia

 

7° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo imparare a vivere in intimità col Risorto, il che significa che, come Lui ci alza dai nostri peccati attraverso la Confessione, così dobbiamo imparare a non condannare chi cade per motivi di incapacità o di cattiva educazione

 

8° STAZIONE: GESÙ INCONTRA LE PIE DONNE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo imparare a vivere in intimità col Risorto, il che significa trovare la gioia della vita, attraverso la Sua Parola che ci illumina e ci toglie la paura

 

9° STAZIONE: GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo imparare a vivere in intimità col Risorto, il che significa che, come Lui ci alza dai nostri peccati attraverso la Confessione, così dobbiamo imparare a non giudicare, ma a cercare di sollevare chi ci sembra che sbagli

 

10° STAZIONE: GESÙ SPOGLIATO DELLE VESTI

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo imparare a vivere in intimità col Risorto, il che significa trovare la libertà che ha vissuto Gesù, e che ci dona attraverso la Confessione che ci libera dai peccati

 

11° STAZIONE: GESÙ VIENE INCHIODATO ALLA CROCE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo imparare a vivere in intimità col Risorto, il che significa imparare a perdonare come ha fatto Lui, e per questo, abbiamo bisogno di averlo in noi, perché sia Lui che ama, e ciò avviene attraverso l’Eucaristia

 

12° STAZIONE: GESÙ MUORE SULLA CROCE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo imparare a vivere in intimità col Risorto, il che significa donarci come Lui si è donato, aiutati dalla Sua Parola che ci offre la strada per questa finalità

 

13° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO DALLA CROCE

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo imparare a vivere in intimità col Risorto, il che significa accogliere Gesù, che si lascia a noi nell’Eucaristia come si è abbandonato nelle mani di Maria

 

14° STAZIONE: GESÙ VIENE DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo imparare a vivere in intimità col Risorto, che oggi è in attesa dell’umanità nel Tabernacolo, come lo è stato nel sepolcro. E desidera che ciascuno lo noi lo vada a trovare spesso

 

15° STAZIONE: LA RESURREZIONE DI GESÙ

Per raggiungere la capacità di vivere da risorti dobbiamo imparare a vivere in intimità col Risorto, il che significa credere nella Sua Resurrezione (Vangelo), e viverla (Sacramenti)

 

 

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Ultimo aggiornamento: 20-02-14