Archivio documenti ed attività per i
Cristiani separati e divorziati

 

1.    Vogliamo vivere da cristiani:

come vivere il rapporto con la Parola di Dio e la preghiera?

 

Preghiera d’inizio

 

Insegnaci Signore a sostenere  il tuo silenzio quando l’ombra si addensa e il fuoco si spegne.

Insegnaci a consumare l’attesa per far sbocciare l’alba  che ci aspetta.

Insegnaci ad ascoltarti  tu che affiori sulle nostre labbra quando preghiamo.

Insegnaci a parlarti … davanti alla notte.

Insegnaci Signore a chiamarti Padre nostro:

una preghiera che ha il sapore del pane una preghiera che sia la nostra casa

(Pierre Emmanuel)

 

Lettura biblica ( Lc. 8, 4-15)

IL SEME E’ LA PAROLA DI DIO

Poiché una gran folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono. Un'altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità. Un'altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono. Un'altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per intendere, intenda!».

I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perché vedendo non vedano e udendo non intendano.

Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio.  I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno. Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione. Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza.

 

Riflessione silenziosa

 

Il seminatore uscì a seminare…

Che cos’è il Vangelo per me? Una vicenda storica commovente? Una serie di doveri morali, troppo esigenti? Un ideale di vita bello, ma irraggiungibile? Un incontro? Gesù stesso è il seminatore, la Parola vivente di Dio. “Impara a conoscere il cuore Dio dalle parole di Dio” (S. Gregorio).

 

 

Chi ha orecchi per intendere intenda…

Scriveva S. Gregorio Magno al suo amico Teodoro: “Ascoltami bene: se l’imperatore ti scrivesse una lettera, avresti il coraggio di cestinarla prima di averla letta tutta intera? No certo. Bene, Dio stesso ci ha scritto una lettera d’amore per la nostra salvezza….” Egli si china su di me per parlarmi e io cerco d’intendere che cosa vuole dirmi? Che cosa può rendermi “sordo”?

Il seme è la parola di Dio…

La Parola di Dio è come un seme, che non si sviluppa fino a diventare spiga, se non viene circondato di cure. Il Vangelo ha ancora un posto nel mio cuore, nella mia giornata e nella mia vita?

Il seme lungo la strada…Il diavolo porta via la parola dai loro cuori.

Che cosa mi distoglie dall’ascolto di Dio? La società rumorosa e consumistica? Il frastuono che mi porto dentro? La mia condizione esistenziale? La paura di cambiare? Lo scetticismo degli altri?

Il seme sulla pietra…Accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice.

Che cosa sono disposto a rischiare e sacrificare per il Vangelo? Quali tentazioni devo vincere? Forse quella di non poter cambiare? Dove sono le mie radici? Dove trovo le mie ragioni per vivere?

Il seme tra le spine…Dopo aver ascoltato, strada facendo, di lasciano sopraffare.

Tutti abbiamo preoccupazioni e desideri. Le mie ansie soffocano l’ascolto della Parola? Da che cosa mi lascio “sopraffare” sulla  mia “strada” quotidiana?

Il seme sulla terra buona… Dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza.

Custodire la Parola che ho ascoltato può condurmi alla preghiera? Come può la Parola cambiare il mio cuore, fino a renderlo buono e perfetto? Che frutti può far nascere nella mia esistenza concreta?

 

 

La proposta cristiana

 

Dal Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica

Che cos’è’ la preghiera ?

La preghiera cristiana è sempre dono di Dio che viene ad incontrare l’uomo… è relazione personale e viva dei figli di Dio con il loro Padre infinitamente buono, con il Figlio suo Gesù Cristo e con lo Spirito Santo  che abita nel loro cuore.

Che cos’è la meditazione?

La meditazione è una riflessione orante che parte soprattutto dalla Parola di Dio nella Bibbia. Mette in azione l’intelligenza, l’immaginazione, l’emozione, il desiderio, per approfondire la nostra fede, convertire il nostro cuore e fortificare la nostra volontà di seguire Cristo. E’ una tappa verso l’unione d’amore con il Signore.

E’ possibile pregare in ogni momento?

Pregare è sempre possibile perché il tempo del cristiano è il tempo del Cristo risorto, che “rimane con noi tutti i giorni” (Mt. 28,20). Preghiera e vita cristiana sono perciò inseparabili.

“E’ possibile anche al mercato, o durante una passeggiata solitaria, fare una frequente e fervorosa preghiera. E’ possibile pure nel vostro negozio, sia mentre comperate sia mentre vendete, o anche mentre cucinate.” ( S. Giovanni Crisostomo)

E noi? Qual è l’atteggiamento della Chiesa verso i divorziati risposati?

Verso di loro la Chiesa attua un’attenta sollecitudine, invitandoli a una vita di fede e di preghiera…

 

Preghiera finale

 

Facciamo silenzio prima di ascoltare la Parola

perché i nostri pensieri siano già rivolti alla Parola.

Facciamo silenzio dopo l’ascolto della Parola

perché questa ci parla ancora, vive e dimora in noi.

Facciamo silenzio la mattina presto perché Dio deve avere la prima parola.

Facciamo silenzio prima di coricarci perché l’ultima parola appartiene a Dio.

(D. Bonhoeffer)

 

 

 

2.  Vogliamo vivere da cristiani:

come si conciliano i nostri percorsi personali con le proposte di Gesù sulla fedeltà ?

 

Preghiera d’inizio

 

Il Signore è fedele per sempre,

rende giustizia agli oppressi,

dà il pane agli affamati.

Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,

il Signore rialza chi è caduto,

il Signore ama i giusti,

il Signore protegge lo straniero.

Egli sostiene l’orfan e la vedova,

ma sconvolge le vie degli empi.

Il Signore regna per sempre,

il tuo Dio, o Sion, per ogni generazione.

(Sal.145)

 

 

Lettura biblica (Mc. 10, 1-11)

 

1 Partito di là, si recò nel territorio della Giudea e oltre il Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli l'ammaestrava, come era solito fare. 2 E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: «È lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?». 3 Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». 4 Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla». 5 Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. 6 Ma all'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; 7 per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. 8 Sicché non sono più due, ma una sola carne. 9 L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto». 10 Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: 11 “Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei”

 

 

Riflessione silenziosa

 

E’ lecito?

Nella nostra società i termini lecito o illecito indicano generalmente un giudizio sulla legalità di determinate azioni. Nel quesito posto a Gesù, essi sono riferiti, invece, alla norma morale. Ho mai considerato la mia personale situazione coniugale in questa prospettiva? Da che cosa deriva, in questo caso, il carattere lecito o no di una decisione, di una scelta di vita: un’etica astratta, il Vangelo, l’insegnamento di Gesù o il successivo magistero della Chiesa?

 

Per la durezza  del vostro cuore

Quali incomprensioni, contrasti, dolori o difficoltà possono avere “indurito”  il cuore a due persone che si amavano? Quali sono gli ostacoli che impediscono di continuare, di ricominciare ad amare? Con l’amore coniugale si esaurisce per me ogni specie di amore?

 

All’inizio non fu così

Nel progetto originario di Dio, l’uomo e la donna sono indissolubilmente uniti per un’irrevocabile, ma libera scelta d’amore. Non fu così anche all’inizio del mio matrimonio? Che cosa scopro in me risalendo all’origine? Qual è stata, se c’è mai stata, la relazione tra il progetto di Dio ed il mio?

 

Ripudio... adulterio

Quale reazione provocano in me questi termini, così netti, radicali e perfino duri, che risuonano sulla bocca di Gesù, egli stesso “ripudiato” dalla sua generazione?

 

 

La proposta cristiana

 

Un’importanza pastorale riveste l’indissolubilità del matrimonio cristiano: anche se questa parte del nostro messaggio è difficile, dobbiamo proclamarla con convinzione, perché è la Parola di Dio e mistero della fede. Ma, allo stesso tempo, siamo vicini al nostro popolo, ai suoi problemi e alle sue difficoltà. Deve sapere sempre che noi l’amiamo. Giovanni Paolo II  

 

 

Preghiera finale

 

Ma tu, nostro Dio, sei buono e fedele,

sei paziente e tutto governi con misericordia.

Anche se pecchiamo siamo tuoi,

conoscendo la tua potenza;

ma non peccheremo più, sapendo che ti apparteniamo.

(Sap.15)

 

 

3.    Vogliamo vivere da cristiani:

che cosa ci chiede Gesù sul perdono?

 

Preghiera d’inizio

 

Fisso il mio sguardo nei tuo occhi, Gesù,

e ti vedo inchiodato sulla croce.

Sento che ancora oggi per me,come là sul Calvario,

tu pronunci la tua parola d’amore:  “Ti perdono”.

Ho bisogno, ogni giorno, di essere accolto nelle tue braccia

e avvolto dal tuo manto di misericordia.

Scuoti il mio cuore, Signore, perché, ricco di perdono,

io sappia donare pace,

portare concordia,

seminare gioia.

 

 

 

Lettura biblica (Lc.6, 27-38)

 

LA NOVITA’ DI CRISTO 

Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano,  benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica.  Da' a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo.  Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.  Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.  E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.  E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto.  Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi.

Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato;  date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio». 

 

Riflessione silenziosa

 

Ma a voi che ascoltate, io dico…

Ascoltare il Vangelo, quali conseguenze ha sulla mia vita? E’ veramente Gesù che mi dice come sono chiamato a vivere o è la Chiesa che m’impone una serie di norme morali?

 

Amate i vostri nemici….

Quali di queste richieste mi mette particolarmente in difficoltà? L’amore per quelli che non mi amano? La preghiera per chi mi ha ferito? Il perdono delle offese? La rinuncia a rivendicare con forza i miei diritti? La serenità davanti all’ingratitudine?

 

… fate del bene … senza sperarne nulla… e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi.

Questa proposta è un ideale di vita irraggiungibile o potrebbe diventare per me un modello  di comportamento concreto? Che cosa cambierebbe in me, nella mia vita, nel mio rapporto con gli altri, se provassi a non aspettarmi qualcosa in cambio di quello che ho fatto o faccio per loro? Ho mai avuto bisogno che Dio fosse benevolo verso di me?

 

… con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio.

Dio mi sembra troppo indulgente? Quale misura adotto io?

 

 

La proposta cristiana

 

Dal Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica

Com’è possibile il perdono?

La misericordia penetra nel nostro cuore solo se noi pure sappiamo perdonare, perfino ai nostri nemici. Ora, anche se per l’uomo sembra impossibile soddisfare a questa esigenza, il cuore che si offre allo Spirito Santo, può, come Cristo, amare fino all’estremo della carità, tramutare la ferita in compassione, trasformare l’offesa in intercessione. Il perdono partecipa della misericordia divina, ed è un vertice della preghiera cristiana.

 

 

Preghiera finale

 

Concedimi, Signore, questa grazia suprema,

che solo Tu puoi dare,

di amare i miei nemici,

non soltanto nel tempio segreto

dei miei buoni sentimenti,

ma ascoltandoli, rispettandoli, tentando di comprenderli,

e di credere che la sincerità, la generosità

non sono affatto riservate a me solo,

ma che possono vivere presso altri, anche se nemici.

A volte ho tanta voglia di vendicarmi

e ferire anch’io chi mi ha ferito..

che mi costa fatica,

oh sì, molta fatica, perdonare.

Concedimi, Signore, la forza del perdono

 

 

4.   Vogliamo vivere da cristiani:

come vivere la partecipazione alla celebrazione eucaristica?

Ed il rapporto con i Sacramenti dei figli?

 

Preghiera d’inizio

 

Signore, non vengo a riceverti ma a chiederti di accogliermi in Te.

Voglio restare accanto a Te, Signore, in gran silenzio, per lasciarmi amare.

Ti ho portato il mio cuore per poter amare nel tuo amore.

Ti ho portato il mio spirito per poter pensare alla tua luce.

I miei occhi...per poter vedere come vedi Tu.

Le mie labbra... per parlare e sorridere nel nome tuo.

Le mie mani...perchè in me tu possa soccorrere tutti.

 

DIVENTARE  PANE, NELLE MANI DI GESÙ  (Lc. 22, 14-20)

 

Quando fu l'ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui,  e disse: «Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio».  E preso un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e distribuitelo tra voi, poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio».

Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi».

 

Riflessione silenziosa

 

Ho desiderato ardentemente mangiare questa Pasqua con voi prima della mia passione...

Soffro, se sono impedito di ricevere la Comunione. Forse non lo ritengo giusto. Ho mai pensato alla sofferenza di Gesù, che ha istituito l’Eucaristia la notte in cui fu tradito, al suo desiderio ardente di comunicare con me e di ricevermi?

Poi prese un pane, rese grazie, lo spezzò, lo diede loro....

Gesù, continua a compiere questo atto con ognuno di noi. Quando la vita di una persona riproduce sul piano esistenziale i gesti di Gesù (l’essere preso, spezzato e dato agli altri con gratitudine e gratuità) diventa una vita eucaristica. Non potrebbe diventarlo anche la mia? E in che modo? 

Questo è il mio corpo che è dato per voi...

Nell’Eucaristia Gesù Cristo è realmente presente, in modo unico e incomparabile, ma anche la Chiesa è Corpo di Cristo e tutti noi siamo sue membra. Se riconosciano la nostra appartenenza a Cristo come sue membra, Egli può oggi parlare, consolare, aiutare... educare i nostri figli, anche attraverso di noi, attraverso il dono della nostra vita

Fate questo in memoria di me...

Queste parole di Gesù, su cui si basa la liturgia eucaristica, richiamano il suo comandamento: Amatevi come io vi ho amato. Come posso crescere in questo amore? Che cosa può cambiare nella mia vita, se comincio a tentare con fiducia nel Suo aiuto?

 

 

La proposta cristiana 

 Dal Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica

In quale modo la Chiesa partecipa al sacrificio di Cristo?

Nell’Eucaristia il sacrificio di Cristo, diviene pure il sacrificio delle membra del suo Corpo. La vita dei fedeli, la loro lode, la loro sofferenza, la loro preghiera, il loro lavoro sono uniti a quelli di Cristo...

Qual è l’atteggiamento della Chiesa verso i divorziati risposati?

Verso di loro, la Chiesa attua un’attenta sollecitudine invitandoli a una vita di fede, alla preghiera, alle opere di carità e all’educazione crisitana dei figli.

La testimonianza di una donna credente sposata con un divorziato.

Quando (al momento in cui gli altri vanno a ricevere la Comunione) prego...”Signore, non son degno di partecipare alla tua mensa, ma dì soltanto una parola e io sarò salvato”, tante volte sento in me la sicurezza di lanciare tutto il mio cuore per entrare in comunione con Lui. Sento che solo da Lui, da una sola delle sue parole, dipende, per tutti, la salvezza; sento che gli si può appartenere.... 

 

 

Preghiera finale

 

Non siamo soli, finché c’è un tabernacolo sulla terra (Chiara Lubich)

 

 

5.   Vogliamo vivere da cristiani: quali valori trasmettere ai figli ed alla società,

e come, se l’esempio non è completo?

 

 

Preghiera d’inizio

 

Non dire mai: “Io”, di’ invece: “Noi”.

Non dire mai: “Mio”, di’ invece: “Nostro”.

Non dire mai: “Tocca a lui”, dì’ invece :”Incomincio io”.

Non dire mai. “Non posso”, di’ invece : “Eccomi”.

Non dire mai: “Vattene”, di’ invece. “Vieni”.

Non dire mai: “Domani”, di’ invece: “Oggi”.

Non dire mai: “Morte”, di’ invece: “Vita”.

Non dire mai: “Mai”.

 

 

LE BEATITUDINI, UN PROGETTO DI VITA PER ADULTI (Mt. 5,1-12)

 

Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:

«Beati i poveri in spirito,  perché di essi è il regno dei cieli.

Beati gli afflitti, perché saranno consolati.

Beati i miti, perché erediteranno la terra.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.

Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.  Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.

 

Riflessione silenziosa

 

Beati voi…

Posso sentire queste parole di Gesù come rivolte a me, nonostante le mie difficoltà? Sono tentato a volte di considerare la mia vita un fallimento? Che idea mi sono fatto della felicità? Dove la cerco e spero di trovarla? Condivido la mentalità corrente al riguardo?

Beati i poveri di spirito… gli afflitti… i miti… quelli che hanno fame e sete di giustizia… i misericordiosi… i puri di cuore… gli operatori di pace… i perseguitati…

Gesù presenta un “elenco” paradossale di beati! Il suo annuncio “rivoluzionario” può diventare un progetto di vita valido per me e per la società in  cui vivo? Oppure mi fa sentire Dio come un rivale della felicità umana?

Quale beatitudine è più vicina alla mia sensibilità? Se ripenso alla mia storia, mi è mai capitato di sperimentare la pace e perfino la “gioia”, anche nella mia povertà, fidandomi di queste promesse di Gesù? Posso aiutare qualcuno, testimoniando questa mia esperienza?

… perché di essi è il Regno dei cieli… perché saranno consolati, saziati… perché vedranno Dio … e saranno chiamati figli di Dio…

E’ davvero possibile ricevere in dono la felicità per questa via, oppure i miei desideri più profondi sono altrove? Che posto ha Dio nella mai vita e che posto desidero abbia in quella dei miei figli e delle persone che amo?

Beati voi, quando vi insulteranno… per causa mia…

Che cosa sono disposto a rischiare di me, della mia vita, dei miei progetti, a causa di Gesù e del suo Vangelo? Forse sono convinto in teoria, ma penso che il “prezzo da pagare” sia troppo alto? Il coraggio di mettermi in gioco, nonostante i miei limiti, può costituire una testimonianza capace d’interpellare gli altri?

 

La proposta cristiana

 

Dal Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica

Cristo nel Vangelo indica ai suoi la strada che porta alla felicità senza fine: le Beatitudini. ....  Le Beatitudini sono al centro della predicazione di Gesù, riprendono e portano a perfezione le promesse di Dio, fatte a partire da Abramo. Dipingono il volto stesso di Gesù, caratterizzano l’autentica vita cristiana e svelano all’uomo il fine ultimo del suo agire: la beatitudine eterna. ... Le Beatitudini rispondono all’innato desiderio di felicità, che Dio stesso ha posto nel cuore dell’uomo e che solo Lui può saziare. ... La beatitudine promessa ci pone di fronte a scelte morali decisive riguardo ai beni terreni, stimolandoci ad amare Dio sopra ogni cosa.

Dal Direttorio di pastorale familiare

I genitori, al di là della loro situazione matrimoniale regolare o meno, rimangono i primi responsabili di quella educazione umana e cristiana, alla quale i figli hanno diritto. Come tali vanno aiutati e sostenuti dall’intera comunità cristiana e in particolare dai suoi responsabili.

 

Preghiera finale

L’uomo è irragionevole, illogico, egocentrico:  non importa, amalo.

Se fai il bene, diranno che lo fai per secondi fini egoistici: non importa, fai il bene.

Se realizzi i tuoi obiettivi, incontrerai chi ti ostacola: non importa, realizzali.

Il bene che fai forse domani verrà dimenticato: non importa, fai il bene.

L’onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile: non importa, sii onesto e sincero.

Quello che hai costruito può essere distrutto: non importa, costruisci.

La gente che hai aiutato, forse non te ne sarà grata: non importa aiutala.

Da’ al mondo il meglio di te e forse sarai preso a pedate:  non importa, da’ il meglio di te.

(Madre Teresa)

 

 

 

6.  Vogliamo vivere da cristiani: come vivere il servizio ai fratelli?

 

Preghiera d’inizio

 

Signore, quando avrò fame portami qualcuno da nutrire;

quando avrò freddo, qualcuno da vestire.

Quando sono nel dolore portami qualcuno da consolare.

Quando sono disperato, portami qualcuno da rincuorare.

Solo così, Signore potrò sentirti vicino nella persona di chi aiuto.

Non correrò più il rischio di essere affamato, vinto dal freddo,

angosciato dalla solitudine.

Avrò il senso vivo della tua presenza nella mia vita

e gusterò la profonda gioia di vivere per gli altri.

 

Lettura Biblica

LO AVETE FATTO A ME ( Mt. 25,31-46)

Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria.  E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».

 

Riflessione silenziosa

 

Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria…

Quali sentimenti suscita in me la prospettiva dell’incontro definitivo con il Signore? Come immagino che Egli mi verrà incontro? Che cosa prevale in me: l’amore o il timore?

Venite, benedetti dal Padre mio…

Noi siamo “benedetti” dal Padre. Come figli nel Figlio, Egli ci bene–dice, dice bene di noi. Questa benedizione supera le mie mancanze e mi permette di migliorarmi? Come e quando mi sento benedetto?  

Ho avuto fame….

Gesù, nella sua umanità, ha sperimentato le situazioni di cui parla. Quali avvenimenti nella mia storia mi hanno reso più comprensivo, solidale, premuroso verso chi soffre?

Quando mai ti abbiamo visto …?

Dove cerco Gesù? Quali ostacoli incontro nel vedere la presenza di Gesù nell’altro, in ogni altro? Ci sono persone, in cui non riesco a riconoscerlo? Vedere Gesù nel fratello è una “pia immaginazione” o una realtà?

“Ogni volta … lo avete fatto a me” o “… non lo avete fatto a me”.

“Alla sera della vita ti esamineranno sull’amore” (S. Giovanni della Croce). Questa verità è per me motivo d’inquietudine o di speranza? Forse mi “sento in colpa” per molte cose, ma rifletto mai al bene che non ho fatto, “ogni volta” in cui ne avevo la possibilità? Penso di averlo o non averlo fatto proprio a Gesù?

 

La proposta cristiana

 

La carità non ci rende indifferenti, ma capaci di amare tutti in Dio; non ci sottrae alla storia, ma c’immerge in essa. Per questo, insieme alla preghiera, dobbiamo coltivare un atteggiamento di accoglienza e di dedizione verso il prossimo. Di qui la necessità di gesti frequenti e generosi di premurosa attenzione, di servizio, di condivisione e di perdono.. la crescita della carità è dono dello Spirito Santo, ma noi dobbiamo predisporci ad essa con atti ... che danno corpo alla carità.  La santità cristiana s’incarna nella concretezza della vita quotidiana. Catechismo per gli adulti della CEI

La Chiesa invita i divorziati risposati alle opere di carità. Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica.

 

Preghiera finale

 

Signore, fammi buon amico di tutti, fa’ che la mia persona ispiri fiducia:

a chi soffre e si lamenta, a chi cerca luce lontano da Te,

a chi vorrebbe cominciare e non sa come,

a chi vorrebbe confidarsi e non se ne sente capace.

Signore aiutami ad accorgermi subito:

di quelli che mi stanno accanto, di quelli che sono preoccupati e disorientati,

di quelli che soffrono senza mostrarlo, di quelli che si sentono isolati senza volerlo.

Signore dammi una sensibilità che sappia andare incontro ai cuori.

Signore, liberami dall’egoismo, perché Ti possa servire,

perché Ti possa amare, perché ti possa ascoltare in ogni fratello

che mi fai incontrare.

 

 

7.    Vogliamo vivere da cristiani: come vivere il rapporto con la comunità della Chiesa?

come inserirci attivamente nella comunità cristiana?

 

Preghiera d’inizio

 

Se la parola dicesse: non è una parola che può fare una pagina, non ci sarebbero libri.

Se la pietra dicesse: non è una pietra che può fare un muro, non ci sarebbero case.

Se il chicco di grano dicesse: non è un chicco che può fare la messe, non ci sarebbe pane.

Se l’uomo dicesse: non è un gesto d’amore che può salvare l’umanità,

non ci sarebbe dignità sulla terra degli uomini.

Come il libro ha bisogno di ogni parola, come la casa ha bisogno di ogni pietra,

come la messe ha bisogno di ogni chicco, così l’umanità intera ha bisogno di te,

unico, come Dio ti ha pensato, e perciò insostituibile.

 

Lettura Biblica

 …anche voi, insieme con gli altri, venite edificati per diventare dimora di Dio (Ef. ,22)

 

Gesù non è venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori. Lc.  5, 27- 32

Dopo ciò egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!».  Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.

Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla di pubblicani e d'altra gente seduta con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?». Gesù rispose: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi».

(Noi pure facciamo parte della folla seduta a banchetto con Gesù: ognuno di noi è stato invitato, perché ha bisogno di Lui, come il malato del medico)

Condizioni per seguire Gesù. Mc. 8, 34-35

Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà.

(Se la chiamata di Gesù è rivolta a tutti, perché a tutti si estende la sua misericordia, il cammino della sequela esige che abbandoniamo l’uomo vecchio per l’uomo nuovo.)

Le prime conversioni e la prima comunità cristiana.  At. 2, 36- 42

Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!».  All'udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?». E Pietro disse: «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro». Con molte altre parole li scongiurava e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa». Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone.  Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere.

(L’annuncio della morte e resurrezione di Gesù ci provoca alla conversione e c’inserisce nella comunità dei credenti, una comunità di peccatori convertiti)

Riflessione silenziosa

 

Quali sono le mie difficoltà nei confronti della Chiesa? Mi sento escluso, emarginato? Vivo un rapporto conflittuale, d’indifferenza, di nostalgia, di appartenenza nonostante tutto? Quanto incidono sulla mia percezione della Chiesa la mia personale esperienza da un lato e l’immagine che ne ricevo dai mezzi d’informazione dall’altro? 

Che cosa penso della posizione, espressa nella frase: “Cristo sì, Chiesa no”? E’ veramente necessaria la mediazione della comunità per entrare in rapporto con Dio?

Come si può conciliare la “coscienza di verità”, propria della Chiesa cattolica, con la necessità dell’apertura  a tutti? La morale cristiana, e in particolare cattolica, dovrebbe essere aggiornata, resa più flessibile e moderna?

Desidero reinserirmi in modo nuovo nella mia comunità parrocchiale? Per quali vie ed eventualmente con quali limiti penso che ciò sia possibile? Come ho vissuto l’esperienza di questo cammino di fede percorso insieme? Quali prospettive mi apre?

 

La proposta cristiana

 

PER I SEPARATI E DIVORZIATI NON RISPOSATI Motivi diversi, quali incomprensioni reciproche, incapacità di aprirsi a rapporti interpersonali, ecc. possono dolorosamente condurre il matrimonio valido a una frattura spesso irreparabile. Ovviamente la separazione deve essere considerata come estremo rimedio, dopo che ogni altro ragionevole tentativo si sia dimostrato vano. La solitudine e altre difficoltà sono spesso retaggio del coniuge separato, specialmente se innocente. In tal caso la comunità ecclesiale deve più che mai sostenerlo; prodigargli stima, solidarietà, comprensione ed aiuto concreto in modo che gli sia possibile conservare la fedeltà anche nella difficile situazione in cui si trova; aiutarlo a coltivare l'esigenza del perdono propria dell'amore cristiano e la disponibilità all'eventuale ripresa della vita coniugale anteriore. Analogo è il caso del coniuge che ha subito divorzio, ma che - ben conoscendo l'indissolubilità del vincolo matrimoniale valido - non si lascia coinvolgere in una nuova unione, impegnandosi invece unicamente nell'adempimento dei suoi doveri di famiglia e delle responsabilità della vita cristiana. In tal caso il suo esempio di fedeltà e di coerenza cristiana assume un particolare valore di testimonianza di fronte al mondo e alla Chiesa, rendendo ancor più necessaria, da parte di questa, un'azione continua di amore e di aiuto, senza che vi sia alcun ostacolo per l'ammissione ai sacramenti.

PER I DIVORZIATI RISPOSATI - La Chiesa, istituita per condurre a salvezza tutti gli uomini e soprattutto i battezzati, non può abbandonare a se stessi coloro che - già congiunti col vincolo matrimoniale sacramentale - hanno  cercato di passare a nuove nozze. Perciò si sforzerà, senza stancarsi, di  mettere a loro disposizione i suoi mezzi di salvezza. … esorto caldamente i pastori e l’intera comunità dei fedeli, affinché aiutino i divorziati procurando con sollecita carità che non si considerino separati dalla Chiesa, potendo e anzi dovendo, in quanto battezzati, partecipare alla sua vita. Siano esortati ad ascoltare la Parola di Dio, a frequentare il sacrificio della Messa, a perseverare nella preghiera, a dare incremento alle opere di carità e alle iniziative della comunità, ad educare i figli nella fede cristiana, a coltivare lo spirito e le opere di penitenza, per implorare così, di giorno in giorno, la grazia di Dio. La Chiesa preghi per loro, li incoraggi, si dimostri madre misericordiosa e così li sostenga nella fede e nella speranza. La Chiesa, tuttavia, ribadisce la sua prassi, fondata sulla Sacra Scrittura, di non ammettere alla comunione eucaristica i divorziati risposati. ... Agendo in tal modo, la Chiesa professa la propria fedeltà a Cristo e alla sua verità, nello stesso tempo si comporta con animo materno verso questi suoi figli … Con ferma fiducia essa crede che anche quanti si sono allontanati dal comandamento del Signore ed in tale stato tuttora vivono, potranno ottenere da Dio la grazia della conversione e della salvezza, se avranno perseverato nella preghiera, nella penitenza e nella carità. (Giovanni Paolo II, FAMILIARIS CONSORTIO) 

 

Preghiera finale

 

Liberami, o Signore dalla pigrizia che ho e dalla paura che mi prende,

dal comodo compromesso e dal facile disimpegno.

Aiutami, o Signore ad essere come non sono e come tu vorresti che io fossi.

Non m’importa ciò che muore in me m’interessa ciò che nasce insieme a te.

Aiutami, o Signore, a prendere sul serio il tempo, a rispettare la vita, a conservare l’amore;

ho bisogno di te  per vivere come tu vuoi.

Donami, o Signore, la tua forza per agire, la costanza dell’impegno,

la gioia di una fede che cresce la speranza e l’abbandono fiducioso al tuo amore.

 

 

 

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Ultimo aggiornamento: 20-02-14